Gentile Sig. Sindaco
Gentile Presidente della Regione
La scrivente associazione CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti è fortemente preoccupata delle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa locale circa la volontà di fermare i lavori della costruenda filovia pescarese. Al di là delle presunte non conformità nell’esecuzione dell’opera, non conformità che, a ns giudizio se rilevate andrebbero immediatamente segnalate agli organi competenti, riteniamo molto singolare ed anacronistica questa crociata contro il filobus, uno dei mezzi di trasporto, insieme al tram, ecologici per eccellenza. Ancora una volta assistiamo a proteste velleitarie, da parte di presunti comitati di cittadini che si scagliano, come negli anni ’60, contro la presunta antiesteticità di pali e fili, dimenticando forse che i fumi di scarico dei mezzi a motore rendono le ns città delle autentiche “camere a gas” e danneggiano molto di più l’ambiente dei pali. Avere inoltre la pretesa, come leggiamo sulla stampa, di sostituire filobus da 12 o 18 metri con delle “vetture elettriche” è quanto di più sbagliato possa esistere. Al di là della scarsa capacità di trasporto di queste vetture, ci si dimentica che le batterie (comunemente quelle al NiMH)hanno un ciclo di vita operativa di circa 10 anni e che la loro sostituzione ha dei costi non indifferenti. Del resto, basti guardare all’esperienza romana, dove era presente una delle più ampie flotte di minibus elettrici con numerose linee, dove il servizio è stato drasticamente ridotto proprio a causa degli alti costi di gestione. Riteniamo perciò fortemente strumentali le prese di posizione contro la filovia ed auspichiamo che l’opera pescarese non faccia la fine di altre opere italiche: basti pensare al “tram su gomma” aquilano i cui lavori sono stati sospesi quando ormai l’opera era pronta al 90%. Oppure potremmo citarVi l’esempio della Ferrovia Sangritana, dove anni ed anni di lavori, di cui non se ne vede fine hanno finora portato solo il risultato di avere in servizio una brevissima tratta da Lanciano a S. Vito, o la filovia di Chieti, ancora a mezzo servizio per mancanza di mezzi sufficienti a coprire tutti gli orari (e come non dimenticare i soldi spesi per il collegamento con il nuovo deposito, poi abbandonato?) Al di là dei danni per gli utenti del trasporto pubblico, bloccare la filovia pescarese comporterebbe buttare alle ortiche un’opera pagata dai contribuenti. Ed uscire dal virtuoso circolo delle città ecologiche.
Nel resto d’Italia , nonostante il periodo di crisi, si sta investendo su sistemi di trasporto pubblico ecologici, basti pensare alla nuova filovia leccese (che dopo un periodo di “critiche” , le stesse mosse all’opera pescarese, è entrata nel cuore dell’utenza che ne apprezzano la comodità), oppure a Firenze, dove da poco son ripresi i lavori di espansione della rete tramviaria, oppure Palermo, che si appresta a vedere il ritorno del tram, senza dimenticare città come Milano dove sia la rete di tram che la rete di metropolitana sono in espansione, o ancora Parma, che ha recentemente introdotto nuovi mezzi sulla sua rete filoviaria
Gentile Sindaco,
non faccia l’errore fatto in passato, quando si gettò alle ortiche il collegamento ferroviario tra Pescara e Penne in nome dei “moderni” autobus,
non faccia l’errore fatto in molte città italiane, che nell’impeto modernista degli anni ’60 decisero di rinunciare ai loro tram e filobus e che ora soffocano di traffico,
non dia retta a certi “ecologisti della domenica” che , affetti dalla sindrome nimby vaneggiano sull’estetica dei pali
Meglio qualche palo in più ma una città ecologica e con meno inquinamento, oppure meglio preservare “la vista del cielo” dando retta a questa gente e morire di traffico ed inquinamento?
In attesa di una cortese e gradita risposta Le porgo
Cordiali Saluti
Omar Cugini
presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti – Roma
Egregio Signor Cugini,
Quale Presidente del Centro Studi sulla Mobilità e il Traffico – Ce.S.Mo.T. di Roma – Lei si è inserito indebitamente, a gamba tesa, nel dibattito sulla filovia di Pescara per vantarne le lodi taumaturgiche sulla mobilità cittadina e sui livelli d’inquinamento atmosferico, dopo cinque anni di assoluto silenzio dall’avvio delle opere, con giudizi gratuiti sui cosiddetti “ambientalisti della domenica”, stucchevolmente accusati dell’abusata patologia “Nimby”: utilizzata, ad arte, come punto forte del Suo troppo precario intervento.
Nei fatti, in forza della più attendibile sindrome “Noty – Nobody Trust You” i “velleitari” Comitati, in questi lunghi anni, combattendo ostinatamente contro l’assoluta mancanza di trasparenza, frapposta – con più forte ostinazione – dalla stessa stazione appaltante GTM, benché a totale partecipazione pubblica, si sono applicati con coscienza allo studio approfondito delle ponderose carte del procedimento, così svelando le non poche criticità irrisolte che lo caratterizzano, solo in parte riportate sinteticamente nella lettera del Sindaco Alessandrini.
Daltronde, le gravi anomalie contrattuali e progettuali rilevate, sono state prontamente segnalate agli addetti ai lavori, benché fin qui sottostimate da tutti gli Enti interessati alla realizzazione dell’appalto in corso d’opera, caratterizzato, all’origine, da lavori condotti in modo palesemente irregolare, su un fondo stradale strutturalmente inadeguato, privo di marciapiedi a norma, per nulla accessibili alle categorie sociali più deboli. Mancano, incredibilmente, alla verifica attenta delle varie fasi procedimentali, tre prerequisiti essenziali alla regolare concessione del finanziamento, di cui alla Legge n. 211/1992: il “piano economico-finanziario” di sostenibilità dell’opera, circa la sussistenza di un conveniente rapporto costi/benefici per la comunità; lo “studio preliminare d’impatto ambientale”, su cui sono pendenti due motivati ricorsi al TAR d’imminente definizione; la preventiva “validazione di conformità” in materia di lavori pubblici, rilasciata da un Ente terzo certificatore a ciò abilitato, in ordine al completo e definitivo superamento delle diffuse barriere architettoniche rilevate sull’intera estensione del tracciato, per la gran parte ineliminabili.
Ciò detto, abbia la compiacenza, Signor Cugini, di soffermarsi a riflettere sui punti di domanda che seguono:
1) Investirebbe, Lei, quale amministratore pubblico, una dozzina circa di milioni di Euro per l’acquisto di sei PHILEAS nell’inedita versione filobus, configurata alla stregua di un vero e proprio prototipo dall’incerta omologazione del complesso sistema innovativo di guida magnetica vincolata in dotazione, che non ha finora superato in alcuna città del mondo i relativi test di sperimentazione?
2) Sosterrebbe, lievemente, la spesa di tre milioni di Euro all’anno per la manutenzione e la gestione di una linea filoviaria di soli sei chilometri scarsi di percorso, che incidono in maniera per nulla espressiva sui dati complessivi della mobilità sostenibile e, quindi, sui livelli effettivi d’inquinamento atmosferico, da impiegare su un tracciato segnato da diciannove incroci e ventidue banchine di fermata, di certo incompatibili per una metropolitana di superficie cui affidare il compito di migliorare la qualità dell’aria?
3) E’ a conoscenza della circostanza sorprendente secondo la quale, fuori dal percorso riservato, in marcia autonoma, quindi in assenza di elettrificazione, il PHILEAS, privo di accumulatori di bordo, consumi un litro di gasolio per chilometro, per di più servendosi di un motogeneratore Diesel Euro 5, non più omologabile? Su tali assunti è fondata la lettera del Sindaco Alessandrini al Presidente della Regione Abruzzo, volta a ricercare più proficue opportunità di utilizzo dei preziosi fondi pubblici ancora disponibili (circa venti milioni di Euro), dopo cinque anni di assordante silenzio delle amministrazioni regionali e comunali uscenti, corresponsabili del pessimo impiego in atto delle preziose risorse pubbliche erogate.
Nel frattempo, Egregio Presidente, perché non sceglie di occuparsi più direttamente dei problemi di mobilità che affliggono la Sua bella città di Roma, astenendosi da interventi approssimativi e pregiudizievoli, verosimilmente pilotati come quello di specie, certamente inopportuni per un Centro Studi degno dell’altisonante nome che porta? Il generico riferimento ai sistemi similari in corso d’opera in Italia (L’Aquila, Lecce, Palermo, ecc.), regge poco e serve ancor meno se non è suffragato da analisi attente, scrupolose e pertinenti, basate sui fondamenti tecnico-economici dell’opera, verificati e sostenibili: nient’affatto riscontrabili, viceversa, nell’annoso e improponibile progetto della filovia di Pescara!
Cordiali saluti.
WWF ABRUZZO; CARROZZINE DETERMINATE; COMITATO UTENTI STRADA PARCO; COMITATO “OLTRE IL GAZEBO” – NO FILOVIA; FIAB – Pescara Bici
un classico dell’ambientalismo italiano? le crociate “pro cieli puliti”…. ma cosa significa? liberi dal particolato, liberi dal monossido di carbonio, liberi dagli Idrocarburi Policiclici Aromatici, liberi e puliti dai PM10? NO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Liberi dai bifilari dei filobus!!!!! Ci meravigliamo del nostro declino?
Egregio Signor Bariletti,
I vituperati ambientalisti italiani, quindi anche quelli pescaresi, sono notoriamente favorevoli a una filovia convenzionale perfettamente funzionante. Purché sia tale per l’intero percorso da coprire. Qui, però, si sta discutendo della filovia di Pescara, tertium genus, vale a dire né mezzo innovativo e tanto meno filobus tradizionale, caratterizzata dalle gravi criticità tecnico-economiche sinteticamente descritte nel commento sopra riportato, che per Lei, evidentemente, non merita rilievo di sorta. Sarà questa, forse, la ragione del nostro incessante declino?
Leggiamo sulla stampa l’intervento dell’associazione culturale CESMOT di Roma e sinceramente non ne comprendiamo il senso.
Da anni denunciamo i gravi errori e le magagne di un appalto (quello della filovia) sbagliato tecnicamente, ancora oggi privo del titolo autorizzatorio ambientale (fondamentale) della Valutazione di Impatto Ambientale, quantomeno dubbio dal punto di vista procedurale, come si può leggere dalle intercettazioni e valutazioni della Squadra Mobile di Pescara.
Se fosse stato un “problema di estetica”, riguardo all’installazione di pali e fili come semplicisticamente bolla la nostra battaglia Cugini, non ci sarebbe stato un pronunciamento della Comunità Europea sulla necessità della Valutazione di Impatto Ambientale (su esposto del WWF ), non ci sarebbe un procedimento penale (avviato su esposto della sottoscritta e di Maurizio Acerbo) per truffa, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e altro ancora, in attesa di un pronunciamento del giudice penale.
Il caso della filovia di Pescara, non è un “problema di pali e fili”, ma la questione è tutta relativa alla distruzione di un percorso verde pedonale, ciclabile, di cui i cittadini ormai si sono appropriati da un ventennio. L’opera, così come progettata, non può coesistere con i ciclisti, con i numerosi cittadini che la percorrono a piedi, con tutte le categorie svantaggiate che la usano quotidianamente trovandone giovamento, con il verde ormai radicato sul tracciato, e molto altro.
Questo è il vero problema ambientale. Il passaggio di “tram su gomma” di 18 metri , su un tracciato angusto e privo di marciapiedi a norma, comporta necessariamente, con tutto quello che abbiamo spiegato in questi anni di lotta, il pressoché annullamento di un habitat urbano di pregio ormai consolidato e utilizzato da migliaia di persone, residenti e non, restituendo, in contropartita, una mobilità cosiddetta “innovativa”, i cui effetti benefici non si riescono a percepire e nessuno è mai riuscito a dimostrare. Su questi temi devono essere trovate le vere ragioni della nostra opposizione: a ciò si aggiunga, aldilà del chiacchiericcio spesso immotivato, che l’opera è assolutamente illegittima, tanto che il provvedimento emesso dalla Regione Abruzzo – Comitato VIA è di tipo sanzionatorio, e in nessun passaggio prova a sostenere la legittimità dell’opera. La parallela azione della magistratura penale, costituisce una vera e propria elencazione di criticità, comportamenti dubbi da parte degli attori coinvolti nella vicenda e termina con una richiesta di archiviazione che non nega i fatti negativi rilevati dalle indagini, ma li giustifica esclusivamente con la mancanza dell’elemento psicologico. Anche tale partita non è ancora chiusa (per nostro atto di opposizione) ed è tuttora all’attenzione del giudice penale.
Il WWF, le Carrozzine Determinate, la Lista elettorale L’Altra Città , i Comitati di cittadini non hanno mai messo in dubbio l’utilità di un sistema di trasporto sostenibile, ma nel corso di questi anni si sono contrapposti a questo sistema di trasporto pubblico, alla modalità con cui è stato imposto alla città questo appalto milionario, facendo emergere le attuali criticità, tutte irrisolte. Conseguentemente, respingiamo al mittente le osservazioni dell’associazione culturale CESMOT, che dimostrano la totale mancanza di conoscenza dell’argomento di cui si dibatte. Così come vanno evidenziate le incapacità del presidente della GTM, il quale, nel corso del suo mandato, ha assunto la veste di irragionevole esecutore dell’opera snobbando puntualmente le preoccupazioni che i cittadini pescaresi gli hanno rappresentato nel corso degli anni, non preoccupandosi mai di mettere in discussione le contraddittorie e manchevoli rappresentazioni tecniche fornite dalla Balfour Beatty Rail, capofila dell’ATI appaltatrice delle opere controverse.
per le Associazioni e i Comitati
Loredana Di Paola – WWF – L’Altra Città Pescara
info: 333 8391147
dove hanno il proprio domicilio, dove le ville in cui albergano – in quale strada parco – i Pasdaran dell’antifilobus?
a chi i Cieli puliti? A NOI!!!
a chi lo smog? al popolo bove!!!!!
Lei, Egregio Signor Bariletti, pensa davvero che i titolari dei cieli puliti respirino un’aria migliore del “popolo bove” di Viale Bovio o della stessa Riviera, dove peraltro le ville sono molto più belle, distanti una manciata di metri dalla invidiata strada parco dei Pasdaran antifilobus? Di grazia, gentile Gabriele, Lei dove alberga a Pescara?
Mi pare che gli anti Pasdaran si esibiscano in commenti ben più velenosi degli amici della strada parco, apprezzata non solo dai fortunati residenti. A parte qualcuno, irriducibile!
Una associazione ambientalista che si batte contro un sistema di trasporto ecologico è un qualcosa che definire “comico” è poco, tanto più quando le argomentazioni portate sono a dir poco puerili. Si parla di “tram su gomma” quando il filobus non è un tram su gomma, e già questo denota la palese ignoranza in materia. Forse i comitati farebbero più bella figura a tacere o ad ammettere che il problema non sono né i pedoni né i ciclisti, ma chissà quali altri interessi dietro la strada parco. Basterebbe che la signora Di Paola facesse un giro nella vicina Chieti per vedere come è fatto un filobus ed apprezzarne i vantaggi. Oppure, se ha tempo e voglia, farsi un giro in città virtuose come Milano, Bologna, Napoli, Roma….gli si aprirebbe un mondo…Scoprirebbe che esistono tram e filobus che si armonizzano perfettamente con l’ambiente….
Le due risposte “acide” ricevute denotano che evidentemente si è pestato qualche callo con il nostro articolo. Continuiamo a ritenere che se ci sono stati illeciti nella realizzazione dell’opera, saranno gli organi competenti ad accertarlo. L’opera è completa quasi al 90% e non ha senso spendere soldi per smantellare tutto, a meno che a pagare non siano i comitati che hanno così tanta necessità di andare in bicicletta proprio lungo il percorso del filobus. Se il problema è di omologazione mezzi è un falso problema: la faccenda del Civis bolognese insegna che cambiare i mezzi è possibile, e, nel caso specifico, la sostituzione dei Civis a guida ottica con dei Crealis tradizionali è tutta a carico di Irisbus, senza aggravi aggiuntivi. Ma a Bologna evidentemente c’è una saggezza che in terra d’Abbruzzo non regna. Abbiamo visto come a L’Aquila si sia deciso di buttare nel secchio un’opera praticamente terminata, abbiamo ben sotto gli occhi i soldi spesi per NON riattivare ancora la ferrovia Lanciano – Castel di Sangro (nel frattempo si lavora per unificare due stazioni a Castel di Sangro con traffico ferroviario pari a zero, ma non vediamo proteste da parte degli ecologisti). Si potrebbe parlare di Chieti, con tutti i soldi spesi per avere una filovia a mezzo servizio (invece di fare il prolungamento che forse non vedrà mai una vettura si potevano comprare dei mezzi in più forse), si potrebbe parlare di tante altre cose, ma ci limitiamo ad osservare che le proteste sono sempre le stesse, in tutte le città, anche a Lecce si parlava dell’antiesteticità dei pali…come se invece i gas di scarico non fossero un problema. Rispediamo al mittente tutte le critiche, compreso il gentile invito a farci i “fatti nostri” : abbiamo espresso un giudizio, sotto forma di appello, continuiamo a ritenere che fermare l’opera sarebbe una idiozia colossale e chiediamo, ancora una volta al Sindaco di Pescara, da cui attendiamo una risposta, di non cedere alla pressioni esterne. Riteniamo infine assurdo che chi si professa ecologista stia combattendo una battaglia contro uno dei mezzi più ecologici che esistano. Ed è un controsenso anche perché il percorso che verrà coperto dal filobus potrà agevolare chi intenderà usufruire della “Strada Parco” . Un progetto a servizio di molti osteggiato per la volontà di pochi.
Omar Cugini
Presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Egregio Presidente,
Le perdono volentieri l’Abbruzzo, con la prima doppia spregiativa, frutto di un mero errore di battitura, senza meno indotto dalla cattiva pubblicità resa alla gloriosa Regione, negli ultimi tempi, da un noto senatore svizzero. Per dirle che un Centro Studi di riguardo, qual è certamente il Cesmot, anziché limitarsi alle sterili dichiarazioni di principio (la filovia di Pescara è cosa buona e giusta e la peste bubbonica colga chi volesse opporsi ad essa, dovrebbe, più propriamente, entrare nel merito delle questioni poste. Perché mai per i 49 Civis di Bologna buttati letteralmente alle ortiche, oggi Crealis, a Suo parere a totale carico di Irisbus, la Corte dei Conti ha accertato e sanzionato un danno erariale che fin qui si commisura in 91 milioni di Euro? Com’è possibile che nella quasi totalità degli appalti in corso d’opera in Italia, tutti finanziati dalla Legge 211/1992, la magistratura penale ha dovuto rilevare non pochi reati, compreso il caso della menzionata filovia di Lecce? In quella città, sono stati spesi 22 milioni di Euro per una filovia convenzionale di 25 Km, con dodici veicoli in esercizio. A Pescara, s’investono 25 milioni di Euro per una filovia cosiddetta innovativa, di ardua omologazione nel sistema elettronico di guida magnetica assistita, di appena sei chilometri scarsi di percorso elettrificato e soltanto sei mezzi in circolazione. Peraltro, da impiegare su entrambe le corsie di un tracciato angusto, privo per lungo tratti di marciapiedi idonei e accessibili, sovradimensionato nella struttura rispetto alle effettive esigenze trasportistiche, con i conseguenti notevoli disagi alle consolidate abitudini di vita della popolazione residente. Che razza di proposta ragionevole è questa? Di qui, i motivi della sacrosanta protesta: come vede, si tratta di ben altro rispetto agli sprezzanti “Cieli lindi” del buon Bariletti! Sarà forse questa la ragione vera dell’incessante declino?
P.S.: non risulta allo scrivente che il Sindaco Alessandrini abbia mai proposto di mandare tutto all’aria…
Errata corrige: lunghi tratti…
Io leggo questa dichiarazione “No ai filobus di 18 metri, scrive Alessandrini nella lettera lunga 4 pagine, ma «mezzi moderni, dotati dell’innovativo sistema di trazione ibrido-elettrica meglio instradabili nelle anguste vie cittadine, senza le superflue e costose infrastrutture aeree fisse».
E già qui il sindaco (e probabilmente non solo lui) dimostra di avere poche idee ma confuse. Quali sarebbero i mezzi di cui si vaneggia? Vorrei un esempio concreto. AH, e non sono moderni manco per niente…li abbiamo avuti a Roma: Iveco 490 EYY “Altrobus” , mezzi “Ibridi” diesel – elettrici..non hanno mai funzionato, sono stati un pessimo investimento. E sono stati buttati dopo neanche 10 anni di servizio (anzi…mezzo servizio visto che han girato quasi sempre su una linea e per mezza giornata). Sulla questione Civis (e chi li ha provati ha detto che i problemi erano tutti tranne che la guida ottica) occorre sfatare una marea di bugie: i finanziamenti erano per un sistema a guida vincolata. Nella fattispecie il progetto iniziale era per un tram (il filobus non è più considerato un sistema a guida vincolata in quanto i mezzi moderni sono tutti dotati di marcia autonoma), cambiato in corsa quando cambiò giunta (cavalcando la classica ed italica stolta campagna anti tram). Per non perdere i finanziamenti si cercò di utilizzare l’artificio della guida ottica per giustificare un vincolo di infrastruttura. A padova era accaduta la stessa cosa, solo che al posto del tram adottarono il sistema Translohr. Considerando che GTM ha ereditato anche tutto ciò che era collegato alla vecchia Gestione Commissariale Governativa Ferrovia Pescara – Penne (esistita fino a pochi anni fa) il sospetto che si sia messo appositamente il sistema a guida magnetica allo scopo di reperire fondi è più che un sospetto. In Olanda cmq il sistema funziona benissimo, semmai l’unica problematica è che necessità di corsie apposite (preferenziali) e questo genera malumori. Ma, un sistema di trasporto che nella versione da 18 metri ha una capacità di 104 posti complessivi non è assolutamente da buttare…anzi….
Però, forse, nella foga anti filobus più di qualcuno preferirebbe buttare tutto nel secchio. Come fatto a L’Aquila. O come fecero a Salerno, dove ordinarono filobus nuovi senza praticamente farli mai girare. La storia nulla insegna.
Qualcosa ha scritto, caro Presidente, e questo è un piccolo passo avanti. Spero che non si offendano in GTM, data la nota suscettibilità. Il Phileas, che non funziona “benissimo” da nessuna parte, necessita di corsie dedicate, interamente costruite in cemento armato, come da prescrizioni APTS, mentre si dà il caso che la strada parco faccia acqua da tutte le parti. Per questo motivo, il Sindaco, che a me non pare affatto abbia le idee confuse, vorrebbe cambiare il mezzo con altro a tecnologia ibrida-elettrica, magari della stessa ditta costruttrice, magari Euro 6, che circola dappertutto da lunghi anni, con piena soddisfazione dei gestori e degli utenti, checché ne dica Cesmot. Cosa c’è di così grave da suscitare il biasimo del Presidente Cugini? Ben diverso sarebbe optare per una filovia convenzionale, da impiegare all’intero percorso e anche sugli altri lotti ipotizzabili, ma qui casca l’asino: non si vogliono i pali e i fili, benché bellissimi, nel centro cittadino. E allora, perché svilire in popolo bue solo i privilegiati residenti della strada parco? Tutti o nessuno, azz!
Si, ma cosa sono queste vetture ibride? Si vuole seguire la follia sanremese dell’idrogeno? Quanto ai pali, a me sembra siano stati messi anche altrove, non solo nella strada parco…Ripeto, il problema è di vetture? Benissimo, chiediamo tutti al sindaco di valutare cosa si può fare per avere filobus tradizionali.
Dalle risposte sembra evidente che il problema è proprio nella “strada parco” . Poche persone preferiscono buttare nel secchio un’opera di miglioramento del TPL solo per poter continuare a fare le loro passeggiate in bici. Mi sembra una visione molto miope. Oltretutto ci si dimentica che proprio lì passava la ferrovia Pescara – Penne, collegamento ferroviario troppo frettolosamente abbandonato. Gli interessi di pochi (finti) ecologisti non possono danneggiare la cittadinanza. Le scuse addotte sono sterili e prive di fondamento. Anche in altre città girano i filobus e non si registrano problemi al manto stradale. Milano, Genova, Sanremo,Bologna, Modena, Parma, Rimini, Roma, Napoli, Ancona, Chieti,Lecce e Cagliari hanno una rete filoviaria ben funzionante, anche con mezzi moderni, e non si sono mai sentiti problemi di dissesto stradale. Le uniche città in controtendenza, dove stupidamente si è rinunciato al filobus negli ultimi anni (nel silenzio assordante degli ecologisti) sono state Cremona, Carrara e Salerno. Inoltre città come Torino, Milano, Bergamo, Venezia, Padova, Firenze, Roma, Napoli, Cagliari e Sassari (e prossimamente Palermo) hanno una funzionale rete di tram. E non si sono mai sentite sterili proteste su pali e fili. Non è possibile che in Italia, come si inizia un’opera, sorgano subito i comitati a difesi di alberi,parchi, le mamme antitram ecc ecc. Le ns città sono soffocate dal traffico e dallo smog. E il filobus è uno dei mezzi più ecologici che esistano. Se fossi il sindaco di una grande città me ne fregherei altamente di chi protesta perché dovrà andare a farsi il giro in bici altrove, perché a fronte di pochi disagi, una linea di filobus/tram o metropolitana genera vantaggi,anche nel lungo periodo, per la collettività e per l’ambiente. oltretutto i vituperati pali sono anche poco invasivi, ma forse, i signori che qui si sono scagliati contro di noi e contro l’opera, preferiscono che il TPL si faccia da parte, per favorire il mezzo privato. Davvero si pensa di poter sostituire i filobus con dei minbus a batterie? Qualcuno che propone questa strampalata idea ha presente la capienza di un minibus elettrico?
Mi spiace fare il Professore, tanto più al cospetto di un Presidente autorevole come Lei, ma la strada parco è il rilevato dell’ex tracciato della vecchia Ferrovia Adriatica, nata nel lontano 1863 e cessata a gennaio del 1988. Quindi, da ben oltre un ventennio, i cittadini hanno avuto modo di apprezzare quello spazio libero da mezzi circolanti di sorta e, mi creda, in una città stretta come Pescara, l’opportunità caduta dal cielo, lindo o meno che sia, non è cosa di poco conto, neppure per il popolo bue di Viale Bovio. Il trenino Penne – Pescara, poi, su cui concordo che è stato sbagliato deciderne la rimozione, forse proprio ad opera dello stesso principale fautore della filovia odierna, transitava nell’adiacente Viale Kennedy, zona residenziale di pregio della città. Debbo rilevare, però, con amarezza, come Lei persista nell’evitare tassativamente le risposte nel merito dei gravi problemi sollevati: come se fosse stato a ciò addestrato opportunamente dall’alta scuola esibita, in proposito, da tutti gli addetti ai lavori del posto. Mai rispondere alle domande, con particolare attenzione a quelle insidiose!
In nessuna città il filobus dà problemi. SOlo a Pescara sembra che li dovrà dare. Molto strano. Se il problema è di mezzi, basta cambiarli, ma ripeto, dalle slide di progetto risulta il mantenimento della ciclabile,e,cmq, con pochi accorgimenti, si salva capra e cavoli. Del resto a Firenze il tram passa all’interno del parco delle Cascine, senza necessità di muri o filo spinato, integrandosi perfettamente con l’ambiente circostante. A noi del CeSMoT non piace dire no a priori, siamo sempre stati dell’idea che ogni progetto sia migliorabile. Nella fattispecie, non vediamo nulla di così speciale nella strada parco e non comprendiamo perché per l’interesse di pochi si debba fare una guerra santa verso un’opera di tpl. A noi continua a sembrare una presa di posizione fortemente egoistica. L’infrastruttura è terminata al 90%, smantellare tutto mi sembra quanto di più idiota possa esserci, variare il percorso, solo per far contenti pedoni e ciclisti mi sembra ancora di più folle…noi restiamo convinti della bontà del progetto, siamo solo dispiaciuti che in Italia talvolta, si debba ricorrere a stratagemmi per avere accesso ai finanziamenti. Ma siamo convinti che anche una filovia tradizionale, senza guida ottica, magari con mezzi da 12 metri, vi avrebbe procurato ugualmente allergia, perché il vs problema è che volete che la strada parco resti solo una squallida striscia di asfalto libera da tutto…(fermo restando che lo spazio c’è abbastanza per farvi girare a piedi o in bici) Posizione abbastanza egoistica, tanto più che avere un rapido e comodo mezzo di TPL non può che generare benefici anche a chi usufruisce dalla zona.
Non c’è cosa peggiore, Caro Presidente, di ragionare con chi è poco addentro alla conoscenza diretta dei luoghi. Come può definire la strada parco una squallida lingua d’asfalto senza averla mai frequentata? Cosa conosce delle abitudini di vita delle migliaia di residenti che gravitano sul tracciato? Mi creda, non basta visionare una slide, magari pure artefatta nelle proporzioni, per giudicare la validità di un progetto e l’inevitabile impatto ambientale che un tram su gomma non potrà non avere sul pregevole stato dei luoghi. Stia certo, noi confidiamo che il nuovo Sindaco possa fare meglio di quanto Lei si aspetti, senza necessariamente mandare tutto all’aria. Non saremo romani, ma non siamo affatto coglioni!
Il tram su gomma non è un filobus, al massimo è il translohr, che però è assimilato ad un tram. Cmq, cvd, il problema è proprio da sindrome NIMBY…ovvero, fate la filovia dove vi pare ma non nella strada parco. Che per avere un’idea di come è basta semplicemente vedere le foto. E, cmq, l’interesse della popolazione ed il diritto ad una mobilità sostenibile viene prima di tutto. Ma è un discorso sterile. Cmq, siamo sicuri che quando il sindaco si renderà conto delle penali, smetterà di dare retta ai vari comitati. Salvo che i comitati suddetti non rompano i salvadanai.
Su Évéole , nome commerciale del sistema adottato a Douai , non farei troppo affidamento sul presunto malfunzionamento, nel senso che i francesi son molto di parte e partono dal presupposto che i sistemi che inventano loro sono i migliori al mondo, mentre gli altri danno problemi. Anche il Translohr, ha avuto qualche problema di “dentizione” stranamente in Italia ma non in Francia. detto ciò, le uniche critiche che ci sentiamo di poter muovere alle giunte Pescaresi è di aver scelto un sistema che , alla fine, ha ben pochi vantaggi rispetto una filovia tradizionale. Se devi “impiccarti” nel fare la guida magnetica, tanto vale che realizzi una tramvia. Tanto più che nel mercato dei filobus, produttori come Van Hool o Solaris rappresentano quasi il meglio in circolazione (in Italia Van Hool ha fornito vetture a Milano, Rimini, Chieti e Lecce e prossimamente ad Avellino) . Quindi, la guerra santa al filobus è stata mal posta: il problema è non di tracciato, ma di costi delle vetture. Nonché essere praticamente i primi o quasi ad adottare un simile sistema. Con tutti i rischi del caso. Vero è che qualcuno deve pure iniziare, però, nella fattispecie, filobus normalmente in commercio si potevano tranquillamente acquistare. La soluzione potrebbe proprio essere questa: trovare un accordo per sostituire i phileas con filobus tradizionali (e cmq, per i tratti a marcia autonoma, l’esperienza romana insegna che assolutamente non si deve ricorrere agli accumulatori, a meno che la tratta sia davvero breve….qui abbiamo circa 15 vetture ferme per mancanza batterie…)magari invece di avere 8 vetture da 18 metri prenderne qualcuna in più da 12 metri e si evitano anche le proteste di chi giudica troppo ingombranti i 18 metri (e cmq 8 vetture son pochine)
In Francia, hanno di recente deciso di rottamare i dieci Evéole (alias Phileas) in circolazione dal 2008: questo è quanto. Per la filovia convenzionale, Le ho già risposto compiutamente: non la vogliono i residenti ancora più fortunati di quelli della strada parco. La informo, in proposito, che nell’anno 2000 il Sindaco dell’epoca ha annullato una gara d’appalto in corso di aggiudicazione, per una filovia convenzionale di 23 Km, buttando al vento un bel pacco di quattrini, di concerto con i responsabili GTM dell’epoca. Come vede, la storia si ripete, sempre a danno dei cittadini. Sarà questa la vera ragione dell’incessante declino ovvero la colpa storica è comunque degli “ecologisti della domenica”? Cordialmente, Ivano Angiolelli
PS
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Le sembra male, caro Presidente: i pali sono stati messi solo ed esclusivamente sulla strada parco. A cosa servono, se non a spendere soldi? Tra l’altro, in marcia autonoma, non è stato ancora individuato un percorso sicuro per il bisonte. Lo faremo circolare, andata e ritorno, solo sulla strada parco, col semplice accorgimento della doppia cabina di guida, sul fronte e, perché no, pure in coda al veicolo! Cordialità
Quando non si hanno argomenti si ricorre alle falsità. Senza neanche pensare che basta anche Google maps per sbugiardare gli anti filobus. Purtroppo è inutile parlare con i finti ecologisti, perché sanno solo contrapporre sterili e banali luoghi comuni. Del resto, una associazione come il WWF, che si professa ambientalista,e che invece è contro un’opera ecologica fa capire come le Vs proteste siano solo strumentali, per non dire ridicole. Citate mezzi ibridi al posto del filobus senza neanche sapere cosa sono, dimenticate che il tracciato è pronto anche a Montesilvano, dimenticate anche che il vs sindaco, ammesso che abbia veramente voglia di finire davanti alla Corte dei Conti in caso di blocco del progetto, non ha alcuna competenza nel territorio del Comune limitrofo, dimenticate (o fate finta di dimenticare) che i fondi erogati sono vincolati all’opera. Non possono essere utilizzati per altro. ma a voi di questo cosa frega? Importante è tenersi una stradina dove andare in bici, poi chissenefrega se la città scoppia di traffico…L’uscita del sindaco somiglia molto alle sparate del sindaco di parma quando prometteva che avrebbe fermato l’inceneritore…chissà perché son rimaste solo parole. Ed anche queste resteranno solo parole, dovrete rassegnarvi al progresso. Anche se effettivamente meritereste solo tanto smog e tanto traffico. Potreste passare alla storia come la città che ha preferito lo smog al filobus….per finire, l’opera è di competenza della Regione Abruzzo, la stessa GTM non è una società comunale ma regionale in quanto erede della ex Gestione Commissariale Governativa Ferrovia Pescara – Penne…ergo, il comune non può fermare un bel ficus. E cmq c’è ben poco da protestare, la protesta di voi comitati è strumentale e strettamente legata a chissà quali interessi, probabilmente ha ragione il Dott. Bariletti…a pensar male, spesso, ci si azzecca….
Vorrei solo aggiungere alla discussione un elemento non trascurabile. La difesa della strada parco come “percorso verde pedonale e ciclabile” non ha senso. A pochissimi metri c’è una riviera meravigliosa che aspetta solo di essere liberata dalle auto per mettere i cittadini nella invidiabile condizione di godere di uno spazio unico ed incontrare non solo altri pescaresi ma anche turisti. Gli “ambientalisti” dovrebbero favorire la chiusura dei lavori della filovia per puntare al rilancio della città attraverso la valorizzazione, riqualificazione e pedonalizzazione del suo asset più importante e prestigioso: il lungomare!