Comunicato Stampa – CeSMoT: assolutamente contrari a trasformazione ferrovia Lanciano – Marina S. Vito in percorso ciclopedonale

Apprendiamo con enorme sconcerto dell’ennesimo progetto di dismissione del vecchio tracciato Lanciano – San Vito della Ferrovia Sangritana per trasformarlo in pista ciclo-pedonale. Ancora una volta la Regione Abruzzo si dimostra totalmente allergica al trasporto pubblico,come purtroppo la storia della Sangritana insegna e che,come CeSMoT, riteniamo utile ricordare: nel 2008 viene aperta la nuova linea di fondovalle tra la nuova stazione di Lanciano e la nuova stazione RFI di San Vito Lanciano. Al posto della storica stazione in centro i cittadini di Lanciano si ritrovano una stazione in periferia, con la necessità di utilizzare o la macchina o l’autobus per poter prendere il treno. La nuova linea taglia fuori i centri di Treglio e San Vito CHietino,ora serviti da autobus sostitutivi. In oltre 10 anni si sono susseguiti i progetti più fantasiosi, tra cui trasformare la linea in un ipotetico tram-treno,mentre la società era impegnata a riforestare il Costa Rica o nel costoso revamping delle elettromotrici belghe  AM56 (i famosi “Orsetti” ) ,10 mezzi del 1956 di cui solo 5 ristrutturati per il servizio. Desideriamo anche ricordare gli infiniti lavori di ricostruzione della linea Archi – Castel di Sangro (almeno altri 5 anni di lavori) e l’inutile unificazione delle stazioni di Castel di Sangro completata dopo che le stessa Regione Abruzzo aveva decretato la morte della linea Sulmona – Castel di Sangro  La nostra associazione esprime piena contrarietà allo sconsiderato progetto di smantellamento della ferrovia, l’esempio del tracciato abbandonato della vecchia linea costiera delle FS è sotto gli occhi di tutti e stride tremendamente con i paesaggi della costa dei Trabucchi. Al posto di un inutile percorso ciclopedonale sarebbe meglio che i comuni si battano per il ripristino della ferrovia, unico mezzo veramente ecocompatibile. La stessa Sangritana, oltre a possedere una locotender a vapore del 1914 con due carrozze a terrazzini,possiede numerosi altri rotabili storici che, se ristrutturati, potrebbero essere ottimamente utilizzati per servizi turistici, come dimostra il successo ottenuto in passato dall’iniziativa del Treno della Valle. Invitiamo l’assessore Campitelli, che tanto si è riempito la bocca parlando di “Mobilità sostenibile” a documentarsi su consolidate realtà ferroviarie,come ad esempio in Svizzera dove la Ferrovia del Bernina è patrimonio Unesco. Riteniamo che il viadotto elicoidale di San Vito Chietino, con vista sulla costa adriatica, non abbia nulla da invidiare al famoso elicoidale di Brusio, sulla Ferrovia del Bernina. Ma forse la città di Lanciano, famosa per il suo Duomo ed il Miracolo Eucaristico, preferisce che i turisti, invece di arrivare comodamente in treno, arrivino in città con inquinanti bus, ritenendo alquanto improbabile,tra l’altro che ci siano turisti desiderosi di scarpinare per quasi 17 Km con una pendenza massima del 35 x 1000.  Confidiamo che il progetto presentato sia dovuto alla calura estiva e ci uniamo alla contrarietà allo smantellamento già espressa anche dall’Ascom Abruzzo,chiedendo anche, alla regione, un impegno concreto per il ripristino del Treno della Valle ed il restauro funzionale della storica locomotiva a vapore T3 “Valtellina”

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Comunicato Stampa -“Ferrovia Roma – Giardinetti, CeSMoT: incomprensibile l’immobilismo dell’amministrazione capitolina”

Nonostante lo scorso 16 giugno l’assemblea capitolina abbia approvato all’unanimità la mozione 220/20 a firma della consigliera Svetlana Celli, con cui veniva richiesta la riapertura della tratta Centocelle – Giardinetti, apprendiamo che l’amministrazione capitolina ha deciso di rinviare la trattazione dell’argomento in una futura commissione mobilità da tenersi a Settembre. Mentre la Sindaca “Inaugura mostre e congressi / autostrade e cessi / ferrovie e metrò” (citando la canzone Capofortuna dell’indimenticabile Rino Gaetano), l’utenza del V e del VI Municipio viene purtroppo beatamente ignorata, lasciando al posto della ferrovia, che ricordiamo essere stata chiusa da ATAC, complice la Regione Lazio,  con scuse assolutamente futili e pretestuose, scomodi ed inquinanti autobus.

Come CeSMoT da sempre ci siamo battuti, insieme alle altre associazioni, per il ripristino ed il potenziamento della ferrovia, ma a quanto sembra attualmente la volontà popolare sembra passare in secondo piano. Forse esistono cittadini di serie A e di Serie B. Non comprendiamo come mai si trovi il tempo per discutere una inutile mozione per cambiare il nome ad una futura stazione della Metro C solo per assecondare le manie di protagonismo di illustri sconosciuti mentre non si trovi tempo per indire una commissione mobilità o per emanare un provvedimento per imporre ad ATAC la riapertura della tratta sospesa. Senza dimenticare che, allo stato attuale, lo stesso futuro dell’intera linea è quantomai nebuloso, perso in progetti futuri e futuribili mentre il servizio si tiene in piedi con rotabili con un’età media di oltre 35 anni. Non vorremmo che questa situazione di stallo, come giustamente segnala anche l’Associazione TrasportiAmo che insieme a noi è impegnata nella difesa della linea e che ringraziamo per l’impegno, armai la mano di taluni Comitati di Via Giolitti che, recentemente, avrebbero scritto al Prefetto e al Sopraintendente Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma chiedendo di “disporre l’interruzione immediata del transito del mezzo pubblico lungo la Via Giolitti”. Una trovata ovviamente propagandistica per finalità neanche tanto oscure, che denota,purtroppo, il riacutizzarsi di una forte ostilità nei confronti del trasporto pubblico degna degli anni ’60 e ’70 quando persino le associazioni ambientaliste esultarono per la scomparsa dei filobus a Roma. Dubitiamo infatti fortemente che ai comitati interessi la sorte del Tempio di Minerva (oltretutto la ferrovia è lì da oltre 100 anni e non ci risultano crolli dovuti al transito dei treni)e riteniamo che siano molto più interessati a poter guadagnare comodi posti auto per parcheggiare sotto casa.

Auspichiamo che, passate le ferie estive, visto il Ferragosto ormai imminente, la riapertura della Centocelle – Giardinetti sia una delle principali priorità dell’amministrazione e che vengano poste in essere tutte le azioni necessarie al ripristino del servizio prima della riapertura delle scuole o comunque prima della fine di settembre.

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Comunicato Stampa – CeSMoT, Metro C: priorità non è attualmente cambiare nome alla stazione “Amba Aradam” ma completare in fretta Lavori Metro C

In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad uno stucchevole teatrino sul web dove personaggi forse in cerca di fama e gloria o forse annebbiati dall’afa  hanno alzato un vero caso mediatico chiedendo di cambiare nome alla futura stazione Amba Aradam/Ipponio della Metro C. Purtroppo, come spesso accade, la politica ha preso sul serio quella che avrebbe dovuto essere una semplice sparata estiva e sull’argomento c’è stata dapprima una mozione in VII Municipio e, successivamente, addirittura l’intervento della sindaca in persona che ha assicurato che in settimana verrà discussa in Aula Giulio Cesare una mozione per cambiare nome alla stazione.  Premettendo che riteniamo siano ben altre le priorità per Roma,e che il progetto della Metro C ha subito,purtroppo,  pesanti ritardi proprio per le indecisioni della maggioranza capitolina, desideriamo ricordare che basterebbe consultare il “Sistema Informativo Toponomastica” di Roma Capitale per rendersi conto che Via Amba Aradam è semplicemente intitolata ad un “Massiccio Montuoso del Tigrè in Etiopia” (cfr https://www.comune.roma.it/TERRITORIO/sito/cittadino.html) senza alcun riferimento ad imprese belliche.  Anche la delibera di attribuzione, redatta nel lontano 1937 dal Governatore di Roma, Piero Colonna, non fa alcun riferimento alle vicende belliche. E, ci permettiamo di dubitare, che ci sia qualche romano che si sia interrogato sul nome della via, così come dubitiamo che il promotore di questa iniziativa, Massimiliano Coccia, fosse presente nel 1937 all’intitolazione della strada ed abbia “captato” le intenzioni del governatore. Intitolare la stazione a tal Giorgio Marincola non ha alcun senso, sia perchè esiste già una strada a Roma intitolata a questa persona,in Zona Cesano,  sia perchè si tratterebbe di un nome totalmente avulso al quartiere. Già abbiamo le stazioni di Numidio Quadrato e Subaugusta che non hanno più alcun riscontro nella toponomastica (Via Numdio Quadrato, proconsole della Siria, è stata soppressa nel 1980 ed ora al suo posto vi sono dei palazzi, mentre la Circonvallazione Subaugusta nel 1976 venne intitolata a Palmiro Togliatti), ma tali stazioni ormai sono di comune conoscenza. Sarebbe si formalmente corretto cambiare nome alla stazione della Metro C, ma solo in quanto non avendo alcuna uscita su Via o Largo dell’Amba Aradam, dovrebbe chiamarsi semplicemente Ipponio, visto che sorgerà sull’omonimo piazzale. Come CeSMoT siamo fermamente contrari a qualsiasi ondata di revisionismo storico: se andiamo a scavare, non sono pochi i personaggi a cui sono intitolate strade a non essere stati “politicamente corretti” nel corso della loro vita: Lenin fece fucilare l’intera famiglia Roanov, tra cui Aleksej Nikolaevič Romanov (l’erede al trono) di soli 14 anni;l’impresa di Garibaldi e dei Mille per unificare l’Italia ebbe diverse ombre (vedi il massacro di Bronte);Pio XI dopo la firma dei Patti Lateranensi indicò Mussolini come “uomo della provvidenza”; Marconi e D’Annunzio non nascosero mai le loro simpatie per il fascismo; per non parlare di gran parte delle strade dell’attuale II Municipio che hanno nomi di stati o città africane (Libia, Etiopia, Somalia, Addis Abeba, Dire Daua…) proprio per ricordare le “imprese coloniali italiane”. Ma non ci sembra che qualcuno abbia mai obiettato dell’opportunità di avere una stazione della Metropolitana denominata Marconi o Libia.  E chissà quante altre strade dovrebbero cambiare nome: si innescherebbe una spirale senza fine. Ci permettiamo invece umilmente di consigliare alla sindaca di concentrarsi sui reali problemi della città e a non impegnare l’assemblea capitolina con discussioni futili ed inutili,piuttosto dovrebbe dare, ad esempio, una risposta a tutti quei romani che ancora attendono di sapere se avranno o meno diritto al rimborso dell’abbonamento metrebus non utilizzato durante i mesi di “lockdown” , oppure dovrebbe specificare se intende oppure no rispettare il valore della mozione con la quale l’assemblea chiedeva unanime la riapertura della ferrovia Centocelle – Giardinetti, chiusa da anni da ATAC con scuse motivazioni astruse e pretestuose. oppure, impegnarsi non solo per far andare avanti spediti i lavori del prolungamento della Metro C ma anche ad arrivare ad approvare un progetto definitivo oltre Piazza Venezia prima del termine della consiliatura. Se poi davvero la sindaca volesse davvero intitolare la futura stazione della Metro C ad un personaggio “chiave” della storia di Roma, lanciamo una “provocazione” : potrebbe farla  denominare “Porta Metronia – Francesco Totti” , in onore del calciatore nato proprio nel quartiere:  probabilmente la parte cittadina di fede biancoceleste non approverebbe l’iniziativa e storcerebbe il naso, ma avrebbe invece sicuramente l’eterna e sicura riconoscenza da parte di tutti i cittadini di fede giallorossa

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