Comunicato Stampa, CeSMoT: addio al tram Milano – Limbiate, la svolta” ecologica” di ATM punta sui bus

Comunicato Stampa, CeSMoT: addio al tram Milano – Limbiate, la svolta” ecologica” di ATM punta sui bus

Con la giornata di oggi si chiudono, ingloriosamente, oltre 140 anni di storia della tramvia Milano – Limbiate. ATM ed il suo proprietario, ovvero il Comune di Milano, lo stesso Comune che in nome del populismo ecologista è capace solo di inventare nuove ZTL, hanno “pazientemente” atteso con colpevole inerzia che  infrastruttura si deteriorasse quasi ignorando quasi sistematicamente gli avvisi provenienti dai burocrati di ANSFISA, campioni italiane di norme cervellotiche, fino ad arrivare all’inevitabile sospensione dell’esercizio per mancanza dei requisiti di sicurezza. Un servizio che garantiva ogni giorno lo spostamento di oltre 3000 persone (un tempo anche 6000,la riduzione dei passeggeri ricordiamo è stata causata dai tagli effettuati da ATM), in maniera rapida, puntuale ed ecologica, sostituito da un giorno all’altro da “ecologici” e “comodi” bus a gasolio che contribuiranno solamente ad aumentare il traffico sulla Comasina, con aumento non solo dell’inquinamento ma dei tempi di percorrenza. Come già avvenuto per la gemella tramvia per Desio il Comune di Milano ed ATM si dimostrano estremamente miopi nel non voler salvare un’infrastruttura che, se riqualificata a dovere, sarebbe un importante asse di trasporto ad impatto nullo, quindi ecologico. Come CeSMoT riteniamo questa scelta assolutamente scellerata e priva di alcuna logica, tanto più che la situazione dell’infrastruttura era ben nota e vi erano anche soldi stanziati per il suo ammodernamento. Possiamo certamente criticare la rigidità di ANSFISA e dei suoi tecnici incapaci di distinguere un tram da una linea AV, ma questo non attenua le colpe dell’esercente, il quale colpevolmente chiude la porta della stalla quando i buoi sono scappati. Sembra di assistere ad un copione ben noto in Italia: si lascia deteriorare una infrastruttura fino a quando arriva l’inevitabile sospensione dell’esercizio, salvo poi promettere fantastici e fantasmagorici lavori di ammodernamento che non partiranno mai. Restando in zona l’esempio della Desio è lampante: a distanza di anni dalla chiusura i binari sono diventati parcheggi per incivili cittadini e ci sono volute petizioni popolari per riuscire per lo meno a salvare dall’incuria i mezzi storici abbandonati nel deposito di Desio. Quanto ai promessi lavori, non se n’è vista l’ombra. Così come avvenne per la Ferrovia Roma – Fiuggi o sulla Sangritana. La cosa ancora più grave è che le scellerate decisioni del Comune di Milano e di ATM ricadranno interamente sui cittadini della Provincia, che neanche potranno “punire” alle prossime elezioni i colpevoli,  non solo in quanto non residenti a Milano ma anche perché la Provincia, che aveva competenze sulla linea, non esiste più, sostituita da un inutile ente chiamato Città Metropolitana per la quale non solo a capo vi è lo stesso sindaco del capoluogo ma i cui componenti non vengono più votati dai cittadini a causa dell’ assurda riforma,voluta dall’allora Ministro Delrio. Ritenendo come CeSMoT che la chiusura della tramvia Milano – Limbiate privi i cittadini del loro diritto alla mobilità, chiediamo,in attesa dei futuri progetti di ammodernamento, interventi urgenti per garantire la ripresa dell’esercizio per lo meno per tutta la durata dell’anno scolastico e contemporaneamente un programma con tempistiche certe dei lavori. La linea dovrà chiudere solo il giorno prima della cantierizzazione delle opere. Delle promesse future e futuribili utenti e pendolari non sanno cosa farsene

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Comunicato Stampa – CeSMoT, bentornata CoTraL, da oggi inizia una nuova era per le ferrovie regionali del Lazio

Da oggi, 1 Luglio, inizia ufficialmente una nuova epoca per le ferrovie regionali Roma – Lido e Roma Civita Castellana – Viterbo. Dopo l’assurda separazione tra settore autolinee  e settore ferrovie, avvenuta nel 2000 con la creazione di due distinte società, ovvera Li.La. (Linee Laziali poi tornata con la denominazione CoTraL) e Metroferro (poi Met.Ro. Spa )  e gli ultimi infausti anni di malagestione ATAC, finalmente le due ferrovie tornano alle origini, sotto il diretto controllo di una società regionale e della regione stessa. Sebbene come CeSMoT avremmo preferito si fosse seguito il modello di altre regioni, ovvero affidamento dell’infrastruttura direttamente ad RFI, ritenendo che, senza nulla togliere ad ASTRAL, nuovo gestore dell’infrastruttura,  una società che finora si è sempre occupata di strade necessiti di più tempo per comprendere il mondo ferroviario ma siamo fiduciosi per il futuro, sopratutto alla luce dei risultati ottenuti negli ultimi anni sia da ASTRAL, nuovo gestore dell’infrastruttura, a cui spetterà arduo compito di ammodernare le due linee sia, principalmente da CoTraL, da oggi nuovo gestore del trasporto, diventata negli ultimi una moderna ed efficiente azienda, capace di offrire ai suoi utenti standard di trasporto a livelli europei. Realisticamente siamo anche consapevoli che nessuno ha la bacchetta magica e che ci vorrà del tempo per rimediare ai danni causati da anni di sciatteria, menefreghismo ed incapacità gestionale, ma, siamo anche certi che avere un unico soggetto a gestire i servizi su gomma e ferro porterà sicuramente a maggiore integrazione modale e, nel medio-lungo periodo, ad un netto miglioramento del servizio. Facciamo gli auguri alla presidente di CoTraL, Amalia  Colaceci, auspicando e confidando che possa conseguire con il settore ferroviario gli stessi ottimi risultati ottenuti finora con il settore autolinee. La sfida è ardua e va assolutamente vinta. Le due linee,per troppo tempo ingiustamente trascurate, sono e saranno due assi strategici per la mobilità regionale. La Roma – Lido, ribattezzata Metromare, dovrà, necessariamente tornare ai fasti passati, assicurando un rapido e puntuale collegamento tra Ostia e la capitale,  la Roma – Civita Castellana – Viterbo,la cui tratta extraurbana è rimasta nelle stesse condizioni della sua apertura, avvenuta nel lontano 1932, deve trasformarsi da “brutto anatroccolo” in “cigno” con importanti opere di ammodernamento che la rendano nuovamente competitiva rispetto al mezzo privato. In questa data storica per il trasporto romano, nel fare un grande Benvenuto/Bentornato a CoTraL, che  dopo 20 anni ricostituisce la grande famiglia, erede della gloriosa tradizione STEFER., ci permettiamo di suggerire al nuovo gestore anche di non dimenticare la storia e la cultura ferroviaria recuperando e riaprendo al pubblico il Polo Museale di Porta San Paolo, da alcuni anni colpevolmente abbandonato,  e puntando, sulla Roma – Civita Castellana – Viterbo, anche al turismo ferroviario restaurando e ripristinando lo storico “Treno della Tuscia”.

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Comunicato Stampa – CeSMoT : TPL sia priorità per futuro sindaco di Guidonia Montecelio

Con l’avvicinarsi delle prossime votazioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Guidonia, come CeSMoT rinnoviamo appello a tutti i candidati a  sindaco affinchè il TPL sia tra le prime priorità della loro agenda. Come abbiamo più volte in passato sottolineato la città di Guidonia ha una rete di TPL totalmente inefficace ed inefficiente,con poche linee, orari del tutto scollegati dalla reale domanda di trasporto, percorsi cervellotici  e totale assenza di servizio nei giorni festivi e nelle ore serali. Il cambio di gestore, da SAP (passata a gestire alcune linee del consorzio Roma TPL) a BIS ha solamente portato un rinnovamento della flotta mezzi ,con 11 vetture, ed alcune paline elettroniche installate nei capolinea sulla cui utilità e ,sopratutto leggibilità delle indicazioni, ci permettiamo di dubitare. Appare evidente che finora si è preferito effettuare una semplice operazione di facciata piuttosto che investire in un potenziamento del servizio. Evidentemente non c’è alcun interesse a convincere i cittadini a lasciare l’automobile privata per utilizzare il trasporto pubblico, ma del resto, nella attuale situazione è abbastanza improbabile che un cittadino di Guidonia si convinca a fare ciò. Ad aggravare la situazione è indubbiamente anche la mancata integrazione tariffaria. Complice l’incapacità gestionale dell’assessorato regionale, il Metrebus è stato finora considerato un dogma intoccabile: solo ATAC,CoTraL e Trenitalia,lasciando fuori i vettori locali. A queste condizioni è palese che l’utenza  cerchi di evitare il più possibile il doppio salasso e dove può o utilizza il CoTraL per i propri spostamenti o il mezzo privato.  Lasciando gli autobus pagati dal comune a girare praticamente vuoti,con conseguente spreco di denaro pubblico. Auspicando un veloce cambio di rotta ed una riforma del TPL, in sinergia anche con i comuni limitrofi, restiamo in attesa di leggere le proposte dei candidati, e,come sempre, vigileremo sul rispetto delle promesse della campagna elettorale. Ci aspettiamo un impegno concreto verso una mobilità sostenibile.

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Raccolta Ordini di Servizio Stefer – Roma Fiuggi Parte 5

Riprendiamo  la pubblicazione degli Ordini di Servizio della Ferrovia Roma – Fiuggi –  Frosinone,ormai ridotta ai soli tronchi Roma – Fiuggi e San Cesareo – Frascati. Andiamo ad esaminare solamente due anni, il 1939 ed il 1940. I venti di guerra soffiano sull’Europa ed a breve anche l’Italia sarà coinvolta negli eventi bellici. Lungo la ferrovia aumenta il traffico urbano, specie dovuto ai lavoratori della Breda di Grotte Celoni, e proprio per far fronte alla crescente domanda viene aperto all’esercizio una nuova fermata denominata Breda ed un raddoppio denominato Posto Movimento Grotte Celoni. Inoltre entrano anche in servizio alcune carrozze a terrazzini provenienti dalle Ferrovie Calabro Lucane. La raccolta degli ordini di servizio anteguerra termina proprio nel 1940, le annate successive, complici probabilmente gli eventi bellici,non sono pervenute in archivio. Nelle prossime pubblicazioni ci sposteremo direttamente al dopoguerra.

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Polo Museale ATAC Roma – CeSMoT,chiediamo concreto impegno ad istituzioni per tutela e rilancio della struttura

La recente notizia degli atti vandalici attuati ai danni degli storici tram STEFER 404 e 70 rappresenta il punto finale del declino della struttura pomposamente denominata “Polo Museale ATAC” ma che ormai,di fatto, di museo ha purtroppo ben poco. L’area realizzata nell’ex scalo merci della stazione di Porta San Polo dalle illuminate intenzioni dei dirigenti dell’allora Met.Ro. SpA , un giardino dove, accanto ad essenza arboree di vario tipo hanno trovato posto alcuni dei rotabili che avevano rappresentato la storia del trasporto ferrotramviario di Roma e Lazio è stata negli ultimi anni dimenticata da azienda ed istituzione e penalizzata da scelte astruse, come quella di avere orari da ufficio, che di fatto, la rendevano poco visitabile. Senza dimenticare i rotabili bisognosi di approfondito restauro ed invece riparati alla meno peggio con una mano di vernice o l’archivio storico STEFER, tutelato dalla sovrintendenza, difficilmente consultabile in quanto mancante, in primis,di una adeguata catalogazione informatica o di una sala lettura. In questi anni, gli eventi di successo realizzati presso la struttura sono stati resi spesso possibili dal lavoro gratuito,volontario e disinteressato delle associazioni di appassionati che si sono spesso rimboccate le maniche per supportare il personale della struttura,spesso ignorate dagli alti vertici aziendali che diverse volte hanno dimenticato anche il senso della semplice parola “grazie” . Da lungo tempo denunciamo l’abbandono di questa storica area che,dopo i ben noti eventi del “lockdown” non ha più riaperto al pubblico. Come CeSMoT chiediamo al ministro Franceschini,al governatore Zingaretti ed al Sindaco Gualtieri un urgente e rapido  impegno per trasformare il Polo Museale nella Pietrarsa del TPL laziale. L’esempio di Fondazione FS dovrebbe far riflettere: solo creando una struttura ad hoc,svincolata dalla governance aziendale ATAC,con un suo budget ed una sua capacità decisionale potrà salvare e rilanciare la memoria e la cultura storica del TPL di Roma e Lazio. Come associazione non ci siamo mai tirati indietro ,e lo dimostrano i successi delle manifestazioni organizzate sia al Polo Museale, dove abbiamo in passato impiegato le nostre risorse durante la Mobility Week o la Notte dei Musei, sia nel perimetro esterno come il Tram dell’Epifania oppure le celebrazioni per i 90 anni della Roma – Fiuggi. Auspichiamo che le istituzioni ascoltino il nostro appello, rendendoci disponibili,sin da subito,ad un tavolo di confronto,aperto ed in sinergia con tutte le realtà associative di Roma e Lazio,per illustrare le nostre proposte

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Ferrovia Roma – Lido, CeSMoT: una vergogna annunciata, urgente ora minimizzare disagi

Come era abbondantemente prevedibile, dal prossimo 11 Novembre la ferrovia Roma Lido, la peggiore ferrovia d’Italia, perderà una ulteriore tratta e dopo la sospensione della tratta Lido Centro – Cristoforo Colombo vedrà anche la sospensione nei giorni feriali della tratta Roma Porta San Paolo – Eur Magliana con frequenze, teoriche, di circa 25 minuti. Le cause del disastro son ben note e sono dovute alla cronica mancanza di treni: si sono colpevolmente posticipate le previste revisioni fino a quando ANSFISA ha giustamente imposto ad ATAC il fermo di ben sette treni. In una situazione già compromessa da incapacità gestionali e stucchevoli scaricabarile tra proprietario dell’infrastruttura (Regione) ed esercente (ATAC e di conseguenza il Comune di Roma) si è arrivati con soli tre treni utilizzabili e l’impossibilità di garantire il servizio con frequenze accettabili sull’intera tratta. Come CeSMoT da lungo tempo, insieme alle altre associazioni ed ai comitati pendolari, abbiamo denunciato il declino della Roma Lido, infrastruttura strategica con i suoi circa 55 mila passeggeri trasportati ogni giorno. Appare evidente che le responsabilità del disastro sono molteplici: alle ben note incapacità gestionali di ATAC,che è riuscita nella non invidiabile impresa di affondare il servizio del metroferro (per non parlare di tram e filobus),si è sommato il colpevole disinteresse della Regione Lazio che si è sempre limitata ad erogare i corrispettivi previsti dal contratto di servizio senza mai interessarsi dello stato di salute della sua linea. Mentre in altre Regioni si procedeva al rinnovamento delle infrastrutture finanziando anche l’acquisto di nuovi mezzi, sulla Lido si tirava a campare. Prima il revamping delle MR100 trasformate in MR600 nel 2000, tentativo di allungare la vita operativa di rotabili esistenti;poi, dal 2005, il revamping delle MA100 ex Metro A, pomposamente chiamate “Freccia del Mare” e rimaste in servizio poco meno di 10 anni a causa dei ben noti problemi strutturali;poi ancora il dirottamento sulla linea delle MA200 e dei CAF MA300 ex Metro A,con un parco mezzi totalmente inadeguato alle esigenze di servizio. In tutti questi anni, l’unico cenno di vita da parte della Regione Lazio è stato annunciare il passaggio di gestione da ATAC ad ASTRAL e CoTraL annunciando che in futuro la ferrovia cambierà nome in “metromare” . Come se bastassero poche slide in power point e vaghe promesse per risolvere una situazione ormai compromessa. Sarebbe quindi troppo facile chiedere le (opportune) dimissioni dell’Assessore regionale Alessandri, praticamente e colpevolmente finora assente, o la rimozione del direttore d’esercizio e dei responsabili ATAC del disastro: anche se “rotolassero” delle teste la situazione non cambierebbe. Acquistare nuovi treni richiede tempo ed anche trovare convogli usati adatti alle caratteristiche della linea, ammesso di trovarli in Italia o all’estero, richiede dei passaggi amministrativi e normativi che non rendono possibile una situazione in tempi rapidi. Occorre perciò, ora che Comune e Regione sono dello stesso colore politico, che gli assessori Patanè ed Alessandri lavorino in sinergia per trovare soluzioni che possano mitigare i disagi,magari istituendo anche dei servizi bus integrativi Lido Centro – Magliana o Acilia – Magliana per supportare la ferrovia, accelerando contestualmente le revisioni dei convogli e programmando l’acquisto di nuovi convogli. Fra tre anni la Roma Lido compirà 100 anni ed è inammissibile che in 100 anni il servizio invece di migliorare sia ridotto in queste condizioni.

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Comunicato Stampa – Ferrovia Roma Lido, CeSMoT:cronaca di un disastro annunciato

Con la limitazione odierna della ferrovia Roma Lido alla stazione di Lido Centro, a causa della mancanza di materiale rotabile, si completa l’annunciato disastro di una delle peggiori linee ferroviarie d’Italia. Un collegamento strategico,che già alla sua apertura, nel 1924, era all’avanguardia per essere a doppio binario, elettrificato e totalmente in sede propria senza interferenze con la circolazione stradale, negli ultimi anni, complice la mala gestione ATAC (comune a tutto il TPL romano)è diventato un vero incubo per l’utenza,con un servizio peggiorato di anno in anno. Sarebbe però ingeneroso addossare tutte le colpe alla pessima gestione di ATAC, sopratutto nel caso specifico poi della RomaLido dove la situazione è resa ancora più intricata dal groviglio di competenze che da anni affligge la linea,con la regione proprietaria dell’infrastruttura, ATAC, società municipalizzata esercente con contratto di servizio stipulato con la Regione e mezzi di proprietà del Comune di Roma. Un caos dove spesso e volentieri non si trova mai un vero responsabile dei disservizi e che serve alla politica per uno stucchevole scaricabarile. Sorprende ad esempio l’ostinazione della Regione ad aver lasciato la linea in gestione ad ATAC, rifiutando qualche anno fa l’offerta di un colosso dei trasporti come RATP. Sorprende anche la decisione di affidare infrastruttura ad ASTRAL, azienda che finora si è occupata di viabilità, mentre altre regioni come Emilia Romagna, Umbria e Puglia hanno affidato le loro ferrovie al Gruppo Ferrovie dello Stato (addirittura in Umbria la ferrovia Terni – Sansepolcro anche come infrastruttura è stata affidata ad RFI). Ormai prossimi alle elezioni,come CeSMoT, non vorremmo pensare che la Regione stia attuando un gioco sulle spalle dei pendolari,per sfruttare la ben nota incapacità gestionale di ATAC e Comune di Roma a favore del “candidato amico”. Del resto siamo sorpresi che i vari soggetti abbiano trascurato la carenza di materiale rotabile,sopratutto perchè sono anni che su questa linea invece di acquistare nuovi mezzi si mettono “pezze” riciclando treni usati provenienti dalla metropolitana. Tralasciando il revamping effettuato negli anni 2000 da Firema sulle MR100,mezzi risalenti agli anni ’60 gravati già dall’oneroso servizio sulla Linea B ed i rapidi Termini Lido,la linea ha ricevuto le MA100 ex Metro A; pomposamente ribattezzate “Frecce del Mare” e che hanno mostrato ben presto problemi, delle MA200 sempre ex Metro A ed infine,unico materiale abbastanza nuovo. dei treni CAF uguali a quelli già in servizio sulla Metro A e Metro B.  Non si è mai pensato di acquistare nuovi mezzi e rinnovare il parco rotabili. Ci sorprende anche che chi di dovere si sia “dimenticato” delle imminenti scadenze manutentive, ben sapendo anche i tempi non certo brevi, delle lavorazioni. A disastro ormai compiuto chiediamo un impegno concreto a minimizzare i disagi,con adozione di un orario di servizio adeguato che tenga conto delle reali disponibilità di mezzi ed un potenziamento delle navette sostitutive Lido Centro – Colombo. Per il futuro,come CeSMoT,chiediamo che termini questo groviglio di competenze sulla ferrovia: fermo restando l’affidamento tramite contratto di servizio, o i rotabili dovranno essere di proprietà regionali o della società esercente. E, sopratutto,chiediamo una vigilanza sul rispetto degli standard previsti,con applicazioni di penali al gestore in caso di inadempienze. Nel frattempo sarebbe opportuno che il Presidente della Regione Zingaretti insieme alla sindaca Raggi,agli assessori regionali e comunali Alessandri e  Calabrese,l’Amministratore Unico di ATAC Giovanni Mottura  ed il Direttore d’Esercizio della Ferrovia facessero il bel gesto di presentarsi a Porta San Paolo a chiedere per lo meno scusa agli utenti per tutti i disservizi.

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Comunicato Stampa – Ferrovia Roma Giardinetti, CeSMoT , bene le verifiche in corso ma futuro linea resta incerto

Apprendiamo con soddisfazione che in questi giorni ATAC sta svolgendo delle prove / verifiche lungo la tratta Centocelle – Giardinetti della ferrovia Roma – Giardinetti, da anni vergognosamente sospesa proprio per volontà di ATAC e Regione Lazio. Tuttavia,come dice il proverbio, una rondine non fa primavera: in questi anni abbiamo ascoltato fin troppe chiacchiere sul futuro della linea, senza che si arrivasse mai a qualcosa di concreto. Lo stesso faraonico PUMS lascia aperti fin troppi dubbi sul futuro della ferrovia. Appare evidente che finora nessuno voglia prendersi la responsabilità di decidere il futuro di questa linea, preferendo avventurarsi in demagogici progetti. Oltretutto riteniamo che non debba essere ATAC a gestire in futuro la linea, visto che in questi anni l’azienda è riuscita ,complice l’inerzia della regione Lazio, ad affossare le tre ferrovie ex concesse. Continuiamo ad attender,e come CeSMoT, che qualcuno decida di metterci la faccia definendo chiaramente il futuro della linea,anche perchè, con l’attuale parco mezzi disponibile,la riapertura della tratta Centocelle – Giardinetti, seppure doverosa, in assenza di progetti per il futuro, non faccia altro che prolungare l’agonia della linea,privando i cittadini di una infrastruttura strategica ed ecologica.

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Comunicato Stampa, CeSMoT,stupiti decisione ferrovie ucraine di smantellare ferrovie dei bambini

Abbiamo appreso oggi dai social dell’improvvisa decisione di L’vivs’ka Zaliznytsya, filiale regionale delle Ferrovie Ucraine (UZ) di procedere alla definitiva chiusura delle ferrovie dei bambini presenti nelle città di Lutsk ed Uzhorod. Tale decisione,confermata da documentazione trovata in rete,ci lascia enormemente sconcertati,alla luce dell’importante ruolo che da oltre 60 anni queste “piccole ferrovie” rivestono sia nell’educazione dei bambini,che al termine degli studi possono intraprendere una carriera professionale nelle ferrovie,sia nel turismo,vedendo ogni anno in gran numero di visitatori. Come CeSMoT teniamo che con la scusa del fermo dell’attività educativa dovuta alla ben nota emergenza epidemiologica del Covid-19,che ha colpito anche Ucraina ed inevitabilmente ha impedito l’avvio della stagione estiva sulle Ferrovie,ci sia una precisa volontà governativa di distruggere quanto resta della rete ferroviaria a scartamento ridotto 750mm. Le prime avvisaglie,almeno nell’Oblast della Transcarpazia di cui Uzhorod è il capoluogo,vi erano state con i ripetuti tentativi di smantellamento della ferrovia Berehove/Vynohrad – Irshava, residuo dell’antica rete di linee forestali realizzate ai tempi in cui il territorio faceva parte dell’impero Austro – Ungarico,con il trasferimento di alcune carrozze a Kyiv. Ora si prosegue nell’intento tentando di chiudere definitivamente la ferrovia dei bambini di Uzhorod. Ricordiamo che già nel 2010 la ferrovia era stata già chiusa e che nel 2011 la dimissione della linea e la trasformazione del tracciato in percorso ciclo-pedonale venne impedita dalle proteste dei cittadini, che fecero abbandonare il progetto e.convinsero nel 2013 il consiglio comunale ad acquisire la proprietà della linea e di procedere alla ricostruzione  con la riapertura, avvenuta  il 24 agosto 2016, in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza della giornata dell’indipendenza ucraina. Come dimostrano i casi della Gyermekvasut di Budapest o della Parkeisenbahn Wuhleide di Berlino, queste ferrovie,sono delle autentiche attrazioni turistiche,ed il loro smantellamento non porterà alcun beneficio in termini di risparmio. Anzi, priverà le città di una attrazione turistica. Auspichiamo in un ripensamento da parte dell’amministrazione ferroviaria ed una presa di coscienza da parte delle amministrazioni comunali e regionali: laddove l’esercizio statale,come ad Uzhorod,fosse difficoltoso a causa dell’assenza di una scuola ferroviaria, l’esercizio,come ben insegna il caso di Berlino,potrebbe essere assunto da una società creata ad hoc,come è stato a partire dal 1993 quando una associazione senza fini di lucro (Berliner Parkeisenbahn gGmbH) ha rilevato impianti e gestione dalle Deutsche Reichsbahn. La prima ferrovia dei bambini,chiamata all’epoca Ferrovia dei Pionieri,venne aperta il 24 Giugno 1935 a Tbilisi, nell’attuale Georgia. La ferrovia dei bambini di Uzhorod,lunga 1,1 km, è stata aperta nel 1947,con trazione a vapore.

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Comunicato Stampa – CeSMoT, preoccupati per futuro polo museale ATAC

Nonostante le norme regionali abbiano consentito la riapertura di musei ed aree archeologiche,il Polo Museale ATAC di Roma Porta San Paolo resta purtroppo desolatamente sbarrato al pubblico,senza che l’azienda ATAC comunichi una data di riapertura. Sebbene anche prima dell’emergenza la struttura fosse fortemente penalizzata da orari totalmente cervellotici che sembravano fatti appositamente per scoraggiare i visitatori (basti pensare alla chiusura al sabato e nei festivi) e da un palese disinteresse aziendale (mezzi in condizioni non ottimali, assenza di una sala lettura per consultare i testi storico/tecnici, personale scarso e non sempre a conoscenza delle caratteristiche storiche dei mezzi esposti),non riusciamo a comprendere la mancata riapertura. Non vorremmo che questa prolungata chiusura fosse di fatto l’anticamera di uno smantellamento della struttura,in considerazione anche della scarsa,per non dire nulla, sensibilità di Atac verso i rotabili storici e dell’incertezza sul futuro,ovvero se con il passaggio della Roma Lido a CoTraL, passerà alla nuova società anche l’area del Polo Museale. Come associazione da sempre impegnata nella tutela e della diffusione della cultura del trasporto auspichiamo un rapido intervento da parte di Regione Lazio e Comune di Roma volto in primis ad una riapertura della struttura e, successivamente,alla creazione di una Fondazione che,come avvenuto con successo con Fondazione FS Italiane,possa prendere in carico e valorizzare tutto il patrimonio storico culturale del trasporto pubblico romano e laziale,dandogli un futuro certo. In attesa di ciò, chiediamo in intervento degli enti competenti al fine di garantire la riapertura della struttura,anche avvalendosi,se necessario,di opportuni protocolli di intesa con le associazioni del settore,che già in passato hanno egregiamente collaborato alla riuscita di manifestazioni presso la struttura.

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