“Grande fermento per la mobilità romana ma le operazioni per il rilancio del tram nella Capitale però non devono passare solo attraverso la realizzazione di nuovi e moderni capolinea, come quello inaugurato oggi a Termini e quello di Flaminio per il quale sono partiti ieri i lavori, ma devono avvenire soprattutto attraverso la pianificazione e la realizzazione di nuove dorsali che diventino struttura portante e si integrino con la rete di trasporto pubblico, bus, ferrovie e metropolitane, già esistente”.
E’ il commento del CeSMoT, Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, a margine dell’inaugurazione del nuovo nodo di interscambio tram-bus-metro di Termini.
“L’apertura del nuovo capolinea dei tram a Termini – aggiunge il CeSMoT – rappresenta un’importante novità che agevolerà gli abitanti della zona est di Roma, favorendo l’interscambio con bus e metropolitane. Dopo anni di attesa finalmente un capolinea degno di questo nome, ma Roma ha bisogno di interventi decisi a favore del tram, che devono partire dal prolungamento dell’8 fino a Termini e la realizzazione della linea Vaticano-Aurelio, e non limitarsi a semplici operazioni di restyling come quella in atto a piazzale Flaminio”.
“Una scelta quella avviata da Comune di Roma ed Atac di ricostruire ex-novo il nuovo capolinea del 2 di piazzale Flaminio – precisa il CeSMoT – che non reputiamo di primaria necessità per la martoriata rete tramviaria romana, la quale al termine dell’intervento si ritroverà nelle stesse condizioni attuali, con un capolinea vestito di nuovo ed ancora nessuna nuova linea. Un anno di disagi e lavori, con un rischio troppo grande di disaffezione dell’utenza verso il trasporto pubblico e dai vantaggi ancora troppo poco tangibili”.
“Che alle parole – conclude il CeSMoT – abbiano seguito dei fatti concreti e che dai nuovi capolinea, possano avere origine nuove linee tram per il rilancio del trasporto su ferro”.