Pubblichiamo lo studio di un piano di riforma della rete di TPL nel territorio della Valle di Comino, in provincia di Frosinone
Il piano è scaricabile cliccando al link sottostante
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Il dibattito sull’opportunità o meno di proporre Roma come città candidata alle Olimpiadi del 2024,animato più da questionin ideologiche che pratiche,non tiene finora assolutamente in considerazione quali e quanti investimenti fare nel TPL, incentrando tutto sugli impianti da realizzare e sulle “location” delle gare. Come CeSMoT siamo favorevoli alla candidatura olimpica se e solo se gli investimenti riguarderanno infrastrutture per la città. Altre cattedrali nel deserto raggiungibili solo con la macchina lungo una strada a due corsie e senza parcheggi, non servono e ne abbiamo già abbastanza. Quindi, si alle olimpiadi SOLO se gli investimenti riguarderanno il tpl. Se invece il programma riguarda SOLO realizzare impianti restiamo assolutamente contrari,vista anche esperienza dei Mondiali di Nuoto. Ovviamente fare investimenti nel tpl non vuol dire fare ad esempio una preferenziale in mezzo al prato fino a tor vergata,dove.si prevede il Villaggio Olimpico,ma vuol dire farci arrivare una metropolitana,come ad esempio il prolungamento come metropolitana leggera della Roma -Giardinetti. Prima di pensare alla realizzazione degli impianti, occorre realizzare le infrastrutture: solo così evento Olimpico potrà essere occasione di crescita per la città. Le tante criticate Olimpiadi del 1960,hanno si comportato la soppressione di numerose linee tramviarie (ma si trattava di percorsi in gran parte ormai superati,risalenti alla riforma del 1929) ma hanno lasciato in eredità alcuni importanti assi viari ed in generale un rinnovamento del tpl. E,probabilmente,se non si fosse stati in pieno boom aitomobilistico,avrebbero lasciato in eredità anche nuovi collegamenti su ferro. Riteniamo che se il Comitato Organizzatore ed il.Governo mettano nero su bianco precisi impegni in tema di tpl,l’amministrazione comunale non debba farsi sfuggire occasione,fermo restando che devono essere progetti immediatamente cantierizzabili e da realizzarsi a prescindere se Roma verrà scelta o meno. Altrimenti conviene disimpegnarsi ed evitare cattedrali nel deserto ed ulteriori colate di cemento
Con la scandalosa e pretestuosarimodulazione del servizio attuata a partire da ieri da parte di ATAC,il tpl romano ha toccato il punto più basso della sua centenaria storia. Quella che, auspichiamo in buona fede,l’amministrazione comunale, cercando di mitigare il disagio, ha chiamato “operazione trasparenza,è,purtroppo nei fatti un vero e proprio “raggiro”operato da atac nei confronti degli utenti, costretti a snervanti attese alle fermate a causa dei tagli “random” di corse, specie in periferia. Pur essendo palese l’inadeguatezza e l’obsolescenza del parco mezzi,appare molto strano il taglio medio del 20% di corse su quasi tutte le linee,per di più anche laddove non si erano mai registrate criticità,ovvero ad esempio su linee come 105 o 714 che vedevano impiego esclusivo di vetture nuove. Inoltre,se si analizzano le soppressioni,esse sono concentrate solo in alcune fasce orarie,il che è anomalo in quanto se manca una vettura salta l’intero turno ad essa associato. Non vorremmo dover pensare che ATAC, che già si è dimostrata scarsamente capace nel gestire il comparto metroferro,stia tentando di mascherare,con la scusa dell’indisponibilità di vetture le sue inefficenza gestionali,ovvero orari e tempi di percorrenza totalmente teorici e non rispondenti alla realtà romana. Riteniamo,come CeSMoT,che più che tagliare corse occorra tornare a lavorare con urgenza su una riforma delle rete che,ottimizzando i percorsi,possa aumentare la regolarità delle corse, ed auspichiamo che ciò possa essere quanto prima essere preso in considerazione da parte della Commissione Mobilità. Nel frattempo,qualora venisse appurato che le responsabilità della mancata manutenzione e disponibilità delle vetture fosse solo da addebitarsi ad atac (e visti i precedenti con i filobus Solaris Ganz e.con i minibus Tecnobus Gulliver temiamo sia così )appare necessario che l’Amministrazione Comunale operi un taglio,qualora possibile,dei corrispettivi erogati ad ATAC previsti dal contratto di servizio,studiando,contemporaneamente,forme di indennizzo per i pendolari che,negli ultimi mesi,hanno pagato un abbonamento ricevendo in cambio un servizio spesso scadente e vigilando affinchè in futuro simili situazioni non si vengano a ripetere.
La recente notizia della riduzione “ufficiale” del servizio ATAC (vedi http://www.muoversiaroma.it/muoversiaroma/articolo.aspx?id=20747) dimostra purtroppo drammaticamente l’inesperienza e l’incompetenza dell’amministrazione capitolina in materia di tpl. Dopo aver nominato,con molta “fantasia” ,un ingegnere nucleare a capo di ATAC, il sindacO , coadiuvato dall’inconsistente assessore alla “città in movimento” (ma sarebbe più giusto definirla città immobile) e dal presidente della commissione capitolina ai trasporti (che più che dare retta ai blogger sarebbe più opportuno viaggiasse in altre città italiane ed europee per vedere come funziona il tpl) invece di potenziare il servizio ed incentivare l’utilizzo del tpl,attuano un drastico taglio del servizio,giustificando,di fatto, la pessima gestione di atac e fornendogli un comodo alibi per giustificare le inefficenze gestionali. Mai nella centenaria storia del tpl ronano si era arrivati ad una situazione così asssurda. Dubitiamo fortemente che i romani siano felici di sapere che il loro bus avrà frequenze da corriera extraurbana,e con l’imminente riapertura delle scuole il caos sarà inevitabile con un esponenziale aumento del traffico cittadino. È perfettamente inutile questa rimodulazione del servizio in quanto implicitamente invita l’utenza ad utilizzare mezzi alternativi. Come CeSMoT chiediamo,per tanto una immediata revoca del folle ed ipocrita provvedimento e un piano di potenziamento del servizio,attraverso anche una mirata azione di controllo sul rispetto da parte di ATAC del contratto di servizio,per il quale,è bene ricordarlo, riceve un adeguato corrispettivo finanziario da parte del comune. Se poi l’assessore e/o il presidente della commissione mobilità e/o i vertici ATAC non fossero un grado di adempiere ai loro compiti, primo fra tutti quello di garantire il diritto alla mobilità, per doveroso rispetto e coerenza verso i cittadini romani,farebbero meglio,invece di lanciarsi in demagogici provvedinenti, a rassegnare,sic et simpliciter,le immediate dimissioni prima di distruggere totalmente e definitivamente il tpl romano.
Con la recente nomina del nuovo amministratore unico di ATAC , Manuel Fantasia, possiamo a ragione dire che siamo davvero arrivati al punto che la realtà supera la fantasia. Abbiamo avuto in passato un ingegnere idraulico come presidente,e infatti l’azienda faceva acqua da tutte le parti. Con il fisico nucleare avremo un tpl che va una bomba. Dopo il bosone di Higgs, il bussone di Atac. Una scelta davvero azzeccata visto che a Roma i bus sono come gli atomi… esistono, ma nessuno li vede. Magari,visto che i bus romani sono anche misteriosi cone i buchi neri, si potrebbe nominare un astrofisico come Presidente…Non vorremmo dover pensare che ancora una volta la politica,invece di operare scelte a favore dei cittadini,abbia operato scelte atte a favorire gli amici degli amici e che il “nuovo che avanza” sia più vecchia della vecchia politica che dice di combattere. Al nuovo amministratore unico di ATAC facciamo i nostri auguri di cuore: ci vorrà davvero tanta fantasia per salvare un’azienda moribonda e risollevare il tpl romano dal coma profondo in cui lo han gettato anni di disastrose (mal)gestioni ATAC. Se riuscirà nell’impresa meriterà una statua da erigere in Via Prenestina…Ma se anche Manuel Fantasia fallirà nel suo compito (o scapperà a gambe levate dopo essersi reso conto della situazione) ci permettiamo di suggerire all’Onorevole SindacO,di non perdere tempo nel cercare un nuovo sostituto ma di portare immediatamente i libri di ATAC in tribunale e di indire una gara per affidare il tpl ad un nuovo e capace soggetto
Con le dimissioni di Marco Rettighieri ed Armando Brandolese si chiude un assurdo periodo di tensioni che ha visto contrapposti Comune di Roma e management di ATAC SpA. Ora, al di là delle chiavi di lettura politiche che lasciamo volentieri a chi fa il politico di professione, è giunto il tempo di voltare pagina. Come CeSMoT chiediamo che IL sindacO di Roma sappia operare scelte giuste per la città, in breve tempo, e scegliere un top management per l’atac capace di rilanciare l’azienda, realizzare investimenti e proporre un piano industriale funzionale a restituire alla città un servizio di TPL ai livelli di una capitale europea. È giunto il momento di dire basta a questi atteggiamenti “ostili” della politica che usa i servizi, la città e i cittadini come campo di battaglia. Roma non merita di essere ostaggio di diatribe che non devono neanche marginalmente toccare i servizi essenziali della città. Il TPL, come da sempre ribadiamo, non ha colore politico e deve essere solo ed esclusivamente a servizio dei cittadini
Il nuovo orario invernale della Ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, non porta alcuna novità positiva per i pendolari che quotidianamente utilizzano la tratta, anzi, viene fondamentalmente confermato un orario che sembra studiato appositamente per scoraggiare l’utilizzo del treno. Un’estate di lavori e disagi porta come unica novità 4 corse autobus integrative, che appaiono un vero e proprio controsenso visto che ATAC non riesce a gestire le autolinee urbane del Comune di Roma, come dimostrano le numerose linee sospese in maniera casuale per mancanza di vetture, durante tutto il periodo estivo. Considerando il totale ed imbarazzante menefreghismo della Regione Lazio, che non ha alcuna intenzione di investire nè di mettere a gara o affidare in concessione le tre ex concesse, ed in considerazione della evidente e palese gestione fallimentare di ATAC, che da quando è subentrata a Met.Ro. SpA ha comportato solo riduzioni ed un servizio sempre più scadente, chiediamo, come CeSMoT, che, come già avvenuto in Puglia per Ferrovie del Sud-Est, anche le ferrovie laziali passino sotto la gestione di Ferrovie dello Stato o che venga stipulato un accordo, come ha già fatto la Regione Umbria, con la cessione temporanea dell’infrastruttura ad RFI per l’ammodernamento, e gestione a Busitalia. Diamo termine a questo supplizio che quotidianamente fa soffrire centinaia di migliaia di romani e viterbesi, che meritano ed hanno diritto ad avere un servizio ferroviario efficace ed efficiente. I progetti faraonici, come il raddoppio oltre Montebello o la nuova stazione di Piazzale Flaminio, servono solo a gettare fumo negli occhi, e a distogliere l’attenzione dai reali problemi della linea. Un poco come fu a suo tempo l’annuncio dell’acquisto di nuovi treni, mai arrivati a causa del fallimento della Firema a cui era stato affidato l’incarico. In tutti questi anni, oltretutto, la Regione Lazio non si è nemmeno mai preoccupata nè di fare un nuovo bando di gara nè di chiedere alla nuova società subentrata proprio a Firema la ripresa della commessa a suo tempo affidata. Ci chiediamo perciò quanto tempo debba ancora passare affinché i pendolari del Lazio smettano di essere considerati di serie B.