CeSMoT – Preoccupati per futuro della Ferrovia Roma – Giardinetti

820_pontecasilinoLo svio odierno di un convoglio, per fortuna senza conseguenze gravi, avvenuto lungo la Ferrovia Termini – Giardinetti, apre preoccupanti dubbi su quale possa essere il futuro di questa importante linea, tra l’altro da circa un anno assurdamente mutilata della tratta Centocelle – Giardinetti, che a breve si appresta a compiere 100 anni

L’avanzata età del materiale rotabile, mediamente 60 anni, unita alla mancanza di progetti certi per il futuro della linea, non lasciano presagire nulla di buono.  Del resto appare fin troppo evidente che così com’è strutturata attualmente la Termini Giardinetti, ovvero una ferrovia gestita come fosse una tramvia, ben difficilmente potrà avere un futuro in assenza di radicali interventi di ammodernamento.

Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, torniamo a chiedere alla Regione Lazio, proprietaria dell’infrastruttura, finora colpevolmente assente, di fare una volta per tutte chiarezza, indicando chiaramente cosa vuole fare della linea.

Inoltre sollecitiamo gli aspiranti candidati a Sindaco di Roma ad illustrare quali siano le loro proposte circa il futuro della  Roma – Giardinetti. Siamo fermamente convinti che questa ferrovia, se opportunamente ammodernata e prolungata, magari fino a Tor Vergata, possa dventare un importante e strategico collegamento su ferro a servizio di una popolosa zona di Roma

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Focus Ferrovie Regionali Lazio

00867Sulla scia delle numerose notizie che in questi giorni stanno circolando sulle 3 ferrovie regionali del Lazio, in concessione ad ATAC ,riteniamo, in virtù dell’importanza di esse nella mobilità del Lazio,  sia necessario fare un breve e doveroso approfondimento sul futuro delle stesse. Premettiamo intanto che tutte e tre le linee pagano un enorme gap dovuto a mancanza di investimenti e progetti a lungo periodo da parte del proprietario,ovvero la Regione Lazio, fino ad ora colpevolmente assente.  Tutto questo ha ovviamente provocato un generale invecchiamento del materiale rotabile,provato anche dall uso intenso. Con conseguenti guasti e disagi

1)      Roma – Giardinetti: quello che restava della ferrovia per Fiuggi è attualmente limitato alla stazione di Centocelle (limitazione a ns giudizio affrettata ed inopportuna) in attesa di decisioni concrete sul futuro, decisioni che nessuno sembra voler prendere, preferendo invece lanciarsi in fantasmagorici progetti. Una ricostruzione integrale con conversione a scartamento ordinario appare secondo noi troppo onerosa e priverebbe per anni la Casilina di un comodo e veloce mezzo di trasporto. Con pesanti ripercussioni sulla già critica viabilità della zona.  La strada migliore sarebbe quella di acquistare mezzi tramviari a scartamento ridotto (vedi Sassari) e cantierizzare il prolungamento da Giardinetti a Tor Vergata, facendo diventare la linea una moderna “metro tranvia”  Occorre però decidere in fretta cosa farne: i mezzi più nuovi hanno ormai 20 anni di servizio mentre i “bloccati” serie 100 e 420 hanno oltre 50 anni di onorata carriera sulle spalle e mostrano i loro limiti. Ed il rischio chiusura definitiva incombe

2)      Roma – Lido : la lungimiranza di Paolo Orlando che negli anni ’20 si battè per far costruire una moderna ferrovia a doppio binario ed elettrificata a servizio del costruendo borgo marittimo ha fatto sì che al giorno d’oggi tantissimi pendolari possano usufruire di un mezzo di trasporto veloce ed ecologico. Purtroppo ai lavori di ammodernamento della infrastruttura avvenuti a partire dagli anni ‘90 non son mai seguiti interventi sul materiale rotabile,anzi,la linea ha sempre ricevuto treni di “seconda mano” : prima le MR100/200/300 provenienti dalla Metro B, poi le c.d. “Frecce del Mare” , che altro non erano che le MA100 della Metro A ristrutturate negli interni, infine sempre dalla Metro A le MA200 di AnsaldoBreda. Con rotabili ormai anziani i guasti e le soppressioni sono all’ordine del giorno e l’orario di servizio resta,purtroppo,un qualcosa di molto teorico. Attendiamo di vedere se e quando arriveranno i nuovi treni promessi,ritenendo altresì che vada anche attentamente approfondita l’ipotesi ventilata anni fa di un prolungamento verso Torvaianica nonché valutato attentamente quanto siano concrete le voci che parlano di un interessamento dei francesi di RATP nell’acquisto della linea

3)      Roma – Civita Castellana – Viterbo: la RomaNord  è l’emblema delle contraddizioni delle ferrovie regionali del Lazio: mentre la tratta urbana è stata oggetto di numerosi interventi di ammodernamento che l’hanno trasformata quasi in una moderna metropolitana, la tratta extraurbana Montebello – Viterbo è rimasta sostanzialmente immutata sin dai tempi della sua costruzione da parte dell’Ing Besenzanica negli anni ‘30: segnali ad ala e scambi manovrati a mano sono sicuramente molto caratteristici ma decisamente superati e sono quasi del tutto scomparsi in Italia. Oltre ad un rinnovo infrastrutturale occorre inoltre un rinnovo del materiale rotabile, che risente degli oltre 20 anni di utilizzo,  (il progetto della Freccia Flaminia Beta naufragò a causa della crisi aziendale dell’allora Firema)ed un orario che tenga conto delle diverse direttrici di traffico. Necessaria è anche la nuova stazione urbana di Roma, in costruzione annunciata da anni ma di cui sembra non esserci alcuna certezza sulla fine dei lavori. Infine,viste le potenzialità turistiche della linea andrebbe recuperato il materiale storico de “Il treno della Tuscia” , che tanto ritorno di immagine assicurava ai tempi di Met.Ro. Spa ,materiale purtroppo attualmente non autorizzato al servizio viaggiatori per problematiche “burocratiche”

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Trasporti, CeSMoT: plaudiamo a parole ministro Delrio, ma ora attendiamo fatti concreti per la cura del ferro

luna800x600Le dichiarazioni del Ministro Delrio, durante l’odierna commissione ambiente della Camera, ci lasciano ovviamente soddisfatti. Da sempre sosteniamo che la lotta all’inquinamento si deve fare attuando una radicale cura del ferro nelle città italiane, unico rimedio al “mal di traffico” . Tuttavia, vorremmo ricordare al Ministro che non è tutto oro quello che luccica. Infatti molte regioni, negli ultimi tempi, sono andate nettamente in controtendenza, sopprimendo, invece di potenziare, il trasporto su ferro. Desideriamo ricordare, tra tutte il Piemonte, con i suoi numerosi Km di linee soppresse, la Valle d’Aosta, che con scuse pretestuose,  ha da poco chiuso la Aosta – Prè Saint Didier o la Regione Abruzzo, che ha trasformato un collegamento strategico come la Sulmona – Carpinone  in una specie di plastico ferroviario in scala 1:1 dove portare solamente i turisti in gita con i treni storici, la stessa regione che ha finanziato i lavori di unificazione delle due stazioni di Castel di Sangro, entrambe poste su linee chiuse al traffico viaggiatori. Concordiamo pienamente con il Ministro quando dice che “a Roma c’è un utilizzo triplo di auto rispetto alle altre capitali europee dove si tende a ridurne l’uso” ma forse il Ministro ignora il totale disinteresse di Comune e Regione verso la cura del ferro. A Roma non solo non si realizzano nuove linee di tram, non solo si impiegano “ere geologiche” per aprire una metropolitana “monca” che non interscambia con niente, ma si è vergognosamente chiuso un collegamento strategico su ferro come la ferrovia Roma – Giardinetti, assecondando i “ditkat” dell’azienda di trasporto che millantava presunte sovrapposizioni con la nuova metropolitana, lasciando interi quartieri senza un indispensabile ed ecologico collegamento su ferro. E gli esempi, in tutta Italia, potrebbero essere, purtroppo, numerosi. Noi, come CeSMoT, chiediamo perciò al Ministro, che a queste bellissime parole a favore della cura del ferro, seguano rapidamente fatti concreti, che il Ministero si faccia promotore di una rinascita del trasporto su ferro in Italia, prendendo come esempio quelle città virtuose, come Palermo, che hanno rimesso il tram al centro del loro sistema di mobilità. . Leggiamo anche dell’impegno, insieme ad RFI, a collegare oltre che gli Aeroporti, i porti. Peccato che nel corso degli anni sia stata proprio RFI, insieme a Trenitalia,  a sopprimere sistematicamente numerosi collegamenti portuali, vedi ad esempio Olbia, Venezia, Salerno, Brindisi, Ancona o Civitavecchia. Non vorremmo perciò che tutte le belle parole del Ministro restino lettera morta: l’inquinamento si combatte solo ed esclusivamente con una seria e concreta politica di rilancio del trasporto su ferro.

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CeSMoT, Domeniche Ecologiche,iniziative virtuose ma inutili senza un concreto potenziamento trasporto pubblico

1708_33NsempioneApprendiamo la notizia che il Campidoglio ha deciso di posticipare la prossima domenica ecologica, prevista per il 17 Gennaio, al giorno 31 Gennaio, prevedendo, contestualmente, un potenziamento “spot” del Trasporto Pubblico. Pur apprezzando il lodevole operato del Commissario Tronca, anche in tema di tutela ambientale, restiamo fermamente convinti della plateale e palese inutilità delle domeniche ecologiche, iniziative che, seppur virtuose, servono solo a rinfrescare l’immagine e a fare finta che per un giorno l’inquinamento non esista. La vera lotta all’inquinamento si può effettuare solo attraverso un serio e concreto piano di sviluppo del TPL, non con potenziamenti estemporanei come rischiano di essere quelli del prossimo 31 gennaio. Ma, purtroppo, tutto questo a Roma resta un sogno impossibile.

Resta fresco nella mente di tutti il caos dello scorso lunedì avvenuto per un misterioso guasto che ha causato il blocco della Mero A con le navette sostitutive gestite in maniera alquanto approssimativa e senza che si vedesse  alle fermate, come ad esempio sull’Appia,  personale ATAC a fornire indicazioni all’utenza, per non parlare delle vetture tabellate in maniera non omogenea, con conseguente disorientamento dell’utenza, sballottata tra autobus riconoscibili come navette solo dal grado di affollamento .  Del resto, negli ultimi mesi l’azienda ATAC si è distinta, negativamente, per una cattiva e quotidiana gestione dei trasporti romani ed una scarsa, se non nulla attenzione verso le problematiche ambientali. Ricordiamo infatti, tra le tante decisioni “sballate” di ATAC,  la ben nota e scandalosa chiusura della ferrovia Centocelle -Giardinetti, avvenuta con il complice ed imbarazzante silenzio  della regione Lazio, il mancato prolungamento del tram 3 alla Stazione Trastevere, nonostante siano stati completati i lavori alle banchine di Via Marmorata e Via Induno, il filobus 90 Express esercitato parzialmente con autobus, la soppressione di quasi tutte le linee del centro storico gestite con minibus elettrici ed una riforma della rete di superficie che sembra essere caduta nel dimenticatoio insieme ai roboanti progetti di istituzione di nuove linee tramviarie. Riteniamo, per tanto, che solo attraverso una completa riforma di ATAC, aprendo magari il mercato del TPL ad altri soggetti privati, si possa veramente iniziare a combattere l’inquinamento che soffoca la nostra città, senza dover ricorrere ad iniziative estemporanee come appunto lo sono le domeniche ecologiche. Proprio per questo chiediamo con forza al Commissario Tronca un impegno nel “costringere” ATAC non solo a fare un doveroso passo indietro in tutte le pessime scelte gestionali finora attuate,ma di attuare una forte pulizia interna, snellendo la mastodontica struttura, migliorando il rapporto con l’utenza, finora abbastanza “evanescente” e de facto limitato al canale “infoatac” su  twitter , facendo contestualmente partire tutti quei progetti di “cura del ferro” che da troppo tempo  giacciono ben nascosti nei cassetti, come ad esempio il tram in centro su Via dei Fori Imperiali e Corso Vittorio Emanuele, il prolungamento della Metro A verso Boccea da un lato e Morena dall’altro, la realizzazione di un collegamento su ferro da Rebibbia a Guidonia e da Rebibbia a Cinecittà.  Solo così si potranno convincere i cittadini romani a lasciare la propria macchina a casa a ad usare il mezzo pubblico. Ed al posto delle domeniche ecologiche avremmo le settimane ecologiche, ma senza dover coattivamente bloccare la circolazione automobilistica

Siamo di fronte alla scelta se morire di traffico o diventare  una virtuosa città ecologica. Ed il tempo dell’attesa sta, drammaticamente, finendo.

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Comunicato Stampa: Valle d’Aosta regione antiecologica, rinuncia al treno per favorire gli autobus

dic2004-6631008-011296villeneuveLo scorso 24 dicembre, quasi di nascosto, si è consumato l’ennesimo ed efferato delitto contro il trasporto pubblico e l’ambiente.  Con scellerata ed assurda decisione la Regione Valle d’Aosta ha infatti deciso di rinunciare, per motivi misteriosi, all’esercizio ferroviario sulla linea Aosta – Prè St. Didier, per sostituirlo con inquinanti bus, gestiti dalla SAVDA, gestore delle autolinee in Valle. Tale inconcepibile provvedimento, tra l’altro taciuto colpevolmente sia da Trenitalia che da RFI ,attuato ignorando arrogantemente le proteste  delle popolazioni che chiedevano il mantenimento della ferrovia, appare in assoluta controtendenza in un periodo in cui l’emergenza inquinamento da polveri sottili, causate dal traffico automobilistico, è tornata di drammatica attualità. Ancora una volta, la Regione Valle d’Aosta, già distintasi per aver buttato al vento milioni di euro per non riaprire il collegamento ferroviario Cogne – Acque Fredde, nonostante la sua ricostruzione fosse stata completata, decide di rinunciare ad un mezzo di trasporto ecologico, puntando sulla gomma. Evidentemente le nefaste influenze del vicino Piemonte, dove numerose linee locali sono state barbaramente soppresse per far spazio al trasporto su gomma, devono aver contagiato ed annebbiato le menti degli amministratori regionali, che scandalosamente, hanno tra l’altro deciso di approfittare delle festività natalizie per compiere questo efferato delitto. Ci domandiamo se tutto ciò sia stato solo un caso o se si è voluto approfittare di un momento dove le attenzioni dell’utenza sono rivolte altrove e le scuole son chiuse per minimizzare eventuali proteste e mettere i cittadini ormai considerati alla stregua di “sudditi”  davanti al fatto compiuto. Ci domandiamo inoltre da cosa derivi lo scandaloso silenzio da parte del vettore Trenitalia, che neanche sceglie la classica e banale tattica del “lavarsene le mani” facendo il classico scaricabarile sulla regione. Se il ruolo di Trenitalia nel trasporto regionale deve essere solo quello di soggetto passivo, che si limita ad eseguire (teoricamente) gli ordini delle regioni, senza intervenire nel merito di qualsiasi decisione, ci chiediamo allora cosa si aspetti per affidare  il tutto alle regione o creare i presupposti per svolgere delle serie gare per gli affidamenti del trasporto su ferro, spezzando la dittatura del duopolio RFI/Trenitalia. Per quanto riguarda il collegamento ferroviario Aosta – Prè Saint Didier, chiediamo, come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, con urgenza, al Ministero dei Trasporti ed alla Regione Valle d’Aosta , in particolare al presidente  Augusto Rollandin ed al suo assessore ai trasporti Aurelio Marguerettaz di ascoltare la voce dei cittadini e di compiere un immediato e rapido passo indietro, rinunciando all’esercizio con i bus sostitutivi e ripristinando tutte le corse ferroviarie, tra l’altro regolarmente previste nel nuovo orario. Chiediamo inoltre ai sindaci dei comuni interessati, alle forze politiche ed a tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente e la ferrovia di proseguire con la loro battaglia in difesa del treno. Nonostante il bacino di utenza non particolarmente elevato, il collegamento ferroviario rappresenta un vettore strategico per la Valle, tanto più con l’avvicinarsi del pieno della stagione invernale, dove le precipitazioni nevose ed il maltempo potrebbero rendere impraticabili le strade, isolando, di fatto, tutti quei paesi che fino al 25 dicembre erano comodamente serviti dal comodo e sicuro treno. Senza dimenticare le enormi capacità di “richiamo turistico” di una splendida ed incantevole ferrovia quasi centenaria che, oltre ad arrivare ai piedi del Monte Bianco, offre la caratteristica di avere l’architettura delle stazioni unica nel suo genere in Italia, splendido esempio di come le costruzioni si armonizzino perfettamente con il territorio. Ma evidentemente tutto questo sembra non bastare agli amministratori regionali che, come regalo di Natale, hanno preferito asfissiare la Valle con gli autobus.

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Nuovo Orario Trenitalia 2016

Il focus, diviso per regione, su tutte le novità introdotte con il nuovo orario invernale di Trenitalia a partire dal 13 dicembre 2015, è disponibile su ilmondodeitreni.it a questo indirizzo: http://www.ilmondodeitreni.it/blog/tag/nuovo-orario-2016/

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CeSMoT: 32 anni senza Roma – Fiuggi

471-113serroneCon l’OdS dell’allora AcoTraL N° 349 del 9 dicembre 1983 si metteva la parola fine sulla ferrovia Roma – Fiuggi disponendo la sospensione , “fino a nuovo avviso” , dell’esercizio tra San Cesareo e Fiuggi a partire dal successivo 27 Dicembre. La sospensione, imposta dal Ministero, sotto certi aspetti metteva fine all’agonia di una linea che versava in condizioni a dir poco critiche: poco tempo prima, un sopralluogo dell’USTIF, aveva imposto pesanti rallentamenti, anche a 30 Km/h, sulle tratte ancora armate con binari da 27,5 Kg/m e la linea era, di fatto, limitata alla stazione di Cave a causa di una frana. A distanza di 32 anni dalla chiusura, con la linea ormai ridotta alla sola tratta Laziali – Centocelle a causa di una sconsiderata decisione di ATAC, con il forte dubbio se si riusciranno a festeggiare nel 2016 i 100 anni di esercizio, se paragoniamo il tracciato della linea con altre illustri ferrovie, come ad esempio il Bernina, è molto forte il rimpianto per ciò che si poteva fare e non si è fatto. Anni trascorsi senza un’idea per il futuro, con investimenti ridotti allo stretto indispensabile e mancate promesse di ammodernamento portarono all’inevitabile epilogo ed alla perdita di una infrastruttura, trasformata parzialmente in pista ciclabile dalla dubbia utilità, che da un lato poteva ancora giocare un ruolo per i collegamenti su ferro, dall’altro avrebbe potuto rivelare ampie potenzialità turistiche, specie nella tratta montana. Ora più che mai, dopo tutte le occasioni perdute ed i soldi spesi (vedi l’ammodernamento della tratta Torrenova – Pantano poi ricostruito da zero a causa delle varianti al progetto per la Metro C o la nuova stazione di Giardinetti buttata alle ortiche dopo neanche 10 anni) riteniamo occorra decidere in fretta il futuro di ciò che resta della linea che, nonostante gli anni,  mostra ancora enormi potenzialità e che, se ammodernata nell’infrastrutture e nei mezzi, potrebbe giocare un ruolo chiave per la mobilità del quadrante Roma Sud, magari con un auspicabile prolungamento da Giardinetti verso Tor Vergata o magari realizzando anche un collegamento di tipo tramviario tra Pantano Borghese Metro C e San Cesareo.  I progetti, sulla carta, non mancano, ma resta forte il dubbio che ci sia la reale volontà di passare dalle parole ai fatti, specie dopo avere osservato, con rammarico, l’assurdo silenzio della Regione Lazio sul futuro della linea. Per quanto riguarda il passato, inutile, purtroppo, piangere sul “latte versato” e chiedersi cosa sarebbe potuta essere la linea se…

I dubbi su cosa sarebbe potuto succedere con più investimenti, su cosa sarebbe potuto succedere se l’allora ACoTraL avesse davvero intrapreso i lavori richiesti dal Ministero, se fosse andato in porto il piano di ammodernamento proposto negli anni ’80, su cosa sarebbe potuto succedere senza le frane che prima tagliarono la linea tra Genazzano e Fiuggi e poi tra Pantano e San Cesareo…sono dubbi molto affascinanti, ma la storia non si fa con i se e con i ma e queste risposte purtroppo resteranno senza risposta. L’unico dato di fatto è che la tratta Torrenova – Pantano è stata salvata, ammodernata ed ora è diventata una moderna metropolitana, che, nonostante ATAC, esiste ancora la tratta Giardinetti – Roma Laziali e che si è conservata la memoria della linea sia con la realizzazione del museo ferroviario nella ex stazione di Colonna, sia con il restauro del locomotore 1 esposto presso il Polo Museale di Porta San Paolo. Occorre prendere esempio dalla storia e non ripetere gli errori del passato: Roma non può permettersi la perdita di ulteriori Km di ferrovia, ed il progetto di ATAC di limitare definitivamente ciò che resta della linea nei pressi della stazione di Centocelle altro non farebbe che far perdere, definitivamente, una importante infrastruttura ferroviaria.

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CeSMoT, necessario riaprire Ferrovia Termini – Giardinetti almeno fino al 2018

820_pontecasilinoLa recente notizia di un possibile slittamento dell’apertura dell’interscambio tra la metro A e la metro C a San Giovanni non prima del 2018, come risulta dagli ultimi bollettini di Roma Metropolitane, evidenzia ulteriormente l’importanza che la ferrovia Roma – Giardinetti ricopre per garantire il collegamento diretto tra il quadrante lungo la via Casilina (anche i quartieri già serviti dalla linea C) e la stazione Termini.  Con la scellerata ed assurda chiusura della tratta terminale operata da ATAC tra Centocelle e Giardinetti attuata i primi giorni di agosto, e questa notizia allarmante di un rinvio per il nodo di san Giovanni, i cittadini romani che scelgono di usare la terza linea metro della capitale vengono relegati DEFINITIVAMENTE a cittadini di serie B, isolati dal resto della città e costretti ad estenuanti e scomodi cambi con poco frequenti bus per poter portare al termine il loro, a questo punto davvero, faticoso viaggio. A tutto ciò si aggiunge che attualmente non esiste alcun accenno dei tanto sbandierati lavori per la realizzazione del nuovo terminale ferroviario di Parco di Centocelle che potrebbe servire, seppur in parte, a garantire un minimo di comodo interscambio tra la Metro C e la Ferrovia Termini – Giardinetti.

Inutile a questo punto continuare a lamentarsi se i romani preferiscono non utilizzare la Metro C, se nei loro confronti vengono applicate con costanza decisioni trasportistiche tali da renderla di fatto avulsa o inutile, come in primis le due linee bus 106 e 107 che con la Metro C condividono integralmente tutto il percorso e tutte le fermate.

L’amministrazione di Roma Capitale, il sindaco Marino e l’assessore Esposito intervengano pertanto rapidamente per ripristinare la ferrovia fino a Giardinetti, senza dare ascolto alle fantasiose giustificazioni di chi ha deciso di sopprimere una linea portante su ferro unicamente per sovrapporci due linee bus totalmente inefficienti. Sono i cittadini di ROMA, elettori, che lo chiedono a gran voce. Il futuro della politica romana dipende anche da queste scelte.

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A Italferr il progetto della ferrovia che unirà il Mar Rosso al Golfo Arabico

Italferr, la società d’ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha firmato con il Public Investment Fund Saudita (PIF) il contratto per l’estensione del progetto preliminare e di dettaglio della ferrovia che collegherà il porto di Jeddah, sul Mar Rosso, a Al Jubail, sul Mare Arabico. Si tratta di circa 1300 chilometri di linea che attraverseranno l’Arabia Saudita nella sua intera larghezza, unendo i due mari che circondano la Penisola Arabica. La progettazione impegnerà Italferr per 20 mesi a partire da agosto 2015. Una volta elettrificata, la linea consentirà ai treni passeggeri velocità fino a 350 chilometri orari. Inclusi nel progetto anche le stazioni, i depositi e centri di manutenzione.

Italferr è presente in Arabia Saudita dal 2013 come Designer per lo sviluppo della progettazione preliminare e di dettaglio del collegamento tra le città di Jeddah e della capitale Riyadh, progetto noto come “Saudi Landbridge Railway Project”.

La società del Gruppo FS si è aggiudicata l’incarico in concorrenza con altre imprese leader a livello internazionale.

Italferr ha riscosso l’apprezzamento della Saudi Railway Company – SAR (la società saudita incaricata della gestione del progetto) per la rapidità della progettazione e l’individuazione delle soluzioni più idonee al superamento di problemi come le elevate temperature che vengono raggiunte in tratta e l’attraversamento di ampie zone con dune sabbiose e tratti rocciosi che caratterizzano il deserto saudita. Con il progetto, Italferr rafforza la sua presenza sul mercato estero, soprattutto in un’area particolarmente impegnativa come quella dei Paesi del Golfo.

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Roma Casilina

3xALn663_casilinaTripla di ALn 663 in transito nella stazione di Roma Casilina

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