Abbiamo appreso oggi dai social dell’improvvisa decisione di L’vivs’ka Zaliznytsya, filiale regionale delle Ferrovie Ucraine (UZ) di procedere alla definitiva chiusura delle ferrovie dei bambini presenti nelle città di Lutsk ed Uzhorod. Tale decisione,confermata da documentazione trovata in rete,ci lascia enormemente sconcertati,alla luce dell’importante ruolo che da oltre 60 anni queste “piccole ferrovie” rivestono sia nell’educazione dei bambini,che al termine degli studi possono intraprendere una carriera professionale nelle ferrovie,sia nel turismo,vedendo ogni anno in gran numero di visitatori. Come CeSMoT teniamo che con la scusa del fermo dell’attività educativa dovuta alla ben nota emergenza epidemiologica del Covid-19,che ha colpito anche Ucraina ed inevitabilmente ha impedito l’avvio della stagione estiva sulle Ferrovie,ci sia una precisa volontà governativa di distruggere quanto resta della rete ferroviaria a scartamento ridotto 750mm. Le prime avvisaglie,almeno nell’Oblast della Transcarpazia di cui Uzhorod è il capoluogo,vi erano state con i ripetuti tentativi di smantellamento della ferrovia Berehove/Vynohrad – Irshava, residuo dell’antica rete di linee forestali realizzate ai tempi in cui il territorio faceva parte dell’impero Austro – Ungarico,con il trasferimento di alcune carrozze a Kyiv. Ora si prosegue nell’intento tentando di chiudere definitivamente la ferrovia dei bambini di Uzhorod. Ricordiamo che già nel 2010 la ferrovia era stata già chiusa e che nel 2011 la dimissione della linea e la trasformazione del tracciato in percorso ciclo-pedonale venne impedita dalle proteste dei cittadini, che fecero abbandonare il progetto e.convinsero nel 2013 il consiglio comunale ad acquisire la proprietà della linea e di procedere alla ricostruzione con la riapertura, avvenuta il 24 agosto 2016, in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza della giornata dell’indipendenza ucraina. Come dimostrano i casi della Gyermekvasut di Budapest o della Parkeisenbahn Wuhleide di Berlino, queste ferrovie,sono delle autentiche attrazioni turistiche,ed il loro smantellamento non porterà alcun beneficio in termini di risparmio. Anzi, priverà le città di una attrazione turistica. Auspichiamo in un ripensamento da parte dell’amministrazione ferroviaria ed una presa di coscienza da parte delle amministrazioni comunali e regionali: laddove l’esercizio statale,come ad Uzhorod,fosse difficoltoso a causa dell’assenza di una scuola ferroviaria, l’esercizio,come ben insegna il caso di Berlino,potrebbe essere assunto da una società creata ad hoc,come è stato a partire dal 1993 quando una associazione senza fini di lucro (Berliner Parkeisenbahn gGmbH) ha rilevato impianti e gestione dalle Deutsche Reichsbahn. La prima ferrovia dei bambini,chiamata all’epoca Ferrovia dei Pionieri,venne aperta il 24 Giugno 1935 a Tbilisi, nell’attuale Georgia. La ferrovia dei bambini di Uzhorod,lunga 1,1 km, è stata aperta nel 1947,con trazione a vapore.
Comunicato Stampa – CeSMoT: assolutamente contrari a trasformazione ferrovia Lanciano – Marina S. Vito in percorso ciclopedonale
Apprendiamo con enorme sconcerto dell’ennesimo progetto di dismissione del vecchio tracciato Lanciano – San Vito della Ferrovia Sangritana per trasformarlo in pista ciclo-pedonale. Ancora una volta la Regione Abruzzo si dimostra totalmente allergica al trasporto pubblico,come purtroppo la storia della Sangritana insegna e che,come CeSMoT, riteniamo utile ricordare: nel 2008 viene aperta la nuova linea di fondovalle tra la nuova stazione di Lanciano e la nuova stazione RFI di San Vito Lanciano. Al posto della storica stazione in centro i cittadini di Lanciano si ritrovano una stazione in periferia, con la necessità di utilizzare o la macchina o l’autobus per poter prendere il treno. La nuova linea taglia fuori i centri di Treglio e San Vito CHietino,ora serviti da autobus sostitutivi. In oltre 10 anni si sono susseguiti i progetti più fantasiosi, tra cui trasformare la linea in un ipotetico tram-treno,mentre la società era impegnata a riforestare il Costa Rica o nel costoso revamping delle elettromotrici belghe AM56 (i famosi “Orsetti” ) ,10 mezzi del 1956 di cui solo 5 ristrutturati per il servizio. Desideriamo anche ricordare gli infiniti lavori di ricostruzione della linea Archi – Castel di Sangro (almeno altri 5 anni di lavori) e l’inutile unificazione delle stazioni di Castel di Sangro completata dopo che le stessa Regione Abruzzo aveva decretato la morte della linea Sulmona – Castel di Sangro La nostra associazione esprime piena contrarietà allo sconsiderato progetto di smantellamento della ferrovia, l’esempio del tracciato abbandonato della vecchia linea costiera delle FS è sotto gli occhi di tutti e stride tremendamente con i paesaggi della costa dei Trabucchi. Al posto di un inutile percorso ciclopedonale sarebbe meglio che i comuni si battano per il ripristino della ferrovia, unico mezzo veramente ecocompatibile. La stessa Sangritana, oltre a possedere una locotender a vapore del 1914 con due carrozze a terrazzini,possiede numerosi altri rotabili storici che, se ristrutturati, potrebbero essere ottimamente utilizzati per servizi turistici, come dimostra il successo ottenuto in passato dall’iniziativa del Treno della Valle. Invitiamo l’assessore Campitelli, che tanto si è riempito la bocca parlando di “Mobilità sostenibile” a documentarsi su consolidate realtà ferroviarie,come ad esempio in Svizzera dove la Ferrovia del Bernina è patrimonio Unesco. Riteniamo che il viadotto elicoidale di San Vito Chietino, con vista sulla costa adriatica, non abbia nulla da invidiare al famoso elicoidale di Brusio, sulla Ferrovia del Bernina. Ma forse la città di Lanciano, famosa per il suo Duomo ed il Miracolo Eucaristico, preferisce che i turisti, invece di arrivare comodamente in treno, arrivino in città con inquinanti bus, ritenendo alquanto improbabile,tra l’altro che ci siano turisti desiderosi di scarpinare per quasi 17 Km con una pendenza massima del 35 x 1000. Confidiamo che il progetto presentato sia dovuto alla calura estiva e ci uniamo alla contrarietà allo smantellamento già espressa anche dall’Ascom Abruzzo,chiedendo anche, alla regione, un impegno concreto per il ripristino del Treno della Valle ed il restauro funzionale della storica locomotiva a vapore T3 “Valtellina”
Comunicato Stampa -“Ferrovia Roma – Giardinetti, CeSMoT: incomprensibile l’immobilismo dell’amministrazione capitolina”
Nonostante lo scorso 16 giugno l’assemblea capitolina abbia approvato all’unanimità la mozione 220/20 a firma della consigliera Svetlana Celli, con cui veniva richiesta la riapertura della tratta Centocelle – Giardinetti, apprendiamo che l’amministrazione capitolina ha deciso di rinviare la trattazione dell’argomento in una futura commissione mobilità da tenersi a Settembre. Mentre la Sindaca “Inaugura mostre e congressi / autostrade e cessi / ferrovie e metrò” (citando la canzone Capofortuna dell’indimenticabile Rino Gaetano), l’utenza del V e del VI Municipio viene purtroppo beatamente ignorata, lasciando al posto della ferrovia, che ricordiamo essere stata chiusa da ATAC, complice la Regione Lazio, con scuse assolutamente futili e pretestuose, scomodi ed inquinanti autobus.
Come CeSMoT da sempre ci siamo battuti, insieme alle altre associazioni, per il ripristino ed il potenziamento della ferrovia, ma a quanto sembra attualmente la volontà popolare sembra passare in secondo piano. Forse esistono cittadini di serie A e di Serie B. Non comprendiamo come mai si trovi il tempo per discutere una inutile mozione per cambiare il nome ad una futura stazione della Metro C solo per assecondare le manie di protagonismo di illustri sconosciuti mentre non si trovi tempo per indire una commissione mobilità o per emanare un provvedimento per imporre ad ATAC la riapertura della tratta sospesa. Senza dimenticare che, allo stato attuale, lo stesso futuro dell’intera linea è quantomai nebuloso, perso in progetti futuri e futuribili mentre il servizio si tiene in piedi con rotabili con un’età media di oltre 35 anni. Non vorremmo che questa situazione di stallo, come giustamente segnala anche l’Associazione TrasportiAmo che insieme a noi è impegnata nella difesa della linea e che ringraziamo per l’impegno, armai la mano di taluni Comitati di Via Giolitti che, recentemente, avrebbero scritto al Prefetto e al Sopraintendente Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma chiedendo di “disporre l’interruzione immediata del transito del mezzo pubblico lungo la Via Giolitti”. Una trovata ovviamente propagandistica per finalità neanche tanto oscure, che denota,purtroppo, il riacutizzarsi di una forte ostilità nei confronti del trasporto pubblico degna degli anni ’60 e ’70 quando persino le associazioni ambientaliste esultarono per la scomparsa dei filobus a Roma. Dubitiamo infatti fortemente che ai comitati interessi la sorte del Tempio di Minerva (oltretutto la ferrovia è lì da oltre 100 anni e non ci risultano crolli dovuti al transito dei treni)e riteniamo che siano molto più interessati a poter guadagnare comodi posti auto per parcheggiare sotto casa.
Auspichiamo che, passate le ferie estive, visto il Ferragosto ormai imminente, la riapertura della Centocelle – Giardinetti sia una delle principali priorità dell’amministrazione e che vengano poste in essere tutte le azioni necessarie al ripristino del servizio prima della riapertura delle scuole o comunque prima della fine di settembre.
Comunicato Stampa – CeSMoT, Metro C: priorità non è attualmente cambiare nome alla stazione “Amba Aradam” ma completare in fretta Lavori Metro C
In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad uno stucchevole teatrino sul web dove personaggi forse in cerca di fama e gloria o forse annebbiati dall’afa hanno alzato un vero caso mediatico chiedendo di cambiare nome alla futura stazione Amba Aradam/Ipponio della Metro C. Purtroppo, come spesso accade, la politica ha preso sul serio quella che avrebbe dovuto essere una semplice sparata estiva e sull’argomento c’è stata dapprima una mozione in VII Municipio e, successivamente, addirittura l’intervento della sindaca in persona che ha assicurato che in settimana verrà discussa in Aula Giulio Cesare una mozione per cambiare nome alla stazione. Premettendo che riteniamo siano ben altre le priorità per Roma,e che il progetto della Metro C ha subito,purtroppo, pesanti ritardi proprio per le indecisioni della maggioranza capitolina, desideriamo ricordare che basterebbe consultare il “Sistema Informativo Toponomastica” di Roma Capitale per rendersi conto che Via Amba Aradam è semplicemente intitolata ad un “Massiccio Montuoso del Tigrè in Etiopia” (cfr https://www.comune.roma.it/TERRITORIO/sito/cittadino.html) senza alcun riferimento ad imprese belliche. Anche la delibera di attribuzione, redatta nel lontano 1937 dal Governatore di Roma, Piero Colonna, non fa alcun riferimento alle vicende belliche. E, ci permettiamo di dubitare, che ci sia qualche romano che si sia interrogato sul nome della via, così come dubitiamo che il promotore di questa iniziativa, Massimiliano Coccia, fosse presente nel 1937 all’intitolazione della strada ed abbia “captato” le intenzioni del governatore. Intitolare la stazione a tal Giorgio Marincola non ha alcun senso, sia perchè esiste già una strada a Roma intitolata a questa persona,in Zona Cesano, sia perchè si tratterebbe di un nome totalmente avulso al quartiere. Già abbiamo le stazioni di Numidio Quadrato e Subaugusta che non hanno più alcun riscontro nella toponomastica (Via Numdio Quadrato, proconsole della Siria, è stata soppressa nel 1980 ed ora al suo posto vi sono dei palazzi, mentre la Circonvallazione Subaugusta nel 1976 venne intitolata a Palmiro Togliatti), ma tali stazioni ormai sono di comune conoscenza. Sarebbe si formalmente corretto cambiare nome alla stazione della Metro C, ma solo in quanto non avendo alcuna uscita su Via o Largo dell’Amba Aradam, dovrebbe chiamarsi semplicemente Ipponio, visto che sorgerà sull’omonimo piazzale. Come CeSMoT siamo fermamente contrari a qualsiasi ondata di revisionismo storico: se andiamo a scavare, non sono pochi i personaggi a cui sono intitolate strade a non essere stati “politicamente corretti” nel corso della loro vita: Lenin fece fucilare l’intera famiglia Roanov, tra cui Aleksej Nikolaevič Romanov (l’erede al trono) di soli 14 anni;l’impresa di Garibaldi e dei Mille per unificare l’Italia ebbe diverse ombre (vedi il massacro di Bronte);Pio XI dopo la firma dei Patti Lateranensi indicò Mussolini come “uomo della provvidenza”; Marconi e D’Annunzio non nascosero mai le loro simpatie per il fascismo; per non parlare di gran parte delle strade dell’attuale II Municipio che hanno nomi di stati o città africane (Libia, Etiopia, Somalia, Addis Abeba, Dire Daua…) proprio per ricordare le “imprese coloniali italiane”. Ma non ci sembra che qualcuno abbia mai obiettato dell’opportunità di avere una stazione della Metropolitana denominata Marconi o Libia. E chissà quante altre strade dovrebbero cambiare nome: si innescherebbe una spirale senza fine. Ci permettiamo invece umilmente di consigliare alla sindaca di concentrarsi sui reali problemi della città e a non impegnare l’assemblea capitolina con discussioni futili ed inutili,piuttosto dovrebbe dare, ad esempio, una risposta a tutti quei romani che ancora attendono di sapere se avranno o meno diritto al rimborso dell’abbonamento metrebus non utilizzato durante i mesi di “lockdown” , oppure dovrebbe specificare se intende oppure no rispettare il valore della mozione con la quale l’assemblea chiedeva unanime la riapertura della ferrovia Centocelle – Giardinetti, chiusa da anni da ATAC con scuse motivazioni astruse e pretestuose. oppure, impegnarsi non solo per far andare avanti spediti i lavori del prolungamento della Metro C ma anche ad arrivare ad approvare un progetto definitivo oltre Piazza Venezia prima del termine della consiliatura. Se poi davvero la sindaca volesse davvero intitolare la futura stazione della Metro C ad un personaggio “chiave” della storia di Roma, lanciamo una “provocazione” : potrebbe farla denominare “Porta Metronia – Francesco Totti” , in onore del calciatore nato proprio nel quartiere: probabilmente la parte cittadina di fede biancoceleste non approverebbe l’iniziativa e storcerebbe il naso, ma avrebbe invece sicuramente l’eterna e sicura riconoscenza da parte di tutti i cittadini di fede giallorossa
Comunicato Stampa – CeSMoT, preoccupati per futuro polo museale ATAC
Nonostante le norme regionali abbiano consentito la riapertura di musei ed aree archeologiche,il Polo Museale ATAC di Roma Porta San Paolo resta purtroppo desolatamente sbarrato al pubblico,senza che l’azienda ATAC comunichi una data di riapertura. Sebbene anche prima dell’emergenza la struttura fosse fortemente penalizzata da orari totalmente cervellotici che sembravano fatti appositamente per scoraggiare i visitatori (basti pensare alla chiusura al sabato e nei festivi) e da un palese disinteresse aziendale (mezzi in condizioni non ottimali, assenza di una sala lettura per consultare i testi storico/tecnici, personale scarso e non sempre a conoscenza delle caratteristiche storiche dei mezzi esposti),non riusciamo a comprendere la mancata riapertura. Non vorremmo che questa prolungata chiusura fosse di fatto l’anticamera di uno smantellamento della struttura,in considerazione anche della scarsa,per non dire nulla, sensibilità di Atac verso i rotabili storici e dell’incertezza sul futuro,ovvero se con il passaggio della Roma Lido a CoTraL, passerà alla nuova società anche l’area del Polo Museale. Come associazione da sempre impegnata nella tutela e della diffusione della cultura del trasporto auspichiamo un rapido intervento da parte di Regione Lazio e Comune di Roma volto in primis ad una riapertura della struttura e, successivamente,alla creazione di una Fondazione che,come avvenuto con successo con Fondazione FS Italiane,possa prendere in carico e valorizzare tutto il patrimonio storico culturale del trasporto pubblico romano e laziale,dandogli un futuro certo. In attesa di ciò, chiediamo in intervento degli enti competenti al fine di garantire la riapertura della struttura,anche avvalendosi,se necessario,di opportuni protocolli di intesa con le associazioni del settore,che già in passato hanno egregiamente collaborato alla riuscita di manifestazioni presso la struttura.
Comunicato Stampa – CeSMOT, Nuovo Orario TPL Guidonia: offerta notevolmente peggiorata nel disinteresse del Comune
Mentre l’amministrazione Barbet arranca dilaniata dalle faide interne, i cittadini di Guidonia Montecelio si trovano a dover fare i conti con il nuovo orario del servizio TPL gestito da SAP (http://www.autolineesap.it/it/2/3/22/comune-di-guidonia-estivo.aspx) che, purtroppo, invece di migliorare il servizio in generale lo peggiora.
A fronte di alcune discrete novità, come la corsa delle ore 7 da Guidonia per Setteville e la corsa delle 18.30 da Setteville per Guidonia, notiamo la scomparsa di diverse corse su tutto il servizio urbano e la soppressione della linea 2 che permetteva da Setteville di raggiungere la ASL di Via dei Castani. Grace è anche la soppressione delle corse delle ore 08:10 e delle 10 da Setteville per Guidonia, utilissime per raggiungere in tutta comodità gli uffici comunali. Sebbene in questo periodo di post-lockdown l’operatività degli uffici è ancora ridotta, riteniamo assurdo costringere i cittadini a levatacce mattutine oppure a prendere il bus alle ore 11, nel picco di calore. Come CeSMoT continuiamo a rilevare inoltre orari non cadenzati su tutta la rete, difficilmente memorizzabili, percorsi cervellotici, assenza quasi ovunque di pensiline che costringono utenza ad aspettare autobus senza alcun riparo ed assenza di un servizio festivo che di fatto nega il diritto alla mobilità a tutti coloro non in possesso di una autovettura privata. Troviamo anche assurdo l’utilizzo del Mercedes O405 NK ex Troiani già utilizzata nel servizio urbano di Monterotondo , una vettura con oltre 20 anni di servizio. Fortunatamente sembrano non essere più utilizzati gli Iveco Cityclass Cursor provenienti da Roma TPL, vetture fortemente usurate dall’mpegnativo servizio urbano di Roma che hanno fatto una breve apparizione per le strade di Guidonia per essere rispedire a Roma.. In vista della “ripartenza autunnale” con la riapertura delle scuole, auspichiamo un serio impegno dell’amministrazione comunale verso una riforma della rete ed un impegno, attraverso interlocuzione con la regione Lazio, ad ottenere fondi per rinnovare il parco vetture e per ottenere una integrazione dei servizi urbani nel sistema tariffario Metrebus. Una grande città come Guidonia Montecelio merita un servizio di TPL efficace ed efficiente
Comunicato Stampa: CeSMoT, Buon compleanno Tram 2, da 30 anni al servizio dei romani
Il 7 giugno 1990, esattamente 30 anni fa, a Roma veniva inaugurata la nuova linea tramviaria 225 (attuale 2) da P.le Flaminio a Piazza Mancini, realizzata nell’ambito delle opere previste per i mondiali di calcio del 1990 per collegare lo Stadio Olimpico con la metropolitana. Corsie riservate, avveniristiche palline dotate di display che avrebbero fornito i tempi di attesa,percorso interamente in sede protetta, priorità semaforica, e i nuovi tram bidirezionali Socimi a pianale ribassato ordinati appositamente per fare servizio su questa linea in via prioritaria (seppur ancora non in servizio da subito) portarono a definire il 225 come “metropolitana leggera”, con corse regolari, frequenti e puntuali. Un livello che non si riuscì a bissare 8 anni dopo con la linea 8 Torre Argentína-Casaletto. Nonostante alcune scelte discutibili fatte negli anni, come non utilizzare il capolinea davanti alla stazione della Ferrovia Roma Nord, la mancata attivazione dei display elettronici in fermata (errore ripetuto anche con la linea 8) e lo smantellamento del capolinea ad anello per realizzare un nuovo capolinea tronco in Via Flaminia, la linea rappresenta non solo un collegamento fondamentale per la mobilità del quadrante flaminia ma anche un esempio di come andrebbero progettate le linee tramviarie. Il nostro auspicio è che l’amministrazione capitolina, indipendentemente dai colori politici attuali e futuri, si renda finalmente conto della convenienza ad investire nei tram, riqualificando le linee esistenti al livello della linea 225 di 30 anni fa, e che si prosegua con determinazione e rapidità nella realizzazione di quanto previsto dal PUMS a partire dalla riapertura e dal prolungamento della Termini-Giardinetti e della TVA. Urgente, a nostro giudizio, è procedere anche al rinnovo della flotta di tram utilizzando anche gli appositi strumenti contrattuali per ampliare gli ordini prevedendo opzioni ed un valido servizio di manutenzione e logistica dei ricambi a lungo termine. Attualmente Roma è in forte ritardo sull’ammodernamento della flotta tramviaria, in considerazione del fatto che i mezzi più moderni, ovvero i tram Fiat modello Cityway, risalgono ai primi anni 2000, mentre le Stanga, seppur ancora affidabili, hanno ormai oltre 70 anni di servizio sulle “ruote” e le Socimi,oltre ad avere 30 anni di servizio, si son portate dietro le ben note vicende della società costruttrice che portarono alla consegna di sole 33 vetture
Mobilità, CeSMoT : continuano ad esistere nel Lazio pendolari di serie A e pendolari di Serie B, Regione sani queste differenze.
Nel giorno in cui è ufficialmente terminato il periodo di lockdown totale dovuto all’emergenza covid e ci si avvia verso una graduale ripartenza, dobbiamo amaramente constare, come CeSMoT, che nel Lazio esistono pendolari di serie A e pendolari di serie B, sostanzialmente dimenticati dalle istituzioni. Ci riferiamo nel dettaglio, agli utenti della ferrovia Avezzano – Cassino, che continuano ad avere due soli autobus sostitutivi sulla tratta Sora – Cassino, agli utenti del TPL che continuano ad avere difficoltà nel raggiungere al mattino presto il posto di lavoro a causa della non ripresa del servizio notturno ATAC, agli utenti della Laurentina che, a causa delle “dimenticanze” del comune hanno degli inadeguati ed inquinanti autobus al posto degli ecologici e capienti filobus, ed ai pendolari della Casilina che, nonostante ormai da anni abbiano richiesto a gran voce la riattivazione della tratta ferroviaria Centocelle – Giardinetti, chiusa pretestuosamente da ATAC, si sono puntualmente scontrati contro un muro di gomma, ricevendo solo sdegnosi silenzi. In compenso da oggi è stato permesso ad ATAC di attivare delle inutili linee express, noleggiando, non si sa a quale prezzo, 70 autobus GT da vettori privati che altro non faranno che aumentare traffico ed inquinamento. Mentre in altre regioni si investe seriamente nel TPL, nel Lazio continuiamo ad assistere a preoccupanti amnesie da parte dell’assessore Alessandri. Vogliamo credere tuttavia alla buona fede della regione che, troppo impegnata a seguire le giravolte governative in materia di covid-19, non si è ricordata di ricalibrare il TPL in alcuni bacini. Auspichiamo però un rapido cambio di rotta: gli assembramenti odierni su autobus e metropolitane ci preoccupano enormemente in quanto è ben nota, in questa fase, l’importanza del distanziamento sociale come principale forma di prevenzione. Ci attendiamo rapide risposte a queste problematiche e torniamo a sollecitare la regione ad impegnarsi nello sviluppo di un trasporto pubblico ecosostenibile, mettendo in campo rapide azioni. Desideriamo ricordare alla regione che non solo è indispensabile sollecitare Trenitalia a far tornare i treni tra Sora e Cassino ed ATAC a riaprire la Centocelle – Giardinetti,ma che continuano a sussistere gravi problemi da troppo tempo irrisolti come i disservizi sulla Roma – Civita Castellana – Viterbo e sulla Roma – Lido, il mancato inizio dei lavori di riattivazione della ferrovia Fossanova – Terracina ed il mancato completamento del ripristino della funicolare di Rocca di Papa. Non possono e non devono più esistere pendolari di serie A e pendolari di serie B: regione si impegni, insieme agli enti competenti, nel sanare queste differenze.
Coronavirus, l’Ordinanza Regione Lazio su TPL va nella direzione auspicata
Apprezziamo e sosteniamo l’Ordinanza della Regione Lazio di prossima emanazione. In piena emergenza epidemiologica da Codiv-19, la rimodulazione degli orari, la chiusura del servizio TPL alle ore 21 su tutto il territorio regionale, ivi comprese le metropolitane, e la contingentazione degli accessi nelle vetture, punti salienti del documento, vanno nella direzione auspicata da tempo dalle associazioni dei pendolari e dai lavoratori. Una stretta al servizio era indispensabile per contenere i contagi e risparmiare risorse pubbliche. È necessario però che la Regione si adoperi, assieme alle Amministrazioni Comunali, per verificare: se le imprese di TPL, pubbliche e private, grandi e piccole, adottino o meno le prescrizioni introdotte dall’Ordinanza; se le stesse introducano le misure preventive in tutela del personale front-line e dell’utenza. Riteniamo intollerabile infatti, quanto scoperto nei giorni scorsi sui bus della SAP-Autolinee, società che gestisce il TPL di Guidonia-Montecelio, sprovvisti di barriere atte a mantenere le distanze tra gli autisti e l’utenza. Occorre prestare la massima attenzione, pertanto chiediamo alla Regione di indurre altresì le imprese a una maggiore pulizia/igienizzazione delle vetture e di fornire al personale del movimento mascherine e guanti, da indossare durante l’espletamento del servizio. Infine, auspichiamo che la riduzione/rimodulazione delle corse avvenga secondo i dettami prescritti e, soprattutto, in considerazione del tessuto sociale dei territori. E non compromettano sensibilmente i collegamenti periferici nelle zone periferiche di Roma Capitale. È quanto riferiscono in una nota congiunta le associazioni TrasportiAmo e Cesmot-Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti.
Comunicato Stampa Coronavirus, nessuna prevenzione per gli autisti e utenti SAP di Guidonia
In un momento di emergenza nazionale a causa del proliferare del coronavirus, con numerose imprese di TPL, pubbliche e private, che hanno adottato misure a tutela del personale e dei viaggiatori, come ad esempio obbligo di salita dalle porte posteriori, restiamo perplessi dalla mancanza di qualsiasi informazioni proveniente sia dal Comune di Guidonia Montecelio sia da parte della società SAP-Autolinee, gestore del servizio urbano locale.A preoccuparci maggiormente è il fatto che sui mezzi del trasporto urbano è ancora prevista la vendita a bordo dei titoli di viaggio da parte degli autisti, oltre al fatto che i mezzi sono prevalentemente a due porte e senza cabina isolata dal resto della vettura.Appare evidente che allo stato attuale personale ed utenza sono potenzialmente esposti al rischio di un eventuale contagio. Come associazioni chiediamo con urgenza di sapere dal Sindaco Michel Barbet quali misure l’Amministrazione voglia mettere in atto a tutela di lavoratori ed utenti, e di prevedere in via transitoria la distribuzione dei titoli di viaggio a terra. Chiediamo di sapere inoltre se le vetture in servizio vengano sottoposte a sanificazione. Così in una nota congiunta l’Associazione TrasportiAmo e il Cesmot – Centro Studi sulla Mobilità e Trasporti.