I recenti avvenimenti nel trasporto pubblico romano, ovvero l’assurda decisione di non proseguire lo scavo della Metro C oltre Colosseo con conseguente abbandono delle TBM, e l’incomprensibile decisione di liquidare RomaMetropolitane apre preoccupanti scenari sul futuro della mobilità romana. Arrivati a questo punto c’è da pensare che lo stesso PUMS resterà un libro delle buone intenzioni e che tutti i progetti resteranno sulla carta. Se da un lato non vedere realizzate le inutili funivie sarà un bene, la mancata realizzazione delle nuove linee tram, il mancato prolungamento della Metro B e la mancata riattivazione della Centocelle – Giardinetti danneggerebbero la mobilità cittadina. Ci chiediamo, come CeSMoT, se questa amministrazione abbia realmente intenzione di colmare il gap trasportistico che separa Roma dalle altre città italiane ed europee o se si vuole continuare il mantra del dare la colpa agli altri. In questi due anni e mezzo abbiamo sentito tante bellissime parole, ma pochissimi fatti concreti. Salvo voler credere che aver rimesso su strada alcune vetture elettriche Tecnobus Gulliver ferme da anni o aver comprato nuovi autobus (escludendo la pietosa e penosa vicenda delle vetture israeliane non immatricolabili sulla quale è sceso un imbarazzante silenzio) o aver inaugurato (a regime ridotto)la filovia sulla Via Laurentina costituiscano grandissimi risultati. Oltre ad auspicare un ripensamento immediato sulla Metro C , attivando tutte le procedure necessarie ad arrivare a Piazza Venezia, attendiamo di sapere le intenzioni del nuovo assessore alla mobilità: come consigliere comunale e come presidente della Commissione Mobilità non ha particolarmente brillato,ma saranno i fatti a giudicare. Il tempo delle chiacchiere è finito: Roma sta morendo di traffico.