Con l’annunciato passaggio della ferrovia termini – giardinetti dalla regione al comune potrebbe finalmente aprirsi un nuovo scenario per futuro della linea per la quale auspichiamo un sano e concreto rilancio con la riapertura della tratta fino a Giardinetti ed il prolungamento fino a Tor Vergata. Sebbene finora l’amministrazione capitolina non sia brillata in tema di provvedimenti concreti a favore del TPL , dobbiamo constatare che anche la situazione delle tre Ferrovie regionali non sia migliore: la roma nord è abbandonata a se stessa dove il servizio sopravvive più per inerzia che per volontà di mantenerlo,con orari che sembrano studiati appositamente per scoraggiare utenza;
la centocelle giardinetti chiusa per assurde paranoie di dirigenti che non sanno distinguere un cerchione ferroviario da un pneumatico; la Lido che da anni attende un rilancio ed una trasformazione in metropolitana e dove l’orario ufficiale è ufficiale solo sulla carta.
Quindi la regioni lasci definitivamente perdere le ferrovie. Nessuno nega che è stata molto brava nel risanare cotral, mostrando quindi la sua vocazione gommarola, ma è evidente,e la questione della Centocelle Giardinetti lo ha dimostrato, di essere completamente incapace con le ferrovie. se passa la mano,anche se il gestore dovesse restare ATAC, sicuramente peggio di così non può andare. Tanto più che ora,con un governo “amico” ad amministrazione comunale non dovrebbe avere alcun problema nell’avere stanziamenti di fondi a favore del TPL Del resto appare anche evidente che la Regione abbia a cuore solo i pendolari che si spostano sulla rete CoTraL e quelli che utilizzano Trenitalia. Gli altri sono di serie B. Restiamo in attesa di veder partire la tanto annunciata cura del ferro.
Incidente Caluso:una nostra riflessione
Abbiamo voluto aspettare un pochino di tempo per commentare il tragico incidente di Caluso ed attendere che si placassero gli avvoltoi. Fermo restando che c’è un’inchiesta in corso che accerterà dinamica dei fatti, è da rilevare che tutti gli incidenti ai PL derivano da imprudenza ed inosservanza del codice della strada. Di suo la ferrovia è un sistema sicuro,dove ogni aspetto è normato. Nel caso dei PL esiste un segnalamento lato ferrovia che da garanzia su chiusura delle barriere. Sfortunatamente un treno ha bisogno di spazio per frenare,e quindi i segnali son posti a congrua distanza. Tutto ciò purtroppo non può proteggere da situazioni come quella di Caluso,dove il camion ha impegnato il PL nonostante avesse un divieto di attraversarlo. Per tanto chi continua a raccontare frottole sulla pericolosità dei treni e dei PL,mente sapendo di mentire. E il codice della strada a stabilire che NON va impegnato un PL mentre si abbassano le sbarre o sono accese le luci rosse…
Comunicato Stampa – CeSMoT, preoccupati per ennesimo incendio bus ATAC
L’incendio avvenuto nella giornata odierna ad un bus ATAC, il sesto da inizio anno, mette ancora una volta alla luce le criticità del TPL romano e le contraddizioni di ATAC, sempre più non in grado di assicurare un servizio decente ai romani (basti anche pensare alla Metro C ancora chiusa per guasto) . La vettura 7614 andata a fuoco oggi, è solo l’ultima di oltre 100 vetture andate a fuoco negli ultimi sei anni, incendi per i quali non si sono mai sapute le cause. Escludendo fantasiose ipotesi di sabotaggio, leitmotive (pentastellato) ogni volta che a Roma qualcosa non funziona, il dato è altamente preoccupante,anche perchè in altre città italiane non sembra esserci tutta questa incidenza di vetture incendiate. Anche questa volta, grazie anche alla prontezza dell’autista, non ci sono stati danni alle persone, ma i cittadini romani hanno il diritto di viaggiare in sicurezza e di conoscere le cause dell’ennesimo incendio. Le nostre preoccupazioni, come CeSMoT, non riguardano però solo la sicurezza dei viaggiatori, ma anche i ritardi ed i disservizi che la cronica mancanza di vetture (tra guasti ed incendi) sta provocando sulla rete di superficie. Da una prima analisi, in attesa che ATAC risponda alle ns richieste di accesso agli atti, abbiamo infatti constato che mancano all’appello, rispetto a meno di 10 anni fa, oltre 400 vetture, di cui oltre 130 vetture corte e 100 da 12 metri. In assenza di investimenti e progetti per il futuro, il rischio per i romani di ritrovarsi senza un efficace ed efficiente TPL nel volgere di poco tempo è altamente concreto, tanto più che la scadenza del 31 maggio è vicina. Ormai il problema non è referendum si o referendum no, ma che qualcuno si prenda la responsabilità di definire, con fatti concreti, il futuro di ATAC e di tutto il TPL romano.
Comunicato Stampa – CeSMoT, cervellotica riforma rete superficie con apertura tratta Lodi – San Giovanni Metro C
Apprendiamo finalmente le modifiche della rete di superficie con il prolungamento della Linea C a San Giovanni (http://www.atac.roma.it/page.asp?r=16622&p=159) Ancora una volta,come già accaduto con l’apertura della tratta Centocelle – Lodi, si sceglie di fare il vuoto in superficie, probabilmente allo scopo di costringere l’utenza a prendere la Metro e ad aumentare i Km percorsi da ATAC. Tali modifiche, dimostrano scarsa, se non nulla conoscenza delle esigenze di mobilità della popolazione e menefreghismo nei confronti dell’utenza. Se la soppressione del 673, che da anni ha perso qualsiasi utilità anche a causa delle pessime frequenze, potrebbe anche avere un senso, in quanto i collegamenti verso la metro restano assicurati dalla linea 360, non si capisce il senso della limitazione della linea 81 a P.za Lodi, o meglio a Via La Spezia, dove manca lo spazio per un capolinea, obbligando utenza o a servirsi dell’evanescente 412, oppure a prendere la metropolitana. Ci chiediamo perchè non limitarla allora a L.go Preneste, garantendo un interscambio con la rete tram. Per quanto riguarda la nuova linea 77 (Piramide – San Giovanni) solo chi non ha mai percorso Via Cilicia nelle ore di punta poteva partorire una linea simile che, in assenza di qualsiasi percorso protetto resterà bloccata quotidianamente nel traffico. Assurde anche le modifiche alle linee 056 e 058 che diventeranno ancora più irregolari. Auspichiamo un ripensamento a tali provvedimenti e restiamo anche sconcertati del fatto che tali modifiche siano state annunciate dal vettore ATAC e non da Roma Mobilità che avrebbe, sulla carta, il compito di pianificare la rete.
Metro C:luci ed ombre
Nel consueto stile da agenzia Stefani Che contraddistingue l’attuale giunta, è stata annunciata apertura tratta lodi San Giovanni della Metro c il prossimo 12 maggio. Tralasciando la lunga serie di idiozie sparate dal peggior assessore ai trasporti che Roma abbia mai avuto,fa sorridere che i dipendenti della Casaleggio associati,dopo aver per anni detto tutti i mali possibili della metro c,ora ne sono diventati accaniti sostenitori,arrivando a riciclare i vecchi progetti della tratta Piazza Venezia – Ottaviano, Senza uno straccio di studio sulla potenziale utenza è sulla fattibilità…
Metro C, CeSMoT: lieti per apertura stazione San Giovanni ma tracciato oltre Piazza Venezia va rivisto
L’annuncio dell’apertura il prossimo 12 maggio della tratta Lodi – San Giovanni della Metro C, dopo una lunga serie di date annunciate e non rispettate, permetterà finalmente interscambio con la Metro A ,dando un senso alla Metro C, una delle opere più costose mai viste a Roma. Pur essendo ovviamente soddisfatti dell’apertura, merito in ogni caso del lavoro delle precedenti amministrazioni che hanno fortemente voluto la metro C, restiamo fortemente perplessi sia sulle frequenze annunciate di passaggio dei treni (12/15 minuti sono eccessivi) , sia sull’impatto che potrà avere sulla Linea A della metropolitana che già viaggia prossima alla saturazione, anche in virtù della totale assenza di un piano certo di revisione della rete di superficie, di cui si sa solo di una presunta linea bus 77 da San Giovanni verso Ostiense che dovrebbe percorrere la trafficatissima Via Cilicia , con inevitabili aumenti di percorrenza. Apprendiamo inoltre che l’amministrazione, dopo averla osteggiata quando era all’opposizione, ha improvvisamente cambiato idea sul prolungamento della metro C oltre Colosseo, arrivando ad annunciare che i lavori andranno avanti ricalcando il percorso già previsto dal progetto originario, ovvero il passaggio sotto Corso Vittorio per arrivare verso Ottaviano. Peccato che, nonostante i soliti sterili proclami del presidente della commissione mobilità, gli studi già effettuati hanno dimostrato l’impossibilità di realizzare una stazione in zona Torre Argentina ed anche che realizzare una stazione nei pressi di Piazza della Chiesa Nuova potrebbe essere complicato. Il rischio di avere una metropolitana che passi per il centro senza effettuare fermate è un qualcosa da non sottovalutare. Per questi motivi, come CeSMoT, continuiamo a ritenere che occorra certamente arrivare a Piazza Venezia ma che il tracciato vada completamente rivisto, sostituendo la tratta sotto Corso Vittorio con una linea tramviaria, molto più economica e capillare ,mentre la Metro C potrebbe deviare verso Trastevere/Marconi, laddove era prevista il tracciato della Metro D, creando un valido collegamento anche a servizio dell’Università di Roma 3. La prevista tratta della Metro C fino a Farnesina, con ipotesi di prolungamento verso l’Ospedale S.Andrea, potrebbe tranquillamente diventare una linea autonoma da Ottaviano, anche in considerazione del fatto che la MEtro C non tocca nessuna delle due principali stazioni ferroviarie romane, che sono i principali nodi di scambio. Per questo motivo,anche con una linea Pantano – Farnesina, è ipotizzabile che utenza scenda ad Ottaviano, motivo per cui, tanto varrebbe creare o una metropolitana a se stante o un collegamento tramviario.
Comunicato Stampa – CeSMoT: bene licenziare le “mele marce” in ATAC ma occorre fare tabula rasa del passato e costruire una nuova azienda 2.0
Con il recente licenziamento dei 3 dirigenti ATAC il Campidoglio, più che licenziare delle presunte “mele marce” , probabilmente ha semplicemente individuato dei capri espiatori su cui scaricare le colpe dello spaventoso dissesto dell’azienda di via Prenestina, in parte ereditato dalle precedenti gestioni ma in misura maggiore dovuto all’attuale corso politico incapace di risanare, nonostante le roboanti promesse, il “gigante malato” . Il Centro Studi ha forti dubbi che questa manovra possa effettivamente avere un significato nella direzione del risanamento dell’ATAC, e si chiede se non fosse stata un’azione migliore, ad esempio, quella di chiarire se il cumulo delle cariche di presidente, amministratore delegato e direttore generale nelle mani della stessa persona sia effettivamente diretto a migliorare la gestione dei conti dell’azienda oppure non sia altro che una manovra predisposta per mantenere il controllo dell’ATAC nelle mani delle lobby di sempre. Continuiamo inoltre ad essere perplessi sul voler insistere nella strada del concordato preventivo, anche alla luce dei rilievi fatti dal tribunale. Probabilmente sarebbe stato molto meglio proseguire al commissariamento dell’azienda, nominando una figura esterna che, al riparo delle pressioni politiche, avrebbe sicuramente proceduto ad un serio piano di risanamento. Con la scadenza del 31 maggio sempre più vicina, con un’azienda tormentata da disservizi quotidiani con ritardi e soppressioni di corse e con la spada di damocle di un referendum con il quale i romani saranno chiamati a decidere se si debbano effettuare sin da subito le gare per l’affidamento del servizio di TPL, il rischio che siano gli utenti a rimetterci in questo gioco al massacro è, purtroppo, un rischio elevato e concreto. Occorre fare tabula rasa del passato e costruire, non solo a parole, una nuova azienda 2.0.
CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Comunicato Stampa – CeSMoT: bene sperimentazione priorità semaforica per tram,ma occorre investire seriamente sulla cura del ferro
Apprendiamo che da oggi a Roma è partita,anzi è ripartita,la sperimentazione della priorità semaforica sulla linee di tram 3 ed 8. Finalmente anche la città di Roma entra “nel futuro”e si adegua a standard già in uso da lungo in altre città che permettono di regolarizzare la marcia dei mezzi pubblici. Tale sistema, oltretutto,non è neanche una novità a Roma in quanto negli anni ’90 venne installato sull’allora linea 225 (attuale 2) salvo poi venire misteriosamente abbandonato. Come CeSMoT ,oltre ad auspicare estensione di tale sistema anche alle altre linee, riteniamo che a Roma manchi ancora la volontà di investire seriamente sulla cura del ferro,unico vero rimedio al Mal di Traffico. Finora abbiamo ascoltato tanti proclami,tante parole al vento, ma di concreto non solo non si vedono interventi (anzi,neanche si è provveduto a riaprire la pretestuosamente chiusa ferrovia Centocelle – Giardinetti) ma nemmeno si è pianificato un rinnovo della flotta tramviaria,formata anche da mezzi con oltre 60 anni di servizio. Auspichiamo,per il futuro,che la cura del ferro non resti confinata alle buone intenzioni ma diventi un qualcosa di concreto è reale,per una città più vivibile.
Comunicato Stampa – CeSMoT, con B+ finalmente in ATAC arriva il progresso
“Quando nel resto del mondo si iniziano a sperimentare nel campo del tpl le tecnologie del futuro a Roma finalmente usciamo dal medioevo. Dopo aver scoperto,con B+, il nuovo sistema di acquisto biglietti, le nuove tecnologie integrate di bigliettazione e pagamento telematico e dematerializzato, già in uso da anni in altre città tra cui Milano,finalmente forse il nuovo management atac scoprirà anche che per fare trasporto pubblico servono bus. E magari moderni, ecologici e capienti. Poi, forse dopo, si potrà accennare ai fondamenti di tram e metropolitane. Se il Presidente Simioni pensa che basti dematerializzare i titoli di viaggio per fidelizzare la “clientela” ed aumentare i ricavi vuol dire allora che fino ad ora non é stato messo al corrente della situazione prossima al collasso del TPL romano,che soffre di una cronica carenza di vettura nonché di una generale obsolescenza del parco attuale mezzi. Come CeSMoT attendiamo perciò passi concreti per un rilancio del TPL romano”
Comunicato Stampa “CeSMoT, assurdo blocco TAR a riapertura ferrovia per Vigna Clara”
La recente sentenza del TAR Che blocca la riattivazione della tratta ferroviaria per Vigna Clara ci lascia,come CeSMoT,molto sorpresi e perplessi. In sostanza sembra che tar riconosca che l’interesse personale di pochi conta più del diritto alla mobilità di molti. Riteniamo che il tar viola la costituzione ed è responsabile, insieme ai ricorrenti, di un ingente danno erariale. Senza dimenticare che si crea un pericoloso precedente: d’ora in poi chiunque si riterrà “disturbato” da una ferrovia potrà ricorrere al TAR e chiedere che venga sospeso il traffico. Se cosi fosse i romani meriterebbero di soffocare nello smog e trascorrere la loro vita fermi nel traffico. Siamo arrivati al punto che contano più i diritti di chi costruisce case ed attività commerciali semza rispettare le norme (la ferrovia esiste dagli anni 30, gli edifici dal 60/70),senza dimenticare che nel 1990 nessuno ebbe da ridire. Sono anche impensabili altri lavori sulla galleria, che è stata appositamente rafforzata e ristrutturata nel rispetto delle normative vigenti. Come CeSMoT ribadiamo che trasporto collettivo è il vero motore economico e sociale della città, l’egoismo uccide il trasporto collettivo e conseguentemente con questa sentenza tar e cittadini di Roma Nord sono complici e carnefici della morte di Roma. Auspichiamo che RFI e Comune di Roma ricorrano al Consiglio di Stato contro questa sentenza scandalosa e che un secondo grado di giudizio possa dare via libera ad un’opera strategica per la mobilità cittadina