La notizia che il presidente della commissione mobilità Enrico Stefano ha ufficialmente richiesto una riprogrammazione del servizio atac per far fronte alle criticità di questi giorni ci lascia fortemente perplessi e critici. Sebbene siano evidenti le palesi difficoltà di atac in alcune rimesse a garantire la regolarità del servizio,rimodulare gli orari tagliando corse invece di cercare di superare le criticità ci sembra solo un patetico tentativo di salvare la faccia e di giustificare le inefficenze di ATAC. Indubbiamente con l’idea di Stefano il servizio sulla carta potrebbe sicurament raggiungere eccellenze svizzere ma il prezzo da pagare sarebbe quello di avere,su molte linee, frequenze degne di una corriera extraurbana. A nostro giudizio occorrerebbe invece rapidamente iniziare,in sinergia con Roma Servizi Mobilità e la Città Metropolitana un serio studio sulla rete,rivedendo percorsi e tempi giro,arrivando anche a gestire linee in tandem con altri gestori per ottimizzare i collegamenti con i comuni limitrofi. Molto spesso i disservizi dipendono oltre che dalla innegabile anzianità del parco vetture, anche da percorsi eccessivamente lunghi e tempi giro impossibili da rispettare anhe a ferragosto. Basterebbe perciò iniziare una seria revisione della rete,magari sopprimendo alcune linee inutili, per superare alcune criticitá di esercizio.Inoltre riteniamo che le tante strombazzate 150 vetture in arrivo non risolveranno affatto i problemi dell esercizio sia perchè le vetture con oltre 15 anni di anzianità sono molte do più,sia perchè mancano totalmente vetture corte. E i maggiori problemi atac li ha proprio nel gestire le linee che necessitano di queste vetture. Con un’azienda ormai sull’ orlo del fallimento forse unica cosa saggia da fare sarebbe affrettarsi a fare un bando affinchè ,come avvenuto a Firenze o in Umbria,possa subentrare un nuovo soggetto che abbia possibilità e capacità a gestire il tpl romano. Nel frattempo sarebbe opportuno lavorare a testa bassa e con umiltà per garantire ai romani un servizio degno di una capitale europea