Con la stolta e scellerata soppressione della tratta Centocelle – Giardinetti, avvenuta da parte di ATAC in data odierna, possiamo ben dire, alla luce anche delle cervellotiche ed astruse ultime modifiche della rete autobus, che a Roma sia definitivamente terminata “l’era del ferro” iniziata dalle passate amministrazioni. Da oggi ATAC, che già ha dato prova di scarsa capacità nel gestire il settore metroferro, come ad esempio sulla Roma – Lido dove l’orario ufficiale è solo un foglio di carta appeso nelle stazioni essendo totalmente differente dalla realtà dell’esercizio, punta decisamente a trasformare Roma in una città invasa dagli autobus, con conseguente peggioramenti dei tempi di viaggio. Se prendiamo, ad esempio una persona che parte da Torre Spaccata per andare a Termini, ora deve scendere in metro, arrivare a Parco di Centocelle, uscire dalla metro e prendere il 105, con tempi di attesa, senza traffico e sperando che non ci siano ritardi, di circa 120 minuti, a fronte dei 40 minuti che si impiegavano con la ferrovia. E gli esempi potrebbero essere molteplici, ma tutti portano a pensare ad una precisa strategia di ATAC, colpevole, oltretutto, di un vero e proprio colpo di mano, con la decisione di sopprimere la ferrovia in pieno agosto, con la città quasi deserta, al fine di limitare ogni possibile protesta e mettere gli utenti davanti al fatto compiuto. Nel continuare a chiedere a gran voce a tutti i soggetti preposti la revoca del provvedimento e la riattivazione della tratta Centocelle – Giardinetti, chiediamo, come CeSMoT, l’immediata rimozione del Direttore d’Esercizio del settore Metroferro di ATAC, che ha firmato ed avallato il provvedimento di chiusura nonchè la contestuale rimozione di tutti gli altri dirigenti ATAC e/o Roma Servizi per la Mobilità responsabili di tale scempio.