Roma, le Linee J:il primo esperimento (fallito) di affidamento del TPL ai privati

la 7104 sulla J6 In Piazza Risorgimento

Vettura 7107 sulla Linea J7 in Piazza San Giovanni in Laterano

La normativa di riforma del trasporto pubblico locale, avviata nel 1997 con il decreto legislativo 422 e la legge regionale 30/98 di attuazione, imponeva, tra le altre cose,  la fine del monopolio nella gestione dei servizi di TPL con l’introduzione di regole di concorrenzialità, utili ad ottenere servizi qualitativamente migliori e a costi più bassi per i cittadini. Proprio partendo da questo presupposto, sul finire del 1999 in occasione del grande giubileo del 2000 il Comune di Roma decideva di creare una rete ad hoc di nuove linee autobus, con lo scopo principale di trasportare i numerosi turisti che sarebbero accorsi a Roma per il giubileo e non solo loro verso i principali punti di attrazione civile e religiosa. Inoltre tramite un apposito Piano Pulmann studiato ad hoc con l’istituzione di  Check Point di accesso alla città e parcheggi di sosta, mai entrato in funzione a pieno regime, era previsto che queste linee servissero anche da interscambio: i turisti,scesi dai bus GT nei vari punti di sosta quali,ad esempio, la stazione FS di Roma Aurelia o la stazione di Saxa Rubra della Ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo,avrebbero trovato i bus della nuove Linee J per arrivare in centro. La gestione delle nuove linee venne affidata ad una A.T.I. composta da Sita (Gruppo Ferrovie dello Stato) – Cipar – APM Perugia  e  Transdev (società francese specializzata nel TPL) . Per gestire le Linee J, che interrompevano di fatto il Monopolio ATAC,  furono acquistati, dal Comune di Roma, 112 autobus di nuova concezione,  in livrea arancio e blu, lunghi 12 metri, dotati di aria climatizzata, display luminosi a matrice di led, controllo satellitare, pedana e posto per disabili e vennero forniti dalla Breda Menarini, all’ epoca una delle società leader in Italia nella produzione di autobus che di lì a poco sarebbe sbarcata a Roma con tutta o quasi la sua produzione,  modello BMB 240 L, ovvero il nuovo modello di punta  della Breda di Bologna, presentato sul mercato nel 1998. Le vetture vennero immatricolate come serie 7000 – 7112 . Il costo dei biglietti, validi esclusivamente  per le Linee J,forse per necessità per rientrare dei costi, o forse, a voler pensare male, per tentare una speculazione  sul turismo, fu fissato secondo queste tariffe:

  • Biglietto 75 minuti £. 1900 € 0,98
  • Biglietto 1 giorno £. 4700 € 2,43
  • Biglietto 2 giorni £. 8000 € 4,13
  • Biglietto 3 giorni £. 11400 € 5,89
  • Biglietto 7 giorni £. 18000 € 9,30
  • Abbonamento Mensile £. 31300 € 16,17

Completavano la nuova rete delle innovative e moderne paline elettroniche che avrebbero dovuto indicare i tempi di attesa alle fermate. Il debutto della nuova rete avviene il  18/12/1999  quando vengono  istituite le prime linee ovvero la  J2 (circolare destra e sinistra del centro storico  con capolinea a Termini) e la J5 (Via Eleniana – Piazza Pio XI). Allo scopo di pubblicizzare il nuovo servizio ed incentivarne l’uso, per i primi due giorni, venne deciso che non si sarebbe pagato il biglietto, biglietto che in questa prima fase era facilissimo da trovare, in tabaccherie o edicole vicino ai capilinea. Il giorno di Natale del 1999 ,con l’inizio del periodo giubilare, entrambe le due linee furono in servizio tutta la giornata e a partire dal 15/01/2000 tutte le linee erano in servizio, con i seguenti percorsi:

  • J2S Circolare sinistra (Piazza dei Cinquecento– Via Cavour – Largo Corrado Ricci – Via dei Fori Imperiali – Piazza Venezia – Via del Corso – Largo Chigi – Via del Tritone – Traforo Umberto I – Via Nazionale – Via Agostino Depretis – Piazza dell’Esquilino – Via Liberiana – Piazza di Santa Maria Maggiore – Via Gioberti – Via Giovanni Giolitti – Piazza dei Cinquecento)
  • J2D Circolare destra (percorso identico alla J2S ma in senso opposto)
  • J3 Catacombe – Termini (Largo dei Martiri delle Fosse Ardeatine – Via Ardeatina – Via Meropia – Piazzale Antonio Tosti – Viale Carlo Tommaso Odescalchi – Piazza dei Navigatori – Via Cristoforo Colombo – Circonvallazione Ostiense Piazza Giovanni Da Verrazzano – Piazzale XII Ottobre 1492 – Piazza Giovanni Da Verrazzano – Circonvallazione Ostiense – Via Cristoforo Colombo – Terme di Caracalla – Piazzale Numa Pompilio – Via Druso – Porta Metronia – Via dell’Amba Aradam – Piazza di San Giovanni in Laterano – Via Merulana – Piazza di Santa Maria Maggiore – Via Gioberti – Via Giovanni Giolitti – Piazza dei Cinquecento)
  • J4 Stadio Olimpico – San Paolo (Viale Antonino di San Giuliano – Lungotevere Maresciallo Diaz – Piazzale Maresciallo Giardino – Viale Angelico – Via Barletta – Via Ottaviano – Piazza del Risorgimento – Porta Castello – Piazza Adriana – Piazza Pia Lungotevere Vaticano – Lungotevere in Sassia – Ponte Garibaldi – Via Arenula – Via delle Botteghe Oscure – Piazza Venezia – Via dei Fori Imperiali – Piazza del Colosseo – Via di San Gregorio – Piazza di Porta Capena – Viale Aventino – Piazza Albania – Viale della Piramide Cestia – Piazza di Porta San Paolo – Viale delle Cave Ardeatine – Piazzale dei Partigiani – Via dei Verbiti – Viale Marco Polo – Piazzale Ostiense – Piazza di Porta San Paolo – Via Raffaele Persichetti – Piazzale Ostiense – Via Ostiense – Lungotevere di San Paolo – Viale di San Paolo – Piazzale di San Paolo)
  • J5 Stazione Tiburtina – Santa Croce – Pio XI – Stazione Aurelia (Piazzale della Stazione Tiburtina – Via Tiburtina – Circonvallazione Tiburtina – Viale Scalo San Lorenzo – Piazza di Porta Maggiore – Via Eleniana – Piazza di Santa Croce in Gerusalemme – Viale Carlo Felice – Piazza di Porta San Giovanni – Via Emanuele Filiberto – Via Domenico Fontana – Piazza di San Giovanni in Laterano – Via Merulana – Via Labicana – Piazza del Colosseo – Via dei Fori Imperiali – Piazza Venezia – Via del Plebiscito – Corso Vittorio Emanuele II – Ponte Vittorio Emanuele II – Lungotevere in Sassia – Piazza della Rovere – Galleria Principe Amedeo Savoia Aosta – Via Aurelia – Piazzale Gregorio VII – Via Gregorio VII – Piazza Pio XI – Via Gregorio VII – Piazza di Villa Carpegna – Circonvallazione Aurelia – Piazza San Giovanni Battista De la Salle – Via Aurelia – Stazione Aurelia)
  • J6 Santa Croce – Risorgimento (Via Eleniana – Porta Maggiore – Via Eleniana – Piazza di Santa Croce in Gerusalemme – Via Conte Verde – Piazza Vittorio Emanuele II – Via dello Statuto – Via Merulana – Piazza di Santa Maria Maggiore – Piazza dei Cinquecento – Via Luigi Einaudi – Piazza della Repubblica – Via Vittorio Emanuele Orlando – Via XX Settembre – Largo Santa Susanna – Via Vittorio Veneto  – Viale San Paolo del Brasile – Viale George Washington – Piazzale Flaminio – Via Flaminia – Via Domenico Alberto Azuni – Ponte Matteotti – Viale delle Milizie – Via Barletta – Via Ottaviano – Piazza del Risorgimento)
  • J7 Saxa Rubra – San Silvestro (Stazione Saxa Rubra – Viale Maurizio Barendson – Via Filacciano – Via Flaminia – Via Flaminia Nuova – Corso di Francia – Viale Maresciallo Pilsudski – Piazza Euclide – Via Giovanni Antonelli – Piazza Pitagora – Viale dei Parioli – Piazza Ungheria – Viale Liegi – Via Salaria – Largo Benedetto Marcello – Via Giovanni Pacini – Largo Amilcare Ponchielli – Via Ruggero Giovannelli – Via Giovanni Paisiello – Via Pinciana – Piazzale Brasile – Via Vittorio Veneto – Piazza Barberini – Via del Tritone – Piazza di San Silvestro)
  • J8 Aurelia – San Pietro (Stazione Aurelia – Via Aurelia – Piazza San Giovanni Battista De La Salle – Circonvallazione Aurelia – Piazza di Villa Carpegna – Via Gregorio VII – Piazza Pio XI – Via Gregorio VII – Piazzale Gregorio VII – Via del Crocefisso – Stazione di San Pietro)
  • J9 Trionfale – Augusto Imperatore (Via Trionfale – Via dell’Acquedotto del Peschiera – Via della Pineta Sacchetti – Via Domenico Tardini – Piazza dei Giureconsulti – Circonvallazione Cornelia – Piazza San Giovanni Battista De La Salle – Via Aurelia – Piazza Irnerio – Via Baldo degli Ubaldi – Via Angelo Emo – Via Candia – Via Leone IV – Piazza del Risorgimento – Via Crescenzio – Piazza Cavour – Via Vittoria Colonna – Ponte Cavour – Piazza del Porto di Ripetta – Via Ferdinando di Savoia – Via Maria Adelaide – Passeggiata di Ripetta – Via dell’Ara Pacis – Piazza Augusto Imperatore)

Si trattava di linee lunghissime, ideate per collegare zone opposte della città passando per il centro storico, con fermate limitate, una sorta di antenate delle attuali Linee express. Il successo iniziale delle linee, con quasi sei milioni e mezzo di passeggeri trasporti, lasciava presagire un roseo futuro per la rete delle Linee J, ma le cose andarono ben diversamente da quanto preventivato. Passato l’effetto Giubileo ed il picco avuto tra Maggio e Luglio del 2000, la rete inizia un lento ed inesorabile declino, complice la mancata integrazione con i titoli di viaggio metrebus che costringeva l’utenza, anche abbonata ATAC, a munirsi di un ulteriore titolo di viaggio. Al drastico calo di viaggiatori, stimato secondo quanto riportato dalla stampa dell’epoca in un -40%, corrisponde, come ovvio, un drastico calo dei biglietti venduti, tanto da indurre numerosi rivenditori a non rinnovare gli accordi di vendita. La difficoltà nel trovare i biglietti causa,come ovvio, un continuo calo di viaggiatori. Per tentare di arginare la crisi, dovuta anche agli alti costi del personale e del servizio (si parlava di 5000£/Km) e salvare la rete evitando una chiusura con inevitabili licenziamenti viene dapprima tentata una distribuzione di biglietti direttamente alle fermate, poi, in via promozionale, ai possessori di abbonamenti Metrebus viene concesso di viaggiare gratuitamente sulle linee J. Provvedimenti che di fatto si riveleranno del tutto inutili: le vetture girano sempre più vuote, tanto da meritarsi il poco simpatico appellativo di “Girasoli” . Segno evidente che la rete non rispondeva affatto alle reali esigenze dell’utenza. In ottica di riduzione dei costi il consorzio,sempre più in perdita,  restituisce al Comune un primo lotto di 30 vetture e propone un piano di riorganizzazione della rete che prevede la soppressione delle linee J6, J7 e J9 ,probabilmente ed una drastica riduzione delle frequenze sulle restanti linee. I risultati però, anche così, non cambiano, i bus sono sempre più vuoti,complice anche la riduzione delle corse, e sulle linee J si scatena,feroce la polemica politica. Che la fine sia imminente lo lascia presagire un ulteriore drastico taglio del servizio che dal 16/7/2001 lascia in servizio le sole linee: J2S – J4 – J5, con la J5 che da un lato viene limitata a Via Eleniana, mentre, per sopperire alla soppressione della J8, alcune corse vengono prolungate fino alla stazione FS di Roma Aurelia. Anche questi provvedimenti non cambiano lo stato delle cose: ormai appare chiaro ed evidente che l’esperimento è da ritenersi fallito e si attende solo che ne venga decisa la fine. E a decretarne la fine sarà proprio il Comune di Roma quando il 31/12/2002, alla scadenza del contratto di servizio, decide di non rinnovarlo, facendo calare il sipario sulle Linee J , che però “risorgeranno” ,a  sorpresa, parzialmente a partire dal 3/2/2003 con l’istituzione delle linee 271 e 571 sul percorso delle defunte J4 e J5 (quest’ultima però solo sul percorso Via Eleniana – Piazza Pio XI) . Di fatto entrambe le linee non riscossero mai il pieno gradimento dell’utenza e restarono collegamenti del tutto marginali, tanto che la linea 271 verrà  soppressa il 22/09/2014 mentre la linea 571 il 09/06/2014, . Perché fallirono le linee J? Il primo fattore fu sicuramente dovuto ai costi del biglietto ed alla mancata integrazione: 1900£ per viaggiare solo sulle linee J a fronte delle 1500£ del BIT ATAC che permetteva di viaggiare però anche in metropolitana o sulla rete FS rendeva già in partenza le linee J poco appetibili all’ utenza e destinate al fallimento. Seconda causa fu, indubbiamente, una errata progettazione della rete, con linee lunghissime, passanti per il centro, soggette quindi al traffico cittadino, con tempi di percorrenza elevati: questo rendeva le linee estremamente irregolari Senza dimenticare anche la scarsità di fermate che le rendeva poco capillari. Inoltre le linee erano state pensate solo ed esclusivamente in chiave turistica, senza tenere conto delle reali esigenze di mobilità dell’utenza comune. Ultima causa il fallimento parziale del piano pulmann, fortemente ridimensionato a seguito delle proteste dei tour operator: con la possibilità di far entrare in città pulmann turistici di medie dimensioni, che non si attestavano più nei previsti check point, veniva meno anche la funzione di interscambio delle Linee J. Terminata l’esperienza delle Linee J, le vetture passarono per un breve periodo in ATAC che le immatricolò nella serie 60xx distribuendole tra le Rimesse di Acilia e Magliana. La permanenza in ATAC non durò a lungo in quanto le vetture vennero  nuovamente cedute al consorzio Tevere TPL (formato dagli stessi soggetti che avevano gestito le Linee J)che in quel periodo iniziava l’esercizio delle linee periferiche. I BMB 240L non saranno però protagonisti delle strade di Roma per molti anni: l’arrivo di nuove vetture nel consorzio Roma TPL subentrato a partire dal 2009 nella gestione delle linee “esternalizzate” , verranno dapprima relegate quasi esclusivamente al servizio notturno e successivamente radiate o vendute ad altre aziende di TPL, come ATAF Foggia.

Una delle vetture ex Roma ripresa a Foggia con la matricola 266 di ATAF

La 7066 sulla linea notturna n25 a Piazza Venezia

Share Button

Comunicato Stampa – Ferrovie, CeSMoT: preoccupati e sconcertati per ripetuti guasti e disagi

L’ennesima giornata di passione sulle ferrovie italiane  , con ritardi e soppressioni di treni causati dal “guasto quotidiano” , ci lascia fortemente sconcertati e preoccupati. Al di là delle cause endogene ed esogene e delle eventuali responsabilità oggettivi interne e/o esterne alle aziende,sulle quali spetterà indagare alle competenti autorità, è innegabile che la rete non riesce più a gestire le criticità.  Lo dichiara il CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti commentando i disservizi avvenuti nella giornata di ieri lungo i binari italiani.  É innegabile che negli ultimi 30 anni a fronte di un incremento del numero di treni in circolazione siano diminuite le stazioni, i binari per incroci e precedenza, gli scali merci e persino molte linee secondarie che rappresentavano itinerari trasversali alternativi.  La rete snella, se da un lato ha diminuito i costi per il gestore dell’Infrastruttura, ha ingessato la circolazione. Se a questo si aggiunge un quadro normativo fin troppo rigido che spesso, in nome di una presunta ideologia del “safety first” costringe per ogni minima anomalia ad adottare procedure lente e macchinose, è fin troppo evidente che al minimo inconveniente si paralizza la circolazione. Non è possibile, ci permettiamo di utilizzare una iperbole, che se c’è un guasto a Reggio Calabria si fermino i treni a Bologna perchè o non hanno spazio o non hanno procedure operative. A nostro giudizio manca un piano di  rimodulazione del servizio in caso di guasti importanti: non ha senso, ad esempio, mantenere in circolazione treni con 200 o 300 minuti di ritardo, in questi casi basterebbe fonderli in doppia trazione con quelli successivi e si eviterebbe di intasare le stazioni. Spesso neanche vengono prese in considerazioni deviazioni di itinerario o soluzioni di viaggio alternativo ma si “abbandonano” i viaggiatori al loro destino. Probabilmente al ricambio generazionale  non è coinciso un travaso di competenze verso le nuove generazioni di ferrovieri,che magari, complice la remotizzazione degli apparati, mancano di “esperienza sul campo” . Senza dimenticare che, in assenza di una rapida capacità reattiva nel superare le anomalie d’esercizio, da parte del gestore dell’infrastruttura, stante la presenza di più imprese ferroviarie sugli stessi binari, si creano situazioni di “caos” in cui semplicemente si assiste ad un rimpallo sul chi spetti intervenire,perdendo tempo prezioso.   Siamo di fronte ad un bivio: o si riduce il numero dei treni in circolazione, danneggiando così l’utenza ed aumentando l’inquinamento in quanto è palese che l’utenza andrà ad utilizzare il vettore su gomma (o per alcune tratte l’aereo) oppure si investe per far “ingrassare” l’attuale rete snella, ripristinando stazioni e binari. Spetta alla politica dettare le linee guida,spetta ai tecnici metterle in pratica. Al di là del giusto dibattito politico,dove, come in ogni paese democratico c’è una maggioranza di governo che difende il suo operato ed una opposizione che lo mette in discussione,gli utenti attendono risposte. E rimane poco tempo per definire quale debba essere il futuro delle ferrovie italiane.

Share Button

Appello per la realizzazione della Tramvia Termini-Tor Vergata

Aderiamo all’appello,sottoscritto da un totale di 23 associazioni cittadine, per la realizzazione della Tramvia Termini – Tor Vergata (trasformazione e prolungamento della attuale ferrovia Termini – Giardinetti)insieme alle altre associazioni. Come noto, l’Università si è recentemente opposta all’opera con motivazioni abbastanza pretestuose. Auspichiamo, da parte dell’Università,la consapevolezza dell’utilità dell’opera e la volontà il tenere aperto un dialogo costruttivo volto a superare le criticità al fine di arrivare alla realizzazione della linea,opera strategica per la mobilità cittadina, nel più breve tempo possibile

Clicca qui per scaricare la lettera inviata al Rettore dell’Università di Tor Vergata

Share Button

Orario di Servizio Ferrovia Alifana, anno 2000

Dal nostro archivio storico ,rendiamo disponibile in formato pdf il Fascicolo Linea – Orario di Servizio  edizione 2000 (valido dal 30 Gennaio 2000), della Ferrovia Alifana (Santa Maria Capua Vetere – Piedimonte Matese) gestita dalla Gestione Commissariale Governativa delle Ferrovie Alifana e Benevento – Napoli. Risulta composto da 22  pagine.  Il testo è da ritenersi non valido ai fini della circolazione ferroviaria in quanto scaduto ed è scaricabile solo ed esclusivamente per motivi di studio e documentazione.

A questa pagina : https://www.cesmot.it/2024/02/19/mcne-linea-caserta-piedimonte-matese-orario-di-servizio-anno-2007/ è possibile invece scaricare l’orario di servizio della linea, dell’anno 2007, quando la gestione era passata a MetroCampania Nord-Est

Clicca qui per scaricare il file

Clicca qui per il video “In viaggio sulla Ferrovia Alifana” 

Share Button

Regolamento Segnali della Ferrovia Metropolitana

Dal nostro archivio storico ,rendiamo disponibile in formato pdf il Regolamento Segnali della Ferrovia Metropolitana di Roma, gestita dalla STEFER. Si tratta dell’odierna Linea B e del segnalamento in uso fino agli anni ’90, quando venne sostituito da quello attuale. Il testo risulta essere stato stampato nel 1961.  Rispetto all’attuale segnalamento la differenza più sostanziale è l’aspetto verde lampeggiante ad indicare ingresso su binario deviato,

Clicca qui per scaricare il file

(il testo è da ritenersi non valido ai fini della circolazione ferroviaria ed è scaricabile solo ed esclusivamente per motivi di studio e documentazione. Ne è vietata la stampa)

Share Button

Cotral – Iveco Daily

Iveco Daily di CoTraL (serie 3201 – 3220) in servizio sulla linea Subiaco – Subiaco Ospedale, in arrivo al capolinea di Piazza G. Falcone di Subiaco sotto un temporale estivo. Queste vetture,alcune delle quali attrezzate per il trasporto disabili, sono entrate in servizio a partire dalla fine del 2017 allo scopo di  garantire i collegamenti da e per i comuni, specie delle zone collinari e montuose del Lazio, che hanno un basso numero di utenti e sono scarsamente accessibili ai bus tradizionali

 

Share Button

Sospensione attività

Il presidente,

alla luce delle oggettive difficoltà dovute al protrarsi dell’emergenza Covid-19 e della attuale situazione geopolitica

valutata impossibilità a proseguire le normali attività associative

consultato il consiglio direttivo ai sensi del vigente statuto

DELIBERA

la sospensione delle attività associative,ivi compresi comunicati stampa, a partire dal giorno 12/03 fino a data da destinarsi

Share Button

Roma: CeSMot, un nuovo focus sulle ferrovie regionali del Lazio, in concessione ad ATAC

“A distanza di 5 anni dal precedente, ed in vista sia dell’imminente avvio della campagna elettorale per le elezioni comunali che del passaggio di due delle tre ex concesse ad ASTRAL/CoTraL , riteniamo, in virtù dell’importanza di esse nella mobilità del Lazio,  sia necessario fare un breve, nuovo e doveroso approfondimento sul futuro delle stesse”

. Così in una nota Omar Cugini, Presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti.

“Premettiamo intanto che tutte e tre le linee continuano a pagare un enorme gap dovuto a mancanza di investimenti e progetti a lungo periodo da parte del proprietario,ovvero la Regione Lazio, fino ad ora colpevolmente assente.  Tutto questo ha ovviamente provocato un generale invecchiamento del materiale rotabile,provato anche dall’ uso intenso. Con conseguenti guasti e disagi accentuati dall’incapacità dimostrata da ATAC nel raccogliere l’eredità lasciata da Met.Ro. SpA

1) Roma – Giardinetti: tutti la vogliono, nessuno la prende. Quello che restava della ferrovia per Fiuggi è attualmente limitato alla stazione di Centocelle (limitazione a ns giudizio affrettata ed inopportuna) in attesa di decisioni concrete sul futuro e del più volte strombazzato passaggio al Comune di Roma. La linea resta nel limbo, dato che nessuno sembra voler prendersi la responsabilità di decidere cosa fare della linea, preferendo invece lanciarsi in fantasmagorici progetti. Una ricostruzione integrale con conversione a scartamento ordinario appare secondo noi troppo onerosa e rischierebbe di privarare per anni la Casilina di un comodo e veloce mezzo di trasporto. Con pesanti ripercussioni sulla già critica viabilità della zona.  La strada migliore sarebbe quella di acquistare mezzi tramviari a scartamento ridotto (vedi Sassari) e cantierizzare il prolungamento da Giardinetti a Tor Vergata, facendo diventare la linea una moderna “metro tranvia”  Occorre però decidere in fretta cosa farne: i mezzi più nuovi hanno ormai 20 anni di servizio mentre i “bloccati” serie 100 e 420 hanno oltre 50 anni di onorata carriera sulle spalle e mostrano i loro limiti. Ed il rischio chiusura definitiva incombe ogni giorno che passa

2) Roma – Lido: la lungimiranza di Paolo Orlando che negli anni ’20 si battè per far costruire una moderna ferrovia a doppio binario ed elettrificata a servizio del costruendo borgo marittimo ha fatto sì che al giorno d’oggi tantissimi pendolari possano usufruire di un mezzo di trasporto veloce ed ecologico. Purtroppo ai lavori di ammodernamento della infrastruttura avvenuti a partire dagli anni ‘90 non son mai seguiti interventi sul materiale rotabile,anzi,la linea ha sempre ricevuto treni di “seconda mano” : prima le MR100/200/300 provenienti dalla Metro B, poi le c.d. “Frecce del Mare” , che altro non erano che le MA100 della Metro A ristrutturate negli interni, infine sempre dalla Metro A le MA200 di AnsaldoBreda. Con rotabili ormai anziani,nonostante l’apporto dei CAF MA.300, i guasti e le soppressioni sono all’ordine del giorno e l’orario di servizio resta,purtroppo,un qualcosa di molto teorico. Attendiamo di vedere se e quando arriveranno i nuovi treni promessi,ritenendo altresì che vada anche attentamente approfondita l’ipotesi ventilata anni fa di un prolungamento verso Torvaianica nonché valutato attentamente quali siano i progetti di ASTRAL e CoTraL per il futuro della linea.

3) Roma – Civita Castellana – Viterbo: la RomaNord  è l’emblema delle contraddizioni delle ferrovie regionali del Lazio: mentre la tratta urbana è stata oggetto di numerosi interventi di ammodernamento che l’hanno trasformata quasi in una moderna metropolitana, sebbene gravata da continue soppressioni di treni, la tratta extraurbana Montebello – Viterbo è rimasta sostanzialmente immutata sin dai tempi della sua costruzione da parte dell’Ing Besenzanica negli anni ‘30: segnali ad ala e scambi manovrati a mano sono sicuramente molto caratteristici ma decisamente superati e sono quasi del tutto scomparsi in Italia. Ed il sistema di Dirigenza Unica non è qualcosa di ben visto in ambito USTIF/ANSFISA. Oltre ad un rinnovo infrastrutturale occorre inoltre un rinnovo del materiale rotabile, che risente degli oltre 20 anni di utilizzo,  (il progetto della Freccia Flaminia Beta naufragò a causa della crisi aziendale dell’allora Firema)ed un orario che tenga conto delle diverse direttrici di traffico,magari integrato con criterio da bus. Necessaria è anche la nuova stazione urbana di Roma, in costruzione annunciata da anni ma di cui sembra non esserci alcuna certezza sulla fine dei lavori. Infine,viste le potenzialità turistiche della linea andrebbe recuperato il materiale storico de “Il treno della Tuscia” , che tanto ritorno di immagine assicurava ai tempi di Met.Ro. Spa ,materiale purtroppo attualmente non autorizzato al servizio viaggiatori per problematiche burocratiche”.

Share Button

Le Ferrovie dei Pionieri – Capitolo 1

Immaginate di arrivare in una stazione ferroviaria e vedere che tutto il personale è composto da bambini. E che anche sul treno il personale sia composto da bambini. Impossibile? Non proprio. La “ferrovia dei bambini” esiste davvero. Eppure quando si parla di “Ferrovia dei Bambini” in genere la prima cosa che viene in mente è una ferrovia giocattolo,magari di quelle in scala che si vedono nei negozi specializzati, oppure al massimo ad un trenino come quelli che si possono vedere in alcuni parchi o nei Luna-Park. Non si pensa che possa esistere una ferrovia gestita interamente dai bambini.  Invece le Ferrovie dei Bambini esistono davvero e sono linee ferroviarie gestite come le altre ferrovie, con gli stessi regolamenti, con l’unica differenza che sono i bambini delle scuole ferroviarie a svolgere i vari compiti di capostazione, capotreno,controllori,manutentori,macchinisti  e manovratori.  Si tratta di istituti di istruzione aggiuntiva per bambini nei quali viene costruito un sistema unico di orientamento professionale per gli studenti nella professione di trasporto ferroviario utilizzando giochi, studi e “lavoro” nel formato “da adulto”.   Durante il processo di formazione, i giovani ferrovieri (studenti delle scuole ferroviarie) conoscono le varie professioni del trasporto ferroviario: macchinista, capotreno, controllore, capostazione, installatore di binari, tecnico per gli impianti elettrici o di segnalamento, nonché le attività aziendali in generale.  Quanto appreso in aula viene poi messo in pratica, sotto la supervisione del personale ferroviario adulto, sulle ferrovie dei bambini. Per queste ferrovie,costruite  a partire dagli anni ’30 in URSS, il loro nome ufficiale originario è stato quello di “Ferrovie dei Pionieri” , derivante dal fatto che le ferrovie erano tutte gestite dai membri dell’organizzazione giovanile del rispettivo Partito comunista, che in molti stati del blocco orientale si chiamavano “Pionieri”.[1] Colloquialmente, il termine “pioniere ferroviario” è rimasto ancora di uso comune,anche se ai giorni d’oggi, caduto ormai il comunismo, i pionieri praticamente non esistono più ed anche le ferrovie hanno cambiato nome:  ad esempio le ex ferrovie pioniere della RDT (Germania Est) sono chiamate, a causa della loro posizione, “ferrovie del parco” mentre in altri paesi vengono chiamate “ferrovie dei bambini” o “piccole ferrovie” . Oltre che per ragioni ideologiche, le ferrovie pionieristiche furono costruite con l’obiettivo primario di offrire ai bambini un’infanzia piacevole e felice. Un altro obiettivo importante era sviluppare fin da piccoli un senso e l’amore per il servizio ferroviario nei giovani, e come tali dovevano essere scuole preparatorie per la selezione dei candidati per le scuole ferroviarie professionali. Avrebbero dovuto creare un’opportunità per tutti i pionieri di acquisire un senso della tecnica e della cultura tecnica attraverso l’intrattenimento nella natura, cioè dovevano diventare una fucina di nuovi esperti altamente qualificati nei trasporti e nell’economia nel suo insieme. Le ferrovie pionieristiche erano (e sono) inoltre progettate per avere un effetto educativo: sullo sviluppo di virtù etiche, sullo sviluppo della volontà di lavorare disinteressatamente per la comunità, sull’ordine sociale e sulla disciplina del lavoro e sul corretto comportamento nella vita sociale pubblica. Se il tutto al giorno d’oggi questo può far sorridere, si deve pensare che nell’URSS, all’epoca, le Ferrovie dei Pionieri erano un qualcosa di veramente serio! Ed ancora oggi lo sono. Praticamente sconosciute in Europa Occidentale, sono state diffusissime in tutta l’Europa Orientale con esempi anche a Cuba ed in Cina.  Al giorno d’oggi,  alcune di esse, come la “Gyermekvasùt” di Budapest, in Ungheria o la “Parkeisenbahn Wuhlheide” di Berlino, in Germania, sono diventate delle autentiche attrazioni turistiche, mentre in molti paesi dell’ex URSS restano anche una importante istituzione scolastica: ad esempio in Russia ogni anno sono oltre 2000 gli studenti laureati presso le scuole ferroviarie. Secondo quanto informa la compagnia nazionale RZD , “oltre il 60% dei laureati della Malaya Oktyabrskaya di San Pietroburgo riceve una istruzione secondaria e superiore e successivamente lavora presso le imprese delle ferrovie russe” . Stessi importanti numeri anche in Ucraina, dove la gestione è a cura della compagnia ferroviaria UZ: a Kharkiv la Ferrovia dei bambini dà lavoro ogni anno a più di 70 giovani ferrovieri, con oltre 1.000 studenti che studiano 11 importanti specialità del trasporto ferroviario, mentre nella capitale Kyiv, ogni anno, durante l’anno accademico, circa 435 scolari seguono una formazione teorica nei circoli delle “Giovani Ferrovie” in 20 scuole della città e direttamente sulla base della ferrovia dei bambini. In Germania, la formazione permette di diventare conduttori (da nove anni), guardiabarriere (da dieci anni), supervisori locali , macchinisti (da dodici anni) e controllori del traffico ferroviario[2] (da quindici anni). I macchinisti e i responsabili delle manovre , invece, possono essere solo adulti (dai 18 anni in su). In un sistema di corsi, i bambini imparano sempre più qualifiche man mano che crescono e possono, tra le altre cose, diventare un capotreno , macchinista o ingegnere delle telecomunicazioni  addestrato. In altri paesi, scomparsi i pionieri e le scuole ferroviarie, sono ora le associazioni ad assicurare l’esercizio delle ferrovie. Come a Berlino dove l’esercizio della ex ferrovia dei pionieri è curato dal 1993 da una società ad hoc denominata Berliner Parkeisenbahn Gemeinnützige[3] Gesellschaft mbH che ha rilevato la struttura dalle Deutsche Reichsbahn[4]. Prima di iniziare il nostro viaggio una doverosa precisazione:  le ferrovie descritte in questo testo non vanno confuse con altre famose linee a scartamento ridotto come la ” Prater Liliputbahn” di Vienna  o la “Museumsfeldbahn Leipzig-Lindenau eV”  di Lipsia in quanto queste, pur essendo delle ferrovie a tutti gli effetti, sono delle semplici “attrazioni turistiche” o “museali” e non delle “ferrovie scuola” . Così come non vanno confuse con quelle che in Germania vengono chiamate “Wegebahn”, ovvero quei convogli turistici  composti da un trattore stradale che traina uno o più rimorchi collegati l’uno all’altro, aventi un aspetto estetico che ricorda quello dei mezzi di trasporto ferroviari che a volte si vedono anche in Italia. Anche le “Gartenbahn” non vanno confuse con le ferrovie dei pionieri in quanto esse, pur avendo tracciato e veicoli tipicamente ferroviari non sono altro che delle ferrovie da giardino in scala ridotta. Da notare (tanto per aumentare la confusione!) che in lingua tedesca con il termine “Parkeisenbahnen” si intendono sia alcune delle ex ferrovie dei pionieri sia tutte quelle ferrovie anche a scartamento ridotto situate all’interno di parchi come la  Killesbergbahn di Stoccarda in Germania oppure la ferrovia Shuzenji Romney in Giappone. Inoltre in Germania, a livello normativo, è il  Bau- und Betriebsordnung für Pioniereisenbahnen, entrato in vigore nella ex DDR nel 1980,  che regola attualmente la costruzione e l’esercizio delle ex ferrovie pioniere nei nuovi stati federali – ad eccezione della Turingia – e nell’ex Berlino Est. In parte, è anche utilizzato attualmente come base giuridica per la supervisione ferroviaria di altre ferrovie a scartamento ridotto. In questo testo, dopo molte  ricerche, ho cercato di riassumere tutta la storia delle c.d. ferrovie dei pionieri, una rete che nel periodo di massimo splendore, tra gli anni ’50 e ’60 contava oltre 60 linee in diversi paesi dell’Europa dell’Est. Lavoro non facile: l’argomento è molto vasto e non sempre è stato facile reperire informazioni aggiornate,anche perché molte ferrovie hanno avuto vita breve tra gli anni ’50 e ’60. In questa “caccia al tesoro sui binari” , mentre per le ferrovie nell’ex URSS o nell’ex Germania Est il materiale in molti casi è stato “abbondante”, per altri paesi la ricerca è stata più difficoltosa e a volte infruttuosa. In Romania, ad esempio,le amministrazioni comunali hanno ereditato solo in anni recenti le infrastrutture delle ex ferrovie, quando gran parte di esse erano ormai in disuso, e non hanno informazioni storiche. CFR, la compagnia ferroviaria nazionale, ha rimandato per tutte le informazioni al Museo Ferroviario di Bucarest, il quale però ha le caselle di posta elettronica non funzionanti e non è quindi contattabile. Molto più complessa la situazione in Albania dove, nonostante i numerosi contatti con la responsabile della Biblioteca di Tirana, non sono state trovate notizie riguardanti la ferrovia dei pionieri presente in città, mentre per Cuba, le numerose email inviate non hanno purtroppo mai ricevuto alcuna risposta. In questa lunga ricerca devo comunque ammettere di aver trovato un clima di massima collaborazione, nonostante l’insolito argomento, ricevendo anche “regali” inaspettati: il Comune di Custanta (Costanza), cittadina rumena che si affaccia sul Mar Nero, ha risposto alla mia richiesta d’informazioni mandandomi addirittura una raccomandata con le fotocopie delle planimetrie della ferrovia dei bambini che era presente nella loro città, il Museo Ferroviario di Belgrado, in Serbia, ha inviato uno scritto dove hanno riassunto le vicende delle ferrovie presenti nella ex Jugoslavia, ed anche in Repubblica Ceca ed in Lituania ho trovato tantissima collaborazione. Arrivati a questo punto, dopo questa lunga premessa, non resta che salire a bordo ed iniziare questo lungo viaggio alla scoperta delle “Ferrovie dei Pionieri” !

Un ringraziamento particolare a chi ha reso possibile con il suo prezioso aiuto la realizzazione di questo lavoro: mia moglie Ma’ryana, che con grande pazienza è stata anche preziosa interprete per i testi in russo ed ucraino;Giovanni Pighini per tutte le informazioni sulle ferrovie presenti in Ungheria; HŽ Putnički prijevoz; CFM – Calea Feratd din Moldova; CFRSA;Comune di Costanza (Romania); Comune di Tirana (Albania); Lindita Zhulali; Strahinja Vukovic, Železnice Srbije  ;Michal Roh, CD Cargo; Adam Horký, National Technical Museum Prague; Urtė Alksninytė, Lietuvos Gelezinkeliai

______________________________________________________________________

[1] L’Organizzazione dei pionieri di tutta l’Unione “Vladimir Il’ič Lenin”  fu, dal 1922 al 1991,in Unione Sovietica, un’organizzazione giovanile di massa riservata ai bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni

[2]  Fahrdienstleiter (in tedesco) oppure Train Dispatcher (negli USA) oppure Signalman (nel Regno Unito) è la qualifica equivalente agli operatori di cabina scambi in ambito RFI

[3] Nel diritto tributario tedesco le Gemeinnützigkeit sono Associazioni Senza Scopo di Lucro

[4] Le Deutsche Reichsbahn sono state dal 1949 al 1994 la compagnia ferroviaria statale della Repubblica Democratica Tedesca.

Share Button

Quando si deve evacuare la metropolitana

Prendiamo spunto dai fatti avvenuti lo scorso Venerdì 13 quando un convoglio della metro B si è fermato in galleria nei pressi della Stazione Cavour a causa di un guasto tecnico per dissipare dubbi e fake-news su come,quando e perchè si rende necessario evacuare un convoglio della metropolitana. Intanto è da premettere che quando un treno si ferma in linea, per guasto od altro motivo di forza maggiore anche se non si ricevono immediatamente informazione non significa che si è stati abbandonati. Potrebbe trattarsi di una breve sosta,e in tal caso si ripartirà a breve,o potrebbe essere una sosta prolungata. In questo caso il macchinista sarà già in contatto con la DCT per avere info in merito e farà quanto prima annuncio sonoro. I regolamenti prescrivono, in caso di sosta prolungata, di ripetere annuncio ogni 5 (cinque) muniti. Quindi mantenete la calma a bordo treno,non azionate il dispositivo di allarme e non azionate il comando di apertura emergenza porte. Salvo ovviamente casi di immediato e grave pericolo.

Qualora però per svariati motivi sia impossibile proseguire il servizio,il DCT autorizza il macchinista ad effettuare l’evacuazione del treno fermo in galleria.

Come avviene tutto ciò?La procedura è indicata nel Regolamento Circolazione Treni, quindi stiamo parlando di un qualcosa di standard,non improvvisato. Di seguito ciò che di norma accade.

  • il macchinista,ricevuta autorizzazione dal DCT,comunica ai passeggeri tramite gli altoparlanti interni che il treno verrà evacuato
  • il macchinista apre manualmente, una ad una, le porte del treno, dando indicazioni ai passeggeri sulla direzione da seguire per la stazione più vicina. A distanze regolari in galleria vi sono in ogni caso indicazioni riportanti la distanza della stazione più vicina. Questa operazione consente un deflusso ordinato. Per nessun motivo si deve scendere di propria iniziativa dal convoglio,non si deve camminare lungo i binari e non devono essere aperte le porte lato interno interbinario dove non è presente la banchina di servizio.
  • i passeggeri camminano lungo la banchinetta di emergenza mantenendosi all’apposito corrimano,in fila indiana.
  • Se siete sul primo treno che è partito alla ripresa del servizio e vedete che viaggia a bassa velocità é semplicemente perché il regolamento prescrive marcia a vista alla velocità massima di 15 km/h nella tratta in cui sono stati evacuati i passeggeri
  • Se il macchinista incontrasse dei passeggeri sulle banchinette, dovrà fermarsi ed invitarli a salire sul treno attraverso le porte aperte manualmente dallo stesso macchinista.
  • Verificandosi una eventuale permanenza d’ingombro da parte di viaggiatori, il macchinista dovrà darne immediato avviso al DCT, il quale continuerà a prescrivere ai treni seguenti la suddetta precauzione fino allo sgombero completo del tratto.

Nota finale importante: durante una evacuazione in galleria sarebbe buona norma non distrarsi e/o fermarsi facendo video o foto con lo smartphone o dirette social. Non  si è testimoni di chissà quale evento dà mostrare al nido intero e non si è scampati a chissà quale disastro ferroviario.  E, soprattutto, evitare di intasare i social con le teorie più assurde sui fatti accaduti…non serve. Così come non serve insultare il personale di stazione. Indubbiamente le gallerie della metropolitana non sono posti stile grand hotel a 5 stelle,ma con calma e tranquillità si supera il disagio: non ci sono grandi distanze tra una stazione e l’altra!

(Ringraziamo il profilo Twitter @conduttoremetrob per la.consulenza tecnica)

Share Button