Le roventi temperature di questi giorni (ed i prossimi saranno ancora peggio con picchi di 38/39 gradi) riportano alla luce, specie nelle periferie romane, l’annoso problema dell’assenza delle pensiline che costringono l’utenza ad attendere il passaggio dei mezzi pubblici sotto il sole rovente. Con conseguenti disagi,specie nelle ore più calde della giornata,aggravati,sulle linee periferiche, dallo stato di fatiscenza delle vetture del gestore Roma TPL dove trovare aria condizionata funzionante è come trovare un’oasi nel deserto. Anche laddove,come in Via Tiburtina ad esempio,dove si è provveduto ad allargare la strada realizzando nuovi marciapiedi e spazi di fermata,anche in comune con CoTraL,riscontriamo la totale assenza di pensiline. Su questa strada la beffa è ancora maggiore se pensiamo ad esempio che prima dei lavori di allargamento in molti punti le pensiline stesse erano presenti (laddove sono rimaste è perché di competenza di altre amministrazioni comunali) Auspichiamo,come CeSMoT, che il problema sia già a conoscenza dei competenti enti comunali e che si possa trovare una rapida soluzione: per quanto attiene le vetture di Roma TPL,sollecitiamo maggiori e serrati controlli sulle vetture in circolazione,per le pensiline siamo speranzosi e fiduciosi che venga indetta al più presto una gara per la loro realizzazione e che, al netto delle tempistiche burocratiche,entro la prossima estate utenza possa finalmente aspettare il bus al riapro dal sole o dalla pioggia. Nel frattempo, per questa calda estate, sarebbe auspicabile, che Comune concordasse, in sinergia con le associazioni di protezione civile e volontariato, un piano per la distribuzione,laddove possibile, di acqua ,individuando anche nelle periferie quelle fermate particolarmente frequentate dall’utenza, al fine di alleviare i disagi dell’attesa.
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Comunicato Stampa – CeSMoT – Ennesima giornata di passione per utenti della ferrovia Roma Giardinetti, linea ormai dimenticata dal Comune di Roma
Nella giornata di oggi l’ennesimo svio di un convoglio nei pressi della Stazione di Centocelle ha paralizzato la ferrovia Roma – Giardinetti ,regalando l’ennesima giornata di passione all’utenza, costretta a servirsi dell’inadeguata linea 105 senza , tra l’altro alcuna informazione trasparente da parte di ATAC che invece di spiegare chiaramente accaduto e fornire tempi di ripristino, parla genericamente di “servizio modificato” . Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, sono anni che denunciamo l’assenza di un progetto organico di potenziamento della Ferrovia Termini – Giardinetti,che, ed è innegabile, dopo l’abusiva e scandalosa chiusura della tratta Centocelle – Giardinetti, attuata in maniera opaca e carbonara da atac diversi anni fa, sembra essere stata abbandonata al suo destino. Mentre il Sindaco Gualtieri e l’Assessore Patanè fanno trionfali annunci sui nuovi treni Hitachi destinati alla Metropolitana e sempre mentre qualcuno al Campidoglio “festeggia” per 9 anni di cantiere coi silos verdi a piazza Venezia, ci si dimentica delle periferie. Nonostante che lo scorso Novembre il Dipartimento Mobilità del Comune ci informava che ” Roma Capitale ha ottenuto, con D.M. n. 235 del 20 luglio 2020, il finanziamento per la realizzazione di una linea tranviaria denominata “Linea Termini – Giardinetti – Tor Vergata (linea tranviaria) – Soluzione a scartamento ordinario” ovvero la trasformazione della linea ferroviaria in linea tranviaria con prolungamento , da un lato fino alla stazione termini e, dall’altro, a Tor Vergata e che dopo il trasferimento dell’infrastruttura a Roma Capitale “per agevolare la realizzazione del sistema tranvie del Comune di Roma è stato, inoltre, nominato, il Commissario Straordinario arch. Maria Lucia Conti” e che “Roma Capitale ha quindi stanziato i finanziamenti per la progettazione e incaricato Roma Servizi per la Mobilità S.r.l. di pubblicare la gara di progettazione definitiva della tranvia Termini Tor Vergata e del deposito Centocelle Est, gara che è stata bandita il 21 dicembre 2022 ed ha avuto come esito l’affidamento, a marzo 2023, al Raggruppamento temporaneo di professionisti tra SYSTRA SOSTEGNI S.p.A. (Mandataria) – SWS Engineering S.p.A – Architecna Engineering S.r.l. – Ambiente S.p.A – GO Mobility S.r.l. – POLEIS Società Cooperativa a.r.l. – Ing. Spinosa (Mandanti) ” , non si hanno attualmente più notizie nè dell’iter progettuale nè dell’inizio dei lavori. Vogliamo credere che specialmente l’Assessore Patanè sia stato troppo preso dai tavoli sulla Tramvia TVA,opera indubbiamente strategica e necessaria, ed impegnato a fronteggiare la feroce campagna anti-tram orchestrata da una certa stampa, da aver dimenticato la sorti del “trenino giallo” ,ma, desideriamo ricordargli, che i Cittadini della Casilina non sono Cittadini di Serie B e che da anni si vedono privare del loro diritto alla mobilità a causa di una infrastruttura ormai obsoleta e che appare sempre più gestita “tirando a campare” Se prima l’amministrazione comunale ed il vettore potevano dare la colpa alla Regione, proprietaria dell’Infrastruttura, ora non ci sono più scuse ma soprattutto non c’è più tempo. Riteniamo, come CeSMoT, anzi che sia opportuno, invece di ricostruire da zero la linea, con tempistiche incerte (la Metrotranvia per Seregno, che doveva sostituire la tramvia Milano – Desio insegna)sia opportuno ottenere a livello ministeriale un declassamento da ferrovia a tramvia , seguendo gli esempi di Cagliari e Sassari, ed acquistare nuovi tram a scartamento ridotto. Qualora in futuro si decida di portare il tutto a scartamento ordinario basterà effettuare il cambio carrelli ai mezzi (operazione che si fa tra l’altro abitualmente in ambito ferroviario) In questo modo si tornerebbe a garantire alla cittadinanza il diritto alla mobilità, rendendo possibile viaggiare su mezzi moderni, confortevoli ed accessibili e non su mezzi che, nonostante si siano dimostrati nel tempo affidabili, hanno quasi tutti oltre 50 anni di vita operativa. Restiamo in attesa di un cenno di vita da parte del Campidoglio, auspicando che non si siano dimenticati cittadini ed elettori di importanti quartieri come Tor Pignattara, Centocelle o Alessandrino. In un’epoca in cui sempre più è importante la sostenibilità ecologica, riteniamo che sia la ferrovia, e non il bus,l’unico vettore ad emissioni zero
CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Il presidente
Omar Cugini
Comunicato Stampa – TRASPORTI: CESMOT, “Preoccupati per campagna anti tram di questi giorni; comune vada avanti con progetti approvati”
TRASPORTI: CESMOT, “Preoccupati per campagna anti tram di questi giorni; comune vada avanti con progetti approvati”
“Negli ultimi giorni stiamo assistendo, preoccupati, ad una massiccia campagna anti tram apparsa in particolare su un noto quotidiano romano, dove sedicenti esperti e comuni cittadini, non fanno altro che rilasciare dichiarazioni sulla presunta inutilità e pericolosità dei tram romani, suggerendone la totale sostituzione con autobus elettrici.”.
Lo dichiara il CeSMoT, Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, analizzando le recenti dichiarazioni apparse sui quotidiani romani in merito al futuro del tram a Roma.
“Comprendiamo e condividiamo pienamente – aggiunge il CeSMoT – le preoccupazioni sulla durata dei cantieri, in una città come Roma dove ogni cantiere spesso ha durata indefinita,ma questo non può diventare una scusa per non fare. E non comprendiamo affatto le motivazioni di chi insiste nel dichiarare che il tram è un mezzo obsoleto, che mette a rischio la stabilità dei palazzi arrivando anche a millantare presunti danni alla salute provocati dal rumore delle vetture, in quanto i moderni mezzi non sono di certo paragonabili a quelli di 50 anni fa ed anche le attuali tecniche di costruzioni permettono di minimizzare rumori e vibrazioni”. “Improvvisamente – analizza il CeSMoT – sembra essere tornati indietro di quasi 60 anni, quando nelle città lo smantellamento delle reti tramviarie veniva salutato come una liberazione e persino le associazioni ambientaliste tuonavano contro la rete di alimentazione di tram e filobus rea, a loro dire, di deturpare il paesaggio impedendo la vista del cielo. “.
“Sappiamo benissimo – prosegue il CeSMoT – quanti danni abbia provocato una politica del TPL incentrata solo sul mezzo gommato, tanto che, negli ultimi anni, sono state numerose le città che, strette nella morsa dell’inquinamento, hanno deciso nuovamente di investire sul tram, come ad esempio Firenze, Palermo, Cagliari, Padova, Bergamo e Venezia, città dove oggi, grazie alla lungimiranza delle amministrazioni locali, i cittadini possono godere di un mezzo di trasporto a zero emissioni, efficace ed efficiente. Certamente Roma, rispetto ad altre città italiane ed europee, paga il gap dovuto ad una classe politica spesso distratta sulle tematiche del TPL, dove i progetti giacciono dimenticati per anni nei cassetti e dove l’esercente manda spesso in giro vetture tranviarie che, soggettivamente, danno una spiacevole impressione di precarietà. Sarebbe da domandarsi, ad esempio, come mai ATM Milano consideri le famose vetture a carrelli “ventotto” un vanto per l’azienda e la città, tanto da farne quasi un simbolo mentre le STANGA di ATAC, più giovani di una ventina d’anni rispetto alla “cugine” milanesi, girino spesso con verniciatura scrostata e chiazze di ruggine.”
“Lo sviluppo della rete tranviaria – conclude il CeSMoT – tra cui la famosa TVA , Termini – Vaticano – Aurelio, di cui si parla sin dal Giubileo del 2000, deve restare una priorità per l’amministrazione comunale, a cui chiediamo di avere il coraggio di ignorare le sparute critiche NIMBY dei classici quattro gatti, ai quali interessa solo poter parcheggiare il SUV in tripla fila per andare al bar a bere il caffè, e di andare avanti con i progetti approvati, per rendere finalmente la città eterna, al pari di altre capitali europee”.
Comunicato Stampa – CeSMoT : TPL sia priorità per futuro sindaco di Guidonia Montecelio
Con l’avvicinarsi delle prossime votazioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Guidonia, come CeSMoT rinnoviamo appello a tutti i candidati a sindaco affinchè il TPL sia tra le prime priorità della loro agenda. Come abbiamo più volte in passato sottolineato la città di Guidonia ha una rete di TPL totalmente inefficace ed inefficiente,con poche linee, orari del tutto scollegati dalla reale domanda di trasporto, percorsi cervellotici e totale assenza di servizio nei giorni festivi e nelle ore serali. Il cambio di gestore, da SAP (passata a gestire alcune linee del consorzio Roma TPL) a BIS ha solamente portato un rinnovamento della flotta mezzi ,con 11 vetture, ed alcune paline elettroniche installate nei capolinea sulla cui utilità e ,sopratutto leggibilità delle indicazioni, ci permettiamo di dubitare. Appare evidente che finora si è preferito effettuare una semplice operazione di facciata piuttosto che investire in un potenziamento del servizio. Evidentemente non c’è alcun interesse a convincere i cittadini a lasciare l’automobile privata per utilizzare il trasporto pubblico, ma del resto, nella attuale situazione è abbastanza improbabile che un cittadino di Guidonia si convinca a fare ciò. Ad aggravare la situazione è indubbiamente anche la mancata integrazione tariffaria. Complice l’incapacità gestionale dell’assessorato regionale, il Metrebus è stato finora considerato un dogma intoccabile: solo ATAC,CoTraL e Trenitalia,lasciando fuori i vettori locali. A queste condizioni è palese che l’utenza cerchi di evitare il più possibile il doppio salasso e dove può o utilizza il CoTraL per i propri spostamenti o il mezzo privato. Lasciando gli autobus pagati dal comune a girare praticamente vuoti,con conseguente spreco di denaro pubblico. Auspicando un veloce cambio di rotta ed una riforma del TPL, in sinergia anche con i comuni limitrofi, restiamo in attesa di leggere le proposte dei candidati, e,come sempre, vigileremo sul rispetto delle promesse della campagna elettorale. Ci aspettiamo un impegno concreto verso una mobilità sostenibile.
Chiarimento di ANSFISA su scale mobili e ascensori metropolitana di Roma
In merito a quanto apparso sulle cronache romane di alcuni quotidiani in merito agli impianti di traslazione (ascensori e scale mobili) fuori servizio nelle stazioni della metropolitana di Roma, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali chiarisce che solo 17 impianti sono attualmente pronti per il collaudo da parte di Ansfisa: 8 nelle stazioni della linea A, 2 nelle stazioni della linea B1-B e 7 nella stazioni della ferrovia Roma-Lido. Le visite dell’Unità Operativa Territoriale di Roma della stessa Agenzia verranno effettuate nei prossimi 10 giorni lavorativi. Gli altri 101 impianti risultano invece bloccati per diverse cause tecniche: l’assenza di idonea manutenzione da parte di Atac, la presenza di prescrizioni a tutela della sicurezza da parte dell’organo vigilante oppure la mancata richiesta di visite e prove da parte del gestore nei confronti della stessa Ansfisa. In particolare, l’Agenzia sottolinea come le prescrizioni già impartite da tempo al gestore Atac sono relative alla sostituzione integrale di componenti di sicurezza come il sistema di frenatura di emergenza (paracadute e dispositivo contro l’eccesso di velocità) e altri primari componenti dei sistemi di sicurezza. Si tratta di prescrizioni che se non ottemperate rendono assolutamente impossibile l’esercizio pubblico degli impianti stessi.
Ferrovia Roma – Lido, CeSMoT: una vergogna annunciata, urgente ora minimizzare disagi
Come era abbondantemente prevedibile, dal prossimo 11 Novembre la ferrovia Roma Lido, la peggiore ferrovia d’Italia, perderà una ulteriore tratta e dopo la sospensione della tratta Lido Centro – Cristoforo Colombo vedrà anche la sospensione nei giorni feriali della tratta Roma Porta San Paolo – Eur Magliana con frequenze, teoriche, di circa 25 minuti. Le cause del disastro son ben note e sono dovute alla cronica mancanza di treni: si sono colpevolmente posticipate le previste revisioni fino a quando ANSFISA ha giustamente imposto ad ATAC il fermo di ben sette treni. In una situazione già compromessa da incapacità gestionali e stucchevoli scaricabarile tra proprietario dell’infrastruttura (Regione) ed esercente (ATAC e di conseguenza il Comune di Roma) si è arrivati con soli tre treni utilizzabili e l’impossibilità di garantire il servizio con frequenze accettabili sull’intera tratta. Come CeSMoT da lungo tempo, insieme alle altre associazioni ed ai comitati pendolari, abbiamo denunciato il declino della Roma Lido, infrastruttura strategica con i suoi circa 55 mila passeggeri trasportati ogni giorno. Appare evidente che le responsabilità del disastro sono molteplici: alle ben note incapacità gestionali di ATAC,che è riuscita nella non invidiabile impresa di affondare il servizio del metroferro (per non parlare di tram e filobus),si è sommato il colpevole disinteresse della Regione Lazio che si è sempre limitata ad erogare i corrispettivi previsti dal contratto di servizio senza mai interessarsi dello stato di salute della sua linea. Mentre in altre Regioni si procedeva al rinnovamento delle infrastrutture finanziando anche l’acquisto di nuovi mezzi, sulla Lido si tirava a campare. Prima il revamping delle MR100 trasformate in MR600 nel 2000, tentativo di allungare la vita operativa di rotabili esistenti;poi, dal 2005, il revamping delle MA100 ex Metro A, pomposamente chiamate “Freccia del Mare” e rimaste in servizio poco meno di 10 anni a causa dei ben noti problemi strutturali;poi ancora il dirottamento sulla linea delle MA200 e dei CAF MA300 ex Metro A,con un parco mezzi totalmente inadeguato alle esigenze di servizio. In tutti questi anni, l’unico cenno di vita da parte della Regione Lazio è stato annunciare il passaggio di gestione da ATAC ad ASTRAL e CoTraL annunciando che in futuro la ferrovia cambierà nome in “metromare” . Come se bastassero poche slide in power point e vaghe promesse per risolvere una situazione ormai compromessa. Sarebbe quindi troppo facile chiedere le (opportune) dimissioni dell’Assessore regionale Alessandri, praticamente e colpevolmente finora assente, o la rimozione del direttore d’esercizio e dei responsabili ATAC del disastro: anche se “rotolassero” delle teste la situazione non cambierebbe. Acquistare nuovi treni richiede tempo ed anche trovare convogli usati adatti alle caratteristiche della linea, ammesso di trovarli in Italia o all’estero, richiede dei passaggi amministrativi e normativi che non rendono possibile una situazione in tempi rapidi. Occorre perciò, ora che Comune e Regione sono dello stesso colore politico, che gli assessori Patanè ed Alessandri lavorino in sinergia per trovare soluzioni che possano mitigare i disagi,magari istituendo anche dei servizi bus integrativi Lido Centro – Magliana o Acilia – Magliana per supportare la ferrovia, accelerando contestualmente le revisioni dei convogli e programmando l’acquisto di nuovi convogli. Fra tre anni la Roma Lido compirà 100 anni ed è inammissibile che in 100 anni il servizio invece di migliorare sia ridotto in queste condizioni.
Comunicato Stampa – Ferrovia Roma – Lido, CeSMoT: dalla Regione solo una serie infinita di favole mentre il servizio affonda
Tre giorni fa abbiamo assistito al pomposo annuncio da parte della Regione Lazio che dal prossimo Gennaio,con il passaggio a CoTraL, la Ferrovia RomaLido diventerà la futura Metromare, il tutto condito da una sfilza di vaghe promesse: nuovi treni, risanamento dell’infastruttura ecc. Vorremmo tanto credere alle parole del Presidente ZIngaretti e dell’Assessore Alessandri ma non possiamo fare a meno di notare che sono ormai 9 anni che Zingaretti governa la Regione Lazio e di interventi per le tre ferrovie di proprietà regionale non se ne sono praticamente visti, nonostante i palesi disservizi causati anche da ATAC. Dove era la Regione quando ATAC chiudeva con futili scuse la tratta Centocelle – Giardinetti? Dove era la Regione quando ATAC creava il nuovo orario extraurbano sulla Roma – Civitacastellana – Viterbo infarcendolo di autobus?Dove era la Regione quando era palese che il sistema di gestione della circolazione sempre sulla tratta Catalano – Viterbo era non armonizzato con le nuove normative ANSF? Dove era la Regione Lazio quando sulla Roma-Lido l’orario era solo un qualcosa valido sulla carta?Purtroppo la risposta è che la Regione ha dormito in questi anni e che,dopo aver promesso la riapertura della funicolare di Rocca di Papa (che ancora attendiamo)ora promette un servizio migliore ai pendolari sulla RomaLido. Vorremmo tanto crederci ma è difficile poter offrire un buon servizio con soli 4 / 5 treni atti al servizio e con la linea attualmente limitata a Lido Centro. Non mettiamo in dubbio gli investimenti futuri,ma ci piacerebbe sapere che progetti ha la Regione per il breve periodo,tanto più che dal 2022 la linea verrà affidata a due società,ASTRAL e CoTraL, società sicuramente valide ma che,purtroppo, non hanno assolutamente esperienza nel settore ferroviario e cui spetterà un arduo compito. Come CeSMoT avremmo preferito che infrastruttura fosse stata affidata ad RFI e che per il servizio si fosse fatto ricorso alla collaborazione di una Impresa Ferroviaria già attiva,visto che inevitabilmente in questi anni è andato perduto il know-how ereditato da STEFER e successivamente Met.Ro SpA. Restiamo anche perplessi sulla scelta di realizzare un nuovo deposito ad Ostia: non che manchi lo spazio (l’area dell’ex scalo merci)ma semplicemente perchè riteniamo più coerente rilanciare il progetto di far diventare Magliana un importante polo manutentivo italiano. Abbiamo la sensazione che il recente annuncio sia solo una vuota lista di desideri e vaghe promesse, a volersi lavare la coscienza dopo anni di sonno profondo. Gli utenti della RomaLido (e non solo loro) di promesse ne hanno avute fin troppe, nessuna delle quali è stata mai realizzata. Restiamo in attesa di fatti concreti e,sopratutto, di un incontro aperto a tutte le associazioni e comitati, per illustrare un cronoprogramma certo per minimizzare i disagi dovuti alla mancanza di rotabili nonchè i disagi per i futuri cantieri annunciati. Tra 3 anni la RomaLIdo spegnerà 100 candeline, e,l’auspicio è che per quella data utenza possa riavere un valido ed efficiente collegamento ferroviario
Comunicato Stampa – Ferrovia Roma Lido, CeSMoT:cronaca di un disastro annunciato
Con la limitazione odierna della ferrovia Roma Lido alla stazione di Lido Centro, a causa della mancanza di materiale rotabile, si completa l’annunciato disastro di una delle peggiori linee ferroviarie d’Italia. Un collegamento strategico,che già alla sua apertura, nel 1924, era all’avanguardia per essere a doppio binario, elettrificato e totalmente in sede propria senza interferenze con la circolazione stradale, negli ultimi anni, complice la mala gestione ATAC (comune a tutto il TPL romano)è diventato un vero incubo per l’utenza,con un servizio peggiorato di anno in anno. Sarebbe però ingeneroso addossare tutte le colpe alla pessima gestione di ATAC, sopratutto nel caso specifico poi della RomaLido dove la situazione è resa ancora più intricata dal groviglio di competenze che da anni affligge la linea,con la regione proprietaria dell’infrastruttura, ATAC, società municipalizzata esercente con contratto di servizio stipulato con la Regione e mezzi di proprietà del Comune di Roma. Un caos dove spesso e volentieri non si trova mai un vero responsabile dei disservizi e che serve alla politica per uno stucchevole scaricabarile. Sorprende ad esempio l’ostinazione della Regione ad aver lasciato la linea in gestione ad ATAC, rifiutando qualche anno fa l’offerta di un colosso dei trasporti come RATP. Sorprende anche la decisione di affidare infrastruttura ad ASTRAL, azienda che finora si è occupata di viabilità, mentre altre regioni come Emilia Romagna, Umbria e Puglia hanno affidato le loro ferrovie al Gruppo Ferrovie dello Stato (addirittura in Umbria la ferrovia Terni – Sansepolcro anche come infrastruttura è stata affidata ad RFI). Ormai prossimi alle elezioni,come CeSMoT, non vorremmo pensare che la Regione stia attuando un gioco sulle spalle dei pendolari,per sfruttare la ben nota incapacità gestionale di ATAC e Comune di Roma a favore del “candidato amico”. Del resto siamo sorpresi che i vari soggetti abbiano trascurato la carenza di materiale rotabile,sopratutto perchè sono anni che su questa linea invece di acquistare nuovi mezzi si mettono “pezze” riciclando treni usati provenienti dalla metropolitana. Tralasciando il revamping effettuato negli anni 2000 da Firema sulle MR100,mezzi risalenti agli anni ’60 gravati già dall’oneroso servizio sulla Linea B ed i rapidi Termini Lido,la linea ha ricevuto le MA100 ex Metro A; pomposamente ribattezzate “Frecce del Mare” e che hanno mostrato ben presto problemi, delle MA200 sempre ex Metro A ed infine,unico materiale abbastanza nuovo. dei treni CAF uguali a quelli già in servizio sulla Metro A e Metro B. Non si è mai pensato di acquistare nuovi mezzi e rinnovare il parco rotabili. Ci sorprende anche che chi di dovere si sia “dimenticato” delle imminenti scadenze manutentive, ben sapendo anche i tempi non certo brevi, delle lavorazioni. A disastro ormai compiuto chiediamo un impegno concreto a minimizzare i disagi,con adozione di un orario di servizio adeguato che tenga conto delle reali disponibilità di mezzi ed un potenziamento delle navette sostitutive Lido Centro – Colombo. Per il futuro,come CeSMoT,chiediamo che termini questo groviglio di competenze sulla ferrovia: fermo restando l’affidamento tramite contratto di servizio, o i rotabili dovranno essere di proprietà regionali o della società esercente. E, sopratutto,chiediamo una vigilanza sul rispetto degli standard previsti,con applicazioni di penali al gestore in caso di inadempienze. Nel frattempo sarebbe opportuno che il Presidente della Regione Zingaretti insieme alla sindaca Raggi,agli assessori regionali e comunali Alessandri e Calabrese,l’Amministratore Unico di ATAC Giovanni Mottura ed il Direttore d’Esercizio della Ferrovia facessero il bel gesto di presentarsi a Porta San Paolo a chiedere per lo meno scusa agli utenti per tutti i disservizi.
Comunicato Stampa – CeSMoT,Ferrovia Roma – Lido: Regione Lazio ugualmente responsabile del disastro attuale insieme ad ATAC e Comune di Roma
Ancora una volta la Ferrovia Roma Lido di Ostia viene dimenticata dal suo proprietario, la Regione Lazio. Dopo anni di indifferenza, dopo aver rifiutato di passarla a RATP, quando ormai sembrava imminente il passaggio ad ASTRAL, arriva la doccia fredda per i pendolari con un comunicato del presidente Zingaretti che, su Twitter, chiedendo ancora pazienza, annuncia che da Gennaio partiranno i cantieri per l’ammodernamento. Nel frattempo si preannuncia un’altra estate di passione per gli utenti della linea, alle prese con disservizi e soppressioni di corse. Come CeSMoT vorremmo ricordare la presidente Zingaretti che è “solamente” dal 2018 che governa la Regione Lazio, proprietaria della linea, e ci chiediamo come mai finora non si sia accorto dei problemi della linea e non sia intervenuto per revocare la gestione ad ATAC. Ma, del resto, è la stessa amministrazione che ha avallato la chiusura della tratta Centocelle – Giardinetti della ex Roma Fiuggi ed ha assistito senza muovere dito al decadimento del servizio sulla Roma – Civita Castellana Viterbo, dove gli interventi di ammodernamento se avverranno è solo perchè ANSFISA ha emesso delle prescrizioni limitative rispetto all’attuale sistema di esercizio della tratta extraurbana. Chiaramente le colpe del disastro non sono solo della Regione, visto che sia Comune di Roma che ATAC hanno fatto poco e niente per migliorare la situazione ed è innegabile che quando si scelse di effettuare la fusione tra Trambus, che gestiva il TPL di autobus e tram, e Met.Ro. Spa , erede della STEFER, in un’unica azienda si sia rapidamente disperso il know-how di chi da sempre gestiva il trasporto su ferro. Non vorremmo che il temporeggiamento da parte della Regione più che a cause tecniche fosse dovuto a cause politiche: in autunno ci saranno le elezioni comunali a Roma e, a voler pensare male (ma come diceva un politico del calibro di Andreotti “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina” ) , anche la Lido potrebbe entrare nella campagna elettorale con la Regione, in caso di vittoria del candidato del PD, ovvero Gualtieri, disposta a lasciare tutto nelle mani di ATAC e Comune,mentre se vincesse un qualsiasi altro candidato allora la linea passerà nelle mani della Regione. Al di là della fantapolitica occorre un rapido cambio di rotta,occorre investire in nuovo materiale rotabile e rinnovare infrastruttura. Non importa chi sia il gestore, importante che utenti e pendolari di questa strategica infrastruttura possano avere un servizio efficace ed efficiente. Chiediamo per tanto al presidente Zingaretti ed all’assessore Alessandri, entrambi finora fin troppo assenti nell’interessarsi delle problematiche delle ferrovie regionali, di fare chiarezza sul futuro mettendo da parte i proclami e di non fare campagna elettorale sulla pelle dei pendolari. L’invito ovviamente è anche per l’attuale sindaco e per quello che verrà: meno proclami demagogici e più fatti concreti. Quanto ATAC, parlarne male è come sparare sulla Croce Rossa, fio a quando quella che un tempo era una gloriosa azienda sarà vittima dei giochi politici le cose non miglioreranno, e, vista la situazione attuale sotto gli occhi di tutti, unica strada è portare i libri contabili in tribunale, fare tabula rasa della attuale dirigenza e rifondare tutto da zero mettendo al comando tecnici esperti e slegati dalla politica, che abbiano come obbiettivo quello di offrire un TPL degno di una capitale europea, supportato ovviamente da una comunicazione all’utenza incentrata alla cortesia ed alla customer satisfaction.
Comunicato Stampa, CeSMoT: incontro Italia – Svizzera di stasera mostrerà anche all’estero inefficienze TPL romano
Il secondo incontro dei campionati europei di calcio in programma questa sera a Roma tra Italia e Svizzera sarà purtroppo occasione, ancora una volta, per mostrare anche all’estero il disastro del trasporto pubblico romano. I coraggiosi tifosi svizzeri che arriveranno oggi a Roma dovranno fare i conti con le consuete e ben note inefficienze ATAC con le quali i romani fanno i conti tutti i giorni: stazioni metro chiuse o totalmente inaccessibili ai disabili a causa dei guasti delle scale mobili, frequenze dei mezzi pubblici molto spesso non rispettate,senza dimenticare lo scandalo della linea tramviaria 2, rapido ed ecologico collegamento tra la metro Flaminio e lo Stadio Olimpico ormai sospeso dallo scorso 4 dicembre a causa dinon meglio specificati problemi all’infrastruttura. Più volte come CeSMoT abbiamo constato e denunciato il declino del TPL romano, vittima di 5 anni di nulla assoluto, chiedendo, inascoltati, un drastico cambio di rotta. I romani sono stati “raggirati” da presentazioni multiple degli stessi nuovi bus che sembravano uscite direttamente dai cinegiornali Luce degli anni ’30,e mentre la maggioranza si glorificava dei suoi presunti successi chiusa nel palazzo,complice l’imbarazzante silenzio di una opposizione praticamente evanescente, abbiamo assistito a situazioni paradossali, come il dover completamente chiudere delle stazioni della metropolitana per la sostituzione delle scale mobili giunte a fine operativa senza che nessuno si fosse preoccupato di pianificare interventi le cui scadenze dovrebbero essere ben note agli addetti ai lavori. Per non parlare della filovia fantasma sulla Laurentina,ormai diventata “busvia” (i filobus sono spariti da mesi ormai) , della linea 90 esercitata al 90% con autobus,il disastro delle tre ferrovie regionali ed i fantasiosi progetti del PUMS come le funivie. Certamente la crisi del TPL romano viene da lontano, e sarebbe ingiusto scaricarle solo sull’attuale amministrazione sebbene sia sotto gli occhi di tutti che al di là dei proclami ,specialmente sui social dove è garantito l’applauso dei fedelissimi, si sia fatto poco e niente, complice anche l’immobilismo della Regione Lazio che ha assistito quasi in silenzio al declino delle tre ferrovie di sua proprietà e per le quali il passaggio da ATAC ad ASTRAL resta ancora un qualcosa di nebuloso. Auspichiamo che gli errori passati e presenti servano da lezione per il futuro sindaco,e che, prendendo spunto da essi si faccia finalmente una seria politica sulla mobilità, fatta di tram,filobus e metropolitane e non ad esempio di monopattini o di inutili ciclabili realizzate in maniera randomica senza alcuna pianificazione semplicemente disegnando strisce gialle sull’asfalto in strade assolutamente inadatte ai ciclisti (vedi Via Gregorio VII). Roma merita finalmente un TPL all’altezza del suo ruolo. Cambiare rotta si può e si deve e,gli esempi, anche in Italia non mancano certamente