La decisione del Comune di Roma di spostare l’attuale autostazione Tibus, capolinea dei collegamenti autobus a lunga percorrenza, dall’attuale posizione nei pressi della Stazione Tiburtina ad Anagnina, ci lascia fortemente perplessi e critici. Se da un lato è assolutamente innegabile che l’attuale autostazione sia in una posizione poco felice, mal gestita ed in una zona purtroppo in balia della delinquenza, dall’altra portarla ad Anagnina, come ha deciso l’assessore fantasma alla mobilità, vuol dire non aver capito assolutamente nulla di trasporti e mobilità. Con questa scelta, infatti, si andrà solo a sovraccaricare ulteriormente la Linea A della metropolitana, che già attualmente in certe ore è abbondantemente satura. Eppure esisterebbero due soluzioni alternative che sarebbe doveroso prendere in considerazione. La prima è Pantano Borghese, capolinea della Metro C dove fin dai tempi dell’ammodernamento della fu Roma – Fiuggi era stato previsto un nodo di scambio con i bus extraurbani,la seconda soluzione sarebbe Ponte Mammolo, posizione vicino alla A24, raggiunta dalla Metro B che ancora ha capacità, ed una struttura che già esiste. Senza dimenticare che la Linea B direttamente collega le tre stazioni ferroviarie principali romane: Tiburtina, Termini, Ostiense. In alternativa, volendo attuare un vero progetto di recupero urbano, mantenendo la localizzazione attuale, si può abbattere la Tangenziale Est, riorganizzando tutto il piazzale in modo orizzontale realizzando una nuova struttura ariosa, che da un senso di sicurezza.. In questo modo si attuerebbe anche maggiore controllo eliminando tutti i punti d’ombra ed un funzionale capolinea integrato bus urbani, extraurbani e tram. Ancora una volta, come CeSMoT, dobbiamo quindi constatare che non solo l’attuale amministrazione ha poche idee, ma quelle poche che ha sono confuse ed evanescenti. Forse , dopo oltre due anni di amministrazione, sarebbe doveroso che Sindaco ed Assessori abbandonassero il mondo dei social e dei post autocelebrativi per mettersi seriamente a studiare il territorio e dare ai romani risposte concrete alle loro esigenze di mobilità
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Comunicato Stampa – Trasporti, CeSMoT : preoccupati per futuro del tram di Messina
Le notizie che ci arrivano da Messina, dove l’esimio sindaco cateno de luca ha deciso di intraprendere una guerra santa al tram ci lasciano estremamente preoccupati ed esterrefatti. Mentre in Europa ed in Italia si sceglie giustamente di investire su un mezzo di trasporto veloce ed ecologico come il tram, unico antidoto a traffico e smog (vedi Firenze e Palermo ad esempio), Messina sembra voler intraprendere una strada esattamente opposta annunciando di voler buttare, dopo neanche 15 anni, un’opera costata circa 113 milioni di euro attuali e finanziata grazie a fondi UE. Tale decisione , a nostro parere è folle e sconsiderata e denota un totale disinteresse del sindaco verso una mobilità sostenibile. Del resto, anche l’annunciata e faraonica linea bus “shuttle” che dovrebbe rappresentare il futuro della mobilità messinese e sostituire il tram si è rivelata un fiasco totale e non certo per colpa dei messinesi ma per colpa di chi ha deciso di realizzare una linea lunghissima, che deve sostituire 22 linee autobus soppresse su un percorso non protetto, in barba a qualsiasi logica trasportistica. . Per non parlare del tram che secondo l’azienda viaggia vuoto alla domenica e che quindi va sospeso: gli autobus viaggiano pieni invece? Se le finanze di ATM sono in dissesto non è certo colpa del tram,che anzi, nonostante i ben noti problemi passati derivanti dalla mancata manutenzione che ha comportato il fermo di alcune vetture, si è dimostrato un valido mezzo di trasporto, ma delle allegre e passate gestioni. Ma, probabilmente, il tram è un comodo capro espiatorio per nascondere la mala gestione del TPL messinese e far felice il partito degli automobilisti. Se le finanze di ATM sono in dissesto non è certo colpa del tram, che anzi, nonostante i ben noti problemi passati derivanti dalla mancata manutenzione che ha comportato il fermo di alcune vetture, si è dimostrato un valido mezzo di trasporto, ma delle allegre e passate gestioni. Come CeSMoT ci associamo alle proteste di chi, come il movimento “Manteniamo il tram a Messina” ,giustamente, non vuole la soppressione del tram e si batte per il suo mantenimento. Chiediamo all’Onorevole Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci un suo autorevole intervento a favore del tram ed invitiamo altresì il sindaco De Luca ed il presidente di ATM Campagna a farsi un giro nelle altre città tramviarie italiane (Torino, Milano, Bergamo, Padova, Venezia Mestre, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Sassari e Cagliari) per rendersi conto di persona della funzionalità e della potenzialità di questo mezzo di trasporto, anzi, se volessero passare per Roma, saremmo ben lieti di potergli fargli da guida e a farli ricredere sulla validità del tram.
Incidente Caluso:una nostra riflessione
Abbiamo voluto aspettare un pochino di tempo per commentare il tragico incidente di Caluso ed attendere che si placassero gli avvoltoi. Fermo restando che c’è un’inchiesta in corso che accerterà dinamica dei fatti, è da rilevare che tutti gli incidenti ai PL derivano da imprudenza ed inosservanza del codice della strada. Di suo la ferrovia è un sistema sicuro,dove ogni aspetto è normato. Nel caso dei PL esiste un segnalamento lato ferrovia che da garanzia su chiusura delle barriere. Sfortunatamente un treno ha bisogno di spazio per frenare,e quindi i segnali son posti a congrua distanza. Tutto ciò purtroppo non può proteggere da situazioni come quella di Caluso,dove il camion ha impegnato il PL nonostante avesse un divieto di attraversarlo. Per tanto chi continua a raccontare frottole sulla pericolosità dei treni e dei PL,mente sapendo di mentire. E il codice della strada a stabilire che NON va impegnato un PL mentre si abbassano le sbarre o sono accese le luci rosse…
Comunicato Stampa – CeSMoT, preoccupati per ennesimo incendio bus ATAC
L’incendio avvenuto nella giornata odierna ad un bus ATAC, il sesto da inizio anno, mette ancora una volta alla luce le criticità del TPL romano e le contraddizioni di ATAC, sempre più non in grado di assicurare un servizio decente ai romani (basti anche pensare alla Metro C ancora chiusa per guasto) . La vettura 7614 andata a fuoco oggi, è solo l’ultima di oltre 100 vetture andate a fuoco negli ultimi sei anni, incendi per i quali non si sono mai sapute le cause. Escludendo fantasiose ipotesi di sabotaggio, leitmotive (pentastellato) ogni volta che a Roma qualcosa non funziona, il dato è altamente preoccupante,anche perchè in altre città italiane non sembra esserci tutta questa incidenza di vetture incendiate. Anche questa volta, grazie anche alla prontezza dell’autista, non ci sono stati danni alle persone, ma i cittadini romani hanno il diritto di viaggiare in sicurezza e di conoscere le cause dell’ennesimo incendio. Le nostre preoccupazioni, come CeSMoT, non riguardano però solo la sicurezza dei viaggiatori, ma anche i ritardi ed i disservizi che la cronica mancanza di vetture (tra guasti ed incendi) sta provocando sulla rete di superficie. Da una prima analisi, in attesa che ATAC risponda alle ns richieste di accesso agli atti, abbiamo infatti constato che mancano all’appello, rispetto a meno di 10 anni fa, oltre 400 vetture, di cui oltre 130 vetture corte e 100 da 12 metri. In assenza di investimenti e progetti per il futuro, il rischio per i romani di ritrovarsi senza un efficace ed efficiente TPL nel volgere di poco tempo è altamente concreto, tanto più che la scadenza del 31 maggio è vicina. Ormai il problema non è referendum si o referendum no, ma che qualcuno si prenda la responsabilità di definire, con fatti concreti, il futuro di ATAC e di tutto il TPL romano.
Metro C, CeSMoT: lieti per apertura stazione San Giovanni ma tracciato oltre Piazza Venezia va rivisto
L’annuncio dell’apertura il prossimo 12 maggio della tratta Lodi – San Giovanni della Metro C, dopo una lunga serie di date annunciate e non rispettate, permetterà finalmente interscambio con la Metro A ,dando un senso alla Metro C, una delle opere più costose mai viste a Roma. Pur essendo ovviamente soddisfatti dell’apertura, merito in ogni caso del lavoro delle precedenti amministrazioni che hanno fortemente voluto la metro C, restiamo fortemente perplessi sia sulle frequenze annunciate di passaggio dei treni (12/15 minuti sono eccessivi) , sia sull’impatto che potrà avere sulla Linea A della metropolitana che già viaggia prossima alla saturazione, anche in virtù della totale assenza di un piano certo di revisione della rete di superficie, di cui si sa solo di una presunta linea bus 77 da San Giovanni verso Ostiense che dovrebbe percorrere la trafficatissima Via Cilicia , con inevitabili aumenti di percorrenza. Apprendiamo inoltre che l’amministrazione, dopo averla osteggiata quando era all’opposizione, ha improvvisamente cambiato idea sul prolungamento della metro C oltre Colosseo, arrivando ad annunciare che i lavori andranno avanti ricalcando il percorso già previsto dal progetto originario, ovvero il passaggio sotto Corso Vittorio per arrivare verso Ottaviano. Peccato che, nonostante i soliti sterili proclami del presidente della commissione mobilità, gli studi già effettuati hanno dimostrato l’impossibilità di realizzare una stazione in zona Torre Argentina ed anche che realizzare una stazione nei pressi di Piazza della Chiesa Nuova potrebbe essere complicato. Il rischio di avere una metropolitana che passi per il centro senza effettuare fermate è un qualcosa da non sottovalutare. Per questi motivi, come CeSMoT, continuiamo a ritenere che occorra certamente arrivare a Piazza Venezia ma che il tracciato vada completamente rivisto, sostituendo la tratta sotto Corso Vittorio con una linea tramviaria, molto più economica e capillare ,mentre la Metro C potrebbe deviare verso Trastevere/Marconi, laddove era prevista il tracciato della Metro D, creando un valido collegamento anche a servizio dell’Università di Roma 3. La prevista tratta della Metro C fino a Farnesina, con ipotesi di prolungamento verso l’Ospedale S.Andrea, potrebbe tranquillamente diventare una linea autonoma da Ottaviano, anche in considerazione del fatto che la MEtro C non tocca nessuna delle due principali stazioni ferroviarie romane, che sono i principali nodi di scambio. Per questo motivo,anche con una linea Pantano – Farnesina, è ipotizzabile che utenza scenda ad Ottaviano, motivo per cui, tanto varrebbe creare o una metropolitana a se stante o un collegamento tramviario.
Comunicato Stampa – CeSMoT: bene sperimentazione priorità semaforica per tram,ma occorre investire seriamente sulla cura del ferro
Apprendiamo che da oggi a Roma è partita,anzi è ripartita,la sperimentazione della priorità semaforica sulla linee di tram 3 ed 8. Finalmente anche la città di Roma entra “nel futuro”e si adegua a standard già in uso da lungo in altre città che permettono di regolarizzare la marcia dei mezzi pubblici. Tale sistema, oltretutto,non è neanche una novità a Roma in quanto negli anni ’90 venne installato sull’allora linea 225 (attuale 2) salvo poi venire misteriosamente abbandonato. Come CeSMoT ,oltre ad auspicare estensione di tale sistema anche alle altre linee, riteniamo che a Roma manchi ancora la volontà di investire seriamente sulla cura del ferro,unico vero rimedio al Mal di Traffico. Finora abbiamo ascoltato tanti proclami,tante parole al vento, ma di concreto non solo non si vedono interventi (anzi,neanche si è provveduto a riaprire la pretestuosamente chiusa ferrovia Centocelle – Giardinetti) ma nemmeno si è pianificato un rinnovo della flotta tramviaria,formata anche da mezzi con oltre 60 anni di servizio. Auspichiamo,per il futuro,che la cura del ferro non resti confinata alle buone intenzioni ma diventi un qualcosa di concreto è reale,per una città più vivibile.
Comunicato Stampa:Roma perde il bus
Roma perde il bus. Con il rinvio al 2021 delle gare per la gestione del Tpl romano, si perde l’occasione di rilanciare un comparto da tempo in grande difficoltà e di offrire a breve termine a cittadini e turisti della capitale un servizio adeguato alle esigenze di mobilità.
Per ripartire veramente serve rompere con il passato ed avere coraggio di programmare il futuro.
Comunicato Stampa – Ferrovie, CeSMoT : scandaloso il disinteresse di Lazio ed Abruzzo verso linea Avezzano – Roccasecca
Con il consueto cambio di orario fioccano le ennesime brutte sorprese per gli utenti della linea Avezzano – Roccasecca, che, nonostante il fattivo e costante impegno del comitato Salviamo la Ferrovia Avezzano Roccasecca , è stata privata di altre due corse ferroviarie. Tale soppressione risulta non solo immotivata ma anche presa all’insaputa dell’utenza che al posto dei treni ora sarà costretta a servirsi degli autobus. Concordiamo pienamente con le posizioni del comitato e riteniamo scandaloso sia l’operato di Trenitalia che il vergognoso silenzio delle Regione. Se per quanto attiene la Regione Abruzzo non ne siamo sorpresi, visto che da anni preferiscono che una linea trasversale coma la Sulmona – Carpinone resti utilizzata come un magnifico plastico in scala 1:1 per i treni turistici, lustro e vanto di fondazione FS e degli enti locali che tramite queste iniziative possono lavarsi la coscienza,per quanto attiene la Regione Lazio dobbiamo purtroppo notare la memoria corta del Presidente Zingaretti, che forse considera il bacino della Ciociaria un bacino di serie B, poco degno di attenzioni. Ma del resto, in tema di trasporto su ferro, la Regione Lazio, salvo acquistare nuovi treni, ha fatto ben poco per valorizzare le linee “secondarie” . Auspichiamo nel breve periodo la reintroduzione dei treni soppressi e chiediamo, nel medio e lungo periodo che il Gruppo FS e gli enti locali chiariscano il futuro della linea, anche in virtù del fatto che le ALn 668, attualmente utilizzate sulla linea, sono quasi giunte a fine carriera. Condividiamo in pieno le preoccupazioni del Comitato e degli utenti: non vorremmo trovare “Improvvise” soppressioni di corse per carenza materiale rotabile, preludio ad una chiusura della linea.
Comunicato Stampa, CeSMoT:perplessi su potenziamento natalizio rete ATAC
Vorremmo anche noi condividere l’ottimismo odierno con cui atac annuncia di poter garantire un potenziamento del servizio di superficie in occasione delle festività natalizie,con anche attivazione di navette shopping,ma purtroppo la realtà è ben diversa,con lunghe attese quotidiane alle fermate,una mancata produzione che ad ottobre ha toccato un valore di –1104270vetture/km ed un parco.mezzi obsoleto. Teniamo che il management scelto dagli uomini della Casaleggio Associati non si sia minimamente reso conto della realtà e che stia solo propagandando duomo,o,peggio,che il previsto piano danneggerà gli utenti Delle perfierie che si vedranno tolte vetture per impiegarle in centro. In attesa di conoscere questo fantomatico piano,come CeSMoT ci permettono umilmente di ricordare che in anni passati già a partire dall’8 dicembre iniziava il potenziamento natalizio,ma erano anni in cui la città era amministrata da persone competenti,non da un gruppo di dilettanti allo sbaraglio comandati da un ex comico.
CeSMoT Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Comunicato Stampa, CeSMoT – Stazione Vigna Clara: importante decisione del TAR, ora si proceda con rapida apertura
La notizia che il TAR , nella seduta di ieri ha ritenuto non necessaria la presentazione di una Valutazione d’Impatto Ambientale e abbia riconosciuto che la linea per Vigna Clara è stata realizzata “a regola d’arte” (cfr https://www.vignaclarablog.it/2017110173503/stazione-vigna-clara-semaforo-verde-via-la-via-non-serve/ ) ci lascia profondamente soddisfatti: con questa decisione vengono a cadere le pretestuose scuse accampate da pochi cittadini che pur di bloccare un’opera fondamentale per la mobilità cittadina hanno fatto ricorso alle carte bollate. Evidentemente , per oscuri motivi, questi cittadini preferivano che l’opera restasse in abbandono, nonostante tutti i soldi pubblici spesi. Il nostro auspicio è che nell’udienza del prossimo dicembre il TAR rigetti definitivamente il ricorso dando così via libera ad una rapida riapertura della ferrovia, primo importante passo verso il completamento di un anello ferroviario da troppi anni atteso dai cittadini romani. Concordiamo infine con il Comitato “Un anello per Roma” nel ritenere anche urgente una risistemazione delle aree superficiali esterne alla stazione, in particolare occorre procedere, trovando una opportuna soluzione che non danneggi operatori ed utilizzatori, allo spostamento del mercato rionale di Piazza Diodati, la cui presenza limiterebbe, e non di poco, la fruibilità del parcheggio e l’accessibilità della stazione