Omar Cugini, Presidente CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti), ha parlato ai microfoni di Radio Roma Capitale del problema delle tre stazioni della metropolitana, linea A, chiuse a Roma:”Per quanto riguarda la metro Barberini è uscita la notizia che le riparazioni sono state fatte con fascette da elettricista. Riparazioni artigianiali che potrebbero significare alcuni strascichi e tempi lunghissimi. Per quanto riguarda Spagna e Repubblica si continua a navigare a vista. Atac ha tutto in mano. Fatti tutti i collaudi verrà dato il nullaosta. Atac non comunica al Ministero dei Trasporti a che punto stanno e se la ditta ha finito tutte le verifiche. La situazione non è rosea neanche nel resto della rete. Se andiamo a vedere stazione per stazione la metà delle stazioni non è accessibile. Circa il 41% delle stazioni sono inaccessibili ai disabili per monte scale e ascensori rotti. La nuova ditta che aveva l’incarico aveva iniziato a fare manutenzione. Servirebbe un cronoprogramma per dare informazione più certa ai cittadini. Atac non dice i tempi e così le persone non riescono ad avere una prospettiva. La gestione è all’oscuro, ogni volta si prolungano i tempi. Ci vorrebbe qualcuno che ci metta la faccia. L’Assessore Meleo dovrebbe dire in pubblico come stanno le cose, scusarsi con i cittadini e prendersi le proprie responsabilità”.
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Podcast interviste 30 marzo e 4 aprile
Sono disponibili i podcast delle interviste rilasciate dal Presidente CeSMoT, Omar Cugini, a RadioRomaCapitale e Radio Vaticana sulle problematiche della metropolitana di Roma.
Intervista a RadioRomaCapitale del giorno 30 Marzo 2019:
Intervista a Radio Vaticana, trasmissione “Il Mondo alla Radio” del 4 Aprile 2019
Comunicato Stampa – CeSMoT,chiusura stazione metro A: comune ed Atac si attivino con urgenza per risolvere criticità e garantire riapertura
Dopo la chiusura della stazione metro A di Repubblica per il ben noto incidente alle scale mobili,i romani da ieri hanno avuto l’amara sorpresa di trovare chiuse anche le stazioni di Barberini e Spagna,sempre per problemi alle scale mobili. Riteniamo assurdo,come CeSMoT, che finora sia il comune che Atac abbiano sottovalutato i problemi delle scale mobili e, soprattutto,che molti impianti fossero giunti a fine vita operativa. Arrivati a questo punto,con la linea A che taglia fuori totalmente il centro storico,e chissà quante altre stazioni a rischio chiusura,riteniamo indispensabile che ATAC e Comune si attivino rapidamente per superare le criticità e , soprattutto,comunichino ad utenti e cittadini i tempi di riapertura delle tre stazioni. Finora sulla questione registriamo solo un imbarazzante silenzio,con l’assessore Meleo che non ha ritenuto opportuno metterci la faccia, così come il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno. Entrambi in due anni e mezzo di consiliatura, nonostante le promesse e i proclami, sono riusciti esclusivamente ad istituire 3 bus circolari, a realizzare 726 m di ciclabile e ad installare mezzo km di cordoli buttati a caso sulle strade. Fossimo in un paese normale i due soggetti in questione si sarebbero per lo meno scusati se non dimessi in segno di rispetto verso i cittadini
CeSMoT Centro Studi sulla mobilità e i trasporti
Problematica monitoraggio nuove vetture ATAC a noleggio
Abbiamo richiesto al Dipartimento Mobilità di Roma Capitale di risolvere la problematica delle nuove vetture ATAC a noleggio che non vengono monitorate dai siti ATAC e muoversi a roma. Questa la risposta ricevuta: “si informa che la Società ATAC SpA ha provveduto con 2 diverse note a comunicare tutti i numeri di esercizio associati alle 38 vetture in usufrutto citate in oggetto, sia alla Società Roma Servizi per la Mobilità che allo Scrivente Dipartimento, proprio allo scopo di un controllo sulla certificazione chilometrica e del riconoscimento AVM”
Pur apprezzando la pronta risposta dobbiamo sottolineare che non tutte le vetture risultano monitorate. Attualmente l’intero gruppo 201 – 220 Indcar Mobi non risulta monitorato mentre per i due restanti gruppi risultano monitorate le sole vetture 221 ,222 (VDL Citea) 234,235,237 e 238 (Iveco Urbanway) .
Comunicato stampa – CeSMoT,perplessi su risultato analisi costi-benefici linea Torino Lione
L’analisi costi-benefici sulla linea Torino – Lione ,resa finalmente nota, ci lascia fortemente perplessi. Sebbene fosse purtroppo evidente che ci fosse una forza politica che spingeva per avere a tutti i costi un parere tecnico negativo per giustificare la sua opposizione all’opera,tanto da nominare una commissione che non ha mai fatto mistero della sua contrarietà (è stato come mettere dei vegani a capo di una commissione per decidere se macellare un maiale per fare un prosciutto) è anche abbastanza evidente che alcuni dati siano abbastanza falsati. Ad esempio viene indicato un costo complessivo di 12 mld, gonfiato di 1,2mld,con un costo per l’Italia che viene dichiarato di 5,5mld quando è in realtà di 3 mld. Questo perché hanno in sede di analisi si è evitato di calcolare il 40% del contributo UE. Oltre a ciò non viene assolutamente considerato che la Torino-Lione un’opera strategica inserita nel corridoio europeo Lisbona Kyiv , che permetterà un veloce movimento di merci e persone. Per non parlare dei limiti attuali della linea Torino Modane. Opporsi alle ferrovie significa non avere a cuore l’ambiente e non volere togliere tir dalle strade. Ci teniamo infine a ricordare che in caso di stop all’opera,oltre alle penali da pagare ci sarebbero i fondi da restituire all’Unione Europea che, presumibilmente,li assegnerà a stati non governati da chi ha fatto della decrescita felice la sua bandiera. Auspichiamo,come CeSMoT,che il Parlamento sovrano esamini attentamente utilità dell’opera dandone via libera
Tram Termini – Vaticano – Aurelio: facciamo chiarezza
Si torna a parlare della linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio,oggetto della commissione mobilità capitolina dello scorso 21 Gennaio. Il tutto condito dai consueti toni trionfalistici sia da parte dei politici (Meleo e Stèfano) che dei tecnici di Roma Servizi Mobilità e dalla promessa di chiedere i fondi per la sua realizzazione. L’opera non è nuova e c’è da dire che almeno questa volta l’amministrazione comunale ha avuto l’onestà intellettuale di ammetterlo e di non prendersi meriti non propri. Ma c’era davvero necessità di inserire l’opera nel PUMS e di fare una commissione mobilità ad hoc? Certamente no, sarebbe bastato fare infatti una ricerca negli archivi comunali per scoprire l’esistenza della Delibera di Giunta Comunale n° 3684 del 22/10/1996 avente come “Incarico alla STA Sistemi di Trasporti S.p.A. per la progettazione di linee tramviarie” . Di cosa si trattava? Del conferimento dei seguenti incarichi:
- progettazioni preliminare e definitiva della linea tramviaria Termini-San Pietro;
- progettazione esecutiva della tratta Largo di Torre Argentina-Via del Plebiscito di tale linea;
- approfondimento dello studio di fattibilità, nonché quello delle progettazioni preliminare e definitiva delle opere di manutenzione e qualificazione urbana connesse alla linea stessa;
- approfondimento dello studio di fattibilità nonché l’incarico delle progettazioni preliminare e definitiva della linea tram viaria Aurelio-San Pietro e delle connesse opere di manutenzione e qualificazione urbana;
- approfondimento dello studio di fattibilità nonché l’incarico della progettazione preliminare della linea tramviaria Archeotram e delle connesse opere di manutenzione e qualificazione urbana;
- studio di fattibilità della linea tramviaria Viale Togliatti;
Veniva inoltre stabilito il finanziamento della spesa complessiva massima, pari a L. 3.285.792.300, di cui L. 2.761.170.000 per lavori e L. 524.622.300 per IVA, con i fondi assegnati con D.P.C.M. 4 agosto 1995 (parliamo del 1996)
Committente:
- Comune di Roma, Dipartimento VII, via Capitan Bavastro 94, 00154 Roma
- Comune di Roma, Dipartimento XII, via della Misericordia 1, 00186 Roma
Esecutore:
Sistemi di Trasporti S.p.A.
Sede legale: via Volturno 65, 00185 Roma
Sede operativa: via Vigna Murata s.n.c. 00143 Roma
Ovvero da un lato gli attuali dipartimenti Mobilità e S.I.M.U. – Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana del Comune di Roma e dall’altra l’attuale Roma Servizi per la Mobilità.
Andando ad analizzare i percorsi, nella delibera è tutto indicato
- Linea Termini – San Pietro
Il tracciato della linea tramviaria oggetto dell’incarico di progettazione prevede un capolinea in corrispondenza della Stazione Termini, dove scambia anche con la linea tranviaria Archeotram. La linea percorrerà poi via Einaudi, via Nazionale, via IV Novembre, via C.Battisti, via del Plebiscito, corso Vittorio Emanuele II per attraversare poi il Tevere su Ponte Principe Amedeo S. A. oppure su Ponte Vittorio Emanuele e raggiungere quindi largo di Porta Cavalleggeri attraverso la galleria Principe Amedeo S. A. nel primo caso e Borgo Santo Spirito nel secondo. La scelta tra le due soluzioni, e loro possibili varianti, andrà fatta anche in funzione di una diramazione, da realizzare successivamente, destinata a congiungersi con la rete tramviaria esistente in Prati – Flaminio ed atta a ripristinare un servizio tramviario tra detto settore ed il polo Ostiense. In corrispondenza della Stazione Termini deve essere creata una connessione intermodale con il sistema della mobilità esistente; la localizzazione e la configurazione del capolinea saranno definite con tale obiettivo, tenuto conto dell’esigenza di valorizzazione ambientale delle Terme di Diocleziano e del complesso di piazza Esedra. Lungo via Nazionale, le soluzioni da adottare saranno finalizzate:
- alla organica coesistenza con la mobilità privata e con l’esigenza di verificare il sistema di mobilità dei bus pubblici;
- alla funzionalità delle attività commerciali presenti;
- alle relazioni con le polarità funzionali forti e con le emergenze ambientali.
In via IV Novembre le soluzioni da adottare dovranno tener conto delle più generali esigenze di funzionalità e sicurezza della viabilità pubblica e privata, nonché dell’esigenza di tutela ambientale. In corrispondenza di piazza Venezia si curerà in modo particolare:
- interscambio con le previste fermate della metro “C”;
- il contenimento dell’impatto ambientale delle strutture della linea (linee aeree)
In piazza Argentina si curerà un raccordo organico con la linea tranviaria Casaletto-Centro, sia in direzione di Termini, sia in direzione di San Pietro (e Prati Flaminio), avendo presenti le esigenze di salvaguardia e valorizzazione dei complessi archeologici ed ambientali ed individuando soluzioni di integrazione con i progetti già elaborati.
Su corso Vittorio Emanuele lo sviluppo della linea (fermate, localizzazioni, ecc.) terrà conto delle esigenze di organico inserimento urbanistico (sistema delle relazioni funzionali) ed ambientale, nonché dei problemi comuni alla viabilità privata. A largo di Porta Cavalleggeri la linea si connetterà con la tramvia Aurelio-San Pietro. Nell’ambito della definizione del modello di esercizio andrà verificato se a tale punto di raccordo deve corrispondere una struttura di capolinea o se vi deve essere continuità di esercizio, con predisposizioni di capolinea in altri punti della San Pietro-Termini.
In corrispondenza dell’area di San Pietro il progetto dovrà comunque tenere conto dei rilevanti flussi pedonali che interessano la zona ed assicurare loro i necessari spazi e la sicurezza di transito e sosta.
- Linea Aurelia – San Pietro
Il tracciato della linea tramviaria oggetto dell’incarico di progettazione si attesta all’esterno nell’area di circonvallazione Cornelia/piazza dei Giureconsulti, attualmente sede di numerosi capolinea di autobus urbani, corre lungo circonvallazione Cornelia fino a piazza di Villa Carpegna e quindi lungo via Gregorio VII, utilizzando la carreggiata centrale già riservata al trasporto pubblico ed intersecando in piazza Pio XI l’attuale via Olimpica, con la conseguente necessità di risolvere il relativo nodo; si raccorda alla linea tranviaria San Pietro-Termini a largo di Porta Cavalleggeri. Nell’ambito della definizione del modello di esercizio andrà verificato se a tale punto di raccordo deve corrispondere una struttura di capolinea o se vi deve essere continuità di esercizio, con predisposizioni di capolinea in altri punti della San Pietro-Termini. La lunghezza della linea è di circa 3,4 km. È ipotizzata anche una diramazione da piazza G.B. De La Salle, lungo via Aurelia, fino alla stazione Aurelia FS (circa 3 km), per servire più direttamente le attività ricettive e gli insediamenti residenziali ivi collocati; andrà verificata la fattibilità di tale diramazione ed andranno individuate idonee soluzioni alternative per un efficiente apporto sulla rete su ferro. Le azioni di riqualificazione da valutare riguarderanno principalmente i seguenti temi:
- sistemazione delle piazze situate lungo il percorso ed interferenti con le fermate: largo di Porta Cavalleggeri, piazzale Gregorio VII, largo Cardinal Galamini, piazza Pio XI, piazza di Villa Carpegna, piazza G.B. de Lasalle; compresi eventuali percorsi pedonali connessi alle piazze. riorganizzazione della sede stradale e dei rapporti tra ambiti pedonali, ambiti tram, aree di sosta autovetture, sedi carrabili, ambiti verdi.
- sistema dell’arredo urbano presente da armonizzare con gli arredi tranviari, nonché eventuale realizzazione di specifica segnaletica turistica.
- collegamenti di interscambio pedonale con le fermate della linea metropolitana, con la stazione San Pietro FS, e collegamenti pedonali con l’area di San Pietro.
Inoltre, per tali linee l’amministrazione comunale avrebbe messo a disposizione, tra l’altro, copia degli elaborati del Prof. Arch. I. Insolera, sviluppati nell’ambito della consulenza di cui alla Delibera G.C. n. 1666/95 . Appare evidente come non serva ridiscutere il progetto, occorre solamente recuperare i progetti esistenti , stabilire i costi di realizzazione della linea e chiedere quanto prima i finanziamenti per cantierizzare l’opera, considerando anche che secondo precedenti piani comunali era previsto il riutilizzo della ex Sotto Stazione Elettrica ATAC di Via Monte Brianzo 28, dismessa nel 1972 con la soppressione delle linee filoviarie, a servizio della nuova tramvia. Unico problema è che nel progetto originario s prevedeva intersezione con l’attuale linea 8 a Torre Argentina, dove in effetti era ubicato il capolinea “provvisorio” . Con il prolungamento della linea a Piazza Venezia occorre pensare a come collegare le due linee, se riprendendo il progetto originario oppure realizzando un nuovo interscambio. L’alternativa potrebbe essere quella di realizzare un nuovo capolinea in Piazza Venezia, al centro della Piazza, dove sono ubicati i capolinea degli autobus, costruendo interscambio con linea proveniente da Termini direttamente in Piazza Venezia. Questa soluzione permetterebbe anche di collegare la prevista linea in Largo Corrado Ricci, creando un vero e proprio effetto rete nel centro storico. Ulteriore incognita è la necessità di prevedere un nuovo deposito tramviario. Esclusa la riconversione della Rimessa Trastevere, a causa di ritrovamenti pregressi di reperti archeologici, resterebbe ipotesi di riutilizzare la ex rimessa Vittoria in Piazza Bainsizza, previa riqualificazione degli immobili
Mistificazioni a 5 stelle sui fondi per le metropolitane romane
Alcuni giorni fa il sindaco di Roma, con squilli di trombe e rulli di tamburi, si è affrettata a strombazzare il grande successo dell’ottenimento di oltre 425 milioni di Euro, a seguito di convenzione con il Ministro (grillino) dei Trasporti, per l’ammodernamento delle linee A e B della metropolitana. Peccato che la verità sia differente dalla propaganda. Come informa su twitter il blogger e debunker Mercurio Viaggiatore (https://twitter.com/MercurioPsi/status/1088353585853841408) i fondi erano stati stanziati nel 2017 dal Ministro dei Trasporti Delrio, come correttamente indicato su un articolo del Corriere della Sera (https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_02/metro-b-arrivo-oltre-425-milioni-euro-roma-capitale-8d3a9708-efc9-11e7-ae90-7494db7ac3d7.shtml) . Bene ovviamente arrivo dei fondi, ma sarebbe stata più opportuna un briciolo di onestà intellettuale. Ma evidentemente per la nonsindaca è più importante la propaganda.
Comunicato Stampa, CeSMoT: #ATACRinasce ma il servizio affonda
Nonostante l’ottimismo dell’amministrazione capitolina e la propaganda internet a base dell’hashtag #ATACRinasce , i romani continuano a fare i conti con un servizio di TPL che ogni giorno peggiora sempre più. Nella giornata odierna, al consueto blocco delle linee servite da vetture corte (115,188,52…)si è avuto il blocco totale della metro B a causa di un guasto tecnico e le stazioni Barberini (Metro A) e Graniti (Metro C) chiuse per guasti tecnici. Senza dimenticare i treni soppressi sulla ferrovia Roma Viterbo, le “rimodulazioni” di orario sulla Roma – Lido e i numerosi impianti di traslazione nelle stazioni della metropolitana guasti da mesi. Eppure, nonostante una situazione disastrosa, i (poco) responsabili della mobilità cittadina, ovvero il Presidente di ATAC Simioni, il sindaco Raggi, l’assessore Meleo ed il Presidente della Commissione Mobilità Stèfano continuano a far finta che tutto vada bene e che in breve tempo il TPL romano raggiungerà livelli di eccellenza così elevati da fare invidia a Londra, Parigi o Zurigo.
Ci chiediamo, onestamente, se queste persone vivano a Roma , oppure altrove, in quanto è impossibile che non si siano resi conto della catastrofica situazione in cui versa il TPL romano. Ed il futuro non è affatto roseo: come spiega il blogger e debunker Mercurio Viaggiatore, esperto di trasporto, Il 17 ottobre 2018 ATAC pubblica un bando,della durata di due anni, per l’acquisto di gasolio per rifornire gli autobus, ma la gara va deserta. Con l’appalto attuale in scadenza il 31 gennaio 2019 ATAC pubblica un altro bando il 30/11/2018 con lotti della durata di soli 6 mesi al quale si presente una sola Società (cfr http://www.diarioromano.it/atac-e-quasi-a-secco-di-carburante-quanto-resistera-ancora/) . Tutto ciò significa, che in assenza di un nuovo bando, se pure arriveranno le famose vetture promesse (ammesso e non concesso si trovi qualche azienda disposta a vendere le sue vetture usate), i bus romani rischiano a Luglio di fermarsi per mancanza di carburante. Con conseguenze inimmaginabili. Sebbene sia innegabile che la crisi di ATAC e più in generale del TPL romano sia frutto anche di errate scelte avvenute in passato, e sebbene sia chiaro, e nessuno lo hai mai preteso, che tutto si potesse risolvere in pochissimo tempo, auspichiamo che i politici democraticamente scelti dai cittadini per governare la città mettano finalmente da parte la propaganda e , rimboccandosi le maniche, dicano chiaramente cosa intendono fare per superare l’attuale catastrofica situazione del TPL romano: fatti concreti, non generiche promesse . Altrimenti ammettano dignitosamente di aver fallito e si dimettano dal loro incarico. Per il bene di Roma e dei romani.
CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Comunicato Stampa – CeSMoT: anno nuovo, ATAC vecchia
Il nuovo anno per gli utenti del trasporto pubblico romano è iniziato così come era finito l’anno vecchio, ovvero con i consueti disservizi ATAC. Dopo la debacle della notte di capodanno, dove l’annunciato potenziamento di alcune linee di superficie , propagandato in grande stile dall’evanescente amministrazione grillina, si è rivelato un bluff, con 38 vetture in circolazione sulle 13 linee “potenziate” (https://www.odisseaquotidiana.com/2019/01/il-capodanno-di-atac.html), nelle giornate di ieri e di oggi l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù è rimasto isolato a causa della sospensione delle linee 115 ed 870 causata dalla presunte cronica indisponibilità di vetture corte. In attesa che l’amministrazione decida di acquistare vetture di tipo corto per ATAC, riteniamo urgente, come CeSMoT, che le linee o vengano gestite da Roma TPL o che la Rimessa di Acilia, che ha maggiore disponibilità di vetture corte, tanto da usarle anche su linee dove non sono necessarie, ceda alla Rimessa Magliana, che gestisce le linee 115 ed 870 alcune delle sue vetture per tamponare emergenza.
Comunicato Stampa – Referendum TPL Roma, CeSMoT: un risultato che premia solo Atac
Il mancato raggiungimento del quorum al referendum sul TPL romano,al di là delle varie e fantasiose interpretazioni politiche, mostra una città apatica e rassegnata. Il romano medio,sempre pronto al lamento specie sui social network, quando è stato chiamato a prendere una decisione ha ritenuto più opportuno decidere di non decidere. Indubbiamente in questo è stato aiutato da una campagna informativa abbastanza evanescente,condotta da entrambi gli schieramenti più a base di fake news che sugli effettivi argomenti del referendum, avendo come unico risultato quello di confondere le idee. E su questo dovrebbero riflettere un poco tutti: un referendum é a prescindere uno strumento di partecipazione e democrazia con il quale il cittadino è chiamato a dire la sua opinione. Non aver raggiunto il quorum ,oltre all’inevitabile spreco di soldi, rappresenta una sconfitta. Con il fallimento del referendum hanno vinto solamente le decine di dirigenti e quadri di atac che rimarranno tranquillamente al loro posto a prendere lo stipendio senza fare nulla se non burocratizzare le attività interne aziendali e a creare solo inutili costi e inefficienze,gli unici che veramente potevano correre rischi,visto e considerato che chiunque avesse vinto una gara per i servizi di tpl avrebbe avuto obbligo di assumere il personale operativo. Per il futuro,come CeSMoT, continuiamo a ritenere opportuno una messa a gara dei servizi in maniera intelligente, con lotti di linee omogenei e alcuni obblighi di partecipazione,considerando anche che le norme europee invogliano a farlo e che laddove si mette a gara il tpl vengono erogati fondi aggiunti da parte del ministero. Solo così si potrà avere un trasporto efficace ed efficiente, adeguato ad una capitale europea.