Il focus, diviso per regione, su tutte le novità introdotte con il nuovo orario invernale di Trenitalia a partire dal 13 dicembre 2015, è disponibile su ilmondodeitreni.it a questo indirizzo: http://www.ilmondodeitreni.it/blog/tag/nuovo-orario-2016/
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CeSMoT: 32 anni senza Roma – Fiuggi
Con l’OdS dell’allora AcoTraL N° 349 del 9 dicembre 1983 si metteva la parola fine sulla ferrovia Roma – Fiuggi disponendo la sospensione , “fino a nuovo avviso” , dell’esercizio tra San Cesareo e Fiuggi a partire dal successivo 27 Dicembre. La sospensione, imposta dal Ministero, sotto certi aspetti metteva fine all’agonia di una linea che versava in condizioni a dir poco critiche: poco tempo prima, un sopralluogo dell’USTIF, aveva imposto pesanti rallentamenti, anche a 30 Km/h, sulle tratte ancora armate con binari da 27,5 Kg/m e la linea era, di fatto, limitata alla stazione di Cave a causa di una frana. A distanza di 32 anni dalla chiusura, con la linea ormai ridotta alla sola tratta Laziali – Centocelle a causa di una sconsiderata decisione di ATAC, con il forte dubbio se si riusciranno a festeggiare nel 2016 i 100 anni di esercizio, se paragoniamo il tracciato della linea con altre illustri ferrovie, come ad esempio il Bernina, è molto forte il rimpianto per ciò che si poteva fare e non si è fatto. Anni trascorsi senza un’idea per il futuro, con investimenti ridotti allo stretto indispensabile e mancate promesse di ammodernamento portarono all’inevitabile epilogo ed alla perdita di una infrastruttura, trasformata parzialmente in pista ciclabile dalla dubbia utilità, che da un lato poteva ancora giocare un ruolo per i collegamenti su ferro, dall’altro avrebbe potuto rivelare ampie potenzialità turistiche, specie nella tratta montana. Ora più che mai, dopo tutte le occasioni perdute ed i soldi spesi (vedi l’ammodernamento della tratta Torrenova – Pantano poi ricostruito da zero a causa delle varianti al progetto per la Metro C o la nuova stazione di Giardinetti buttata alle ortiche dopo neanche 10 anni) riteniamo occorra decidere in fretta il futuro di ciò che resta della linea che, nonostante gli anni, mostra ancora enormi potenzialità e che, se ammodernata nell’infrastrutture e nei mezzi, potrebbe giocare un ruolo chiave per la mobilità del quadrante Roma Sud, magari con un auspicabile prolungamento da Giardinetti verso Tor Vergata o magari realizzando anche un collegamento di tipo tramviario tra Pantano Borghese Metro C e San Cesareo. I progetti, sulla carta, non mancano, ma resta forte il dubbio che ci sia la reale volontà di passare dalle parole ai fatti, specie dopo avere osservato, con rammarico, l’assurdo silenzio della Regione Lazio sul futuro della linea. Per quanto riguarda il passato, inutile, purtroppo, piangere sul “latte versato” e chiedersi cosa sarebbe potuta essere la linea se…
I dubbi su cosa sarebbe potuto succedere con più investimenti, su cosa sarebbe potuto succedere se l’allora ACoTraL avesse davvero intrapreso i lavori richiesti dal Ministero, se fosse andato in porto il piano di ammodernamento proposto negli anni ’80, su cosa sarebbe potuto succedere senza le frane che prima tagliarono la linea tra Genazzano e Fiuggi e poi tra Pantano e San Cesareo…sono dubbi molto affascinanti, ma la storia non si fa con i se e con i ma e queste risposte purtroppo resteranno senza risposta. L’unico dato di fatto è che la tratta Torrenova – Pantano è stata salvata, ammodernata ed ora è diventata una moderna metropolitana, che, nonostante ATAC, esiste ancora la tratta Giardinetti – Roma Laziali e che si è conservata la memoria della linea sia con la realizzazione del museo ferroviario nella ex stazione di Colonna, sia con il restauro del locomotore 1 esposto presso il Polo Museale di Porta San Paolo. Occorre prendere esempio dalla storia e non ripetere gli errori del passato: Roma non può permettersi la perdita di ulteriori Km di ferrovia, ed il progetto di ATAC di limitare definitivamente ciò che resta della linea nei pressi della stazione di Centocelle altro non farebbe che far perdere, definitivamente, una importante infrastruttura ferroviaria.
Giubileo: CeSMoT, bene piano FS attendiamo quello di ATAC
In vista dell’Imminente Giubileo apprendiamo con piacere dell’impegno profuso dal Gruppo FS per garantire la mobilità dei pellegrini che affolleranno Roma durante questo importante periodo. Attendiamo però, con impazienza, di conoscere il piano previsto da ATAC, ammesso che esso esista, visto che manca meno di un mese dall’apertura della Porta Santa ed ancora tutto tace. Finora l’azienda di Via Prenestina si è distinta solamente per i suoi piani di soppressioni astrusi di linee, vedi ad esempio la ferrovia Centocelle – Giardinetti, e quotidiani e “misteriosi” disservizi, come quello odierno sulla Ferrovia Roma – Lido di Ostia. Da romani ed utenti vorremmo, tuttavia, che questi piani straordinari in materia di trasporto fossero invece la quotidianità. Un servizio efficiente, treni, bus, tram e metro funzionanti e puliti farebbero di Roma una vera capitale europea, diminuendo il traffico e rendendo la città più vivibile e a misura di cittadino. Il concreto rischio che il Giubileo della Misericordia possa diventare una “Via Crucis” per i cittadini romani e per i pellegrini è tutt’altro che infondato, e per questo, come CeSMoT, chiediamo al Commissario Tronca di mettere rapidamente in atto tutte quelle misure necessarie ad evitare la caporetto del trasporto pubblico, ricorrendo, se necessario, anche all’azzeramento dei vertici ATAC ed al commissariamento dell’azienda.
Filovia di Cremona: la risposta dell’Assessore Manfredini
Con grande piacere pubblichiamo la risposta dell’Ing. Alessia Manfredini, Assessore alla Mobilità del Comune di Cremona, in merito al nostro comunicato stampa sui recenti lavori di smantellamento della filovia di Cremona. Al di là delle posizioni che restano opposte, trovare un’amministrazione comunale che risponde in tempi rapidissimi su questioni sollevate dalla Ns associazione, è una cosa che ci fa enormemente piacere.
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Egr. Sig. Cugini – Presidente CeSMoT,
dopo aver letto con stupore il comunicato pubblicato sul vostro sito, ritengo opportuno sottolineare quanto segue. La città di Cremona, nel 2002, ha deciso di non investire più sui filobus per diverse ragioni, tra queste la rigidità del percorso, gli elevati costi di manutenzione e gli investimenti corposi che si sarebbero dovuti sostenere per le modifiche delle linee in base al riassetto viabilistico cittadino. Negli anni a seguire le diverse amministrazioni hanno scelto di smantellare progressivamente la rete e di non inserire in alcun capitolato delle due ultime gare (anno 2004, anno 2012) per l’aggiudicazione del servizio del trasporto pubblico l’opzione di utilizzo dei filobus. Ripristinare completamente ora i cavi aerei comporterebbe un investimento di risorse non sostenibile, al quale si andrebbero ad aggiungere i costi per l’acquisto di nuovi mezzi e la modifica del contratto di servizio esistente che lega fino al 2020 il Comune di Cremona a Km S.p.A., l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale. Significherebbe inoltre rinunciare al rinnovo del parco mezzi del trasporto urbano che, ad oggi, ha un’età media di 7 anni (attualmente il 27% della flotta è a metano, il 19% della flotta EEV o euro VI) e abbandonare il concetto di flessibilità dei percorsi delle linee che collegano per esempio il centro storico con i quartieri. In questi mesi, in accordo con Aem S.p.A., si è valutato di rimuovere i tratti finali dei cavi aerei della linea dei filobus, in particolare quelli ancora presenti nel centro storico all’interno di un percorso di riqualificazione urbana. Una scelta che, alla luce di quanto sopra spiegato, è obbligata. Diversamente da quanto emerge dal vostro comunicato, l’impegno di questa Amministrazione sulle tematiche ambientali è molto forte. Segnalo, ad esempio, che nel nuovo Piano della sosta e della mobilità del centro storico, approvato lo scorso mese di luglio in Consiglio Comunale, è presente l’indirizzo di migliorare il trasporto pubblico ricorrendo a mezzi più ecologici e di dimensioni ridotte, adatti a circolare in una città come Cremona il cui centro ha mantenuto una conformazione che risale al Medioevo. Stiamo infatti lavorando nella direzione di una mobilità sempre più sostenibile. Vi invitiamo pertanto a visitare la nostra città così da poter valutare di persona la mobilità del centro storico e il trasporto pubblico esistente con i mezzi a metano che transitano nel centro storico. Avrete così modo di apprezzare non solo corso Campi pedonale ma anche altre zone della città, come corso Mazzini e largo Boccacino, che questa Giunta ha reso pedonali.
Smantellamento linea filobus di Cremona, l’attacco di Cesmot…
Articolo apparso sull’edizione online di Cremona Oggi:
Mentre a Cremona sta terminando lo smantellamento delle vecchie linee della filovia, in tutta Europa le altre città tornano ad investire sul filobus. E’ il caso ad esempio di Verona, dove l’amministrazione comunale sta investendo proprio in questa forma di trasporto pubblico, per soppiantare il vecchio autobus. Stessa cosa vale per Bologna, che già sta facendo realizzare i nuovi filobus, in quali già dai primi mesi del 2016 saranno in circolazione. O ancora come Pescara, dove sono in corso i lavori per il completamento della filovia.
A denunciare la situazione cremonese è il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti). “Mentre altre città italiane investono seriamente su un trasporto pubblico ecosostenibile implementando tram e filobus, la città di Cremona continua ad essere purtroppo in netta controtendenza” evidenzia il presidente Omar Cugini. “Apprendiamo infatti dai giornali che l’attuale giunta comunale ha deciso lo smantellamento della filovia, sospesa cervelloticamente all’esercizio sin dal 2002 per dar spazio in centro ad un’isola pedonale ‘blindata’ a tutto ciò che non fossero pedoni”.
Questa sarebbe una scelta anacronistica, secondo l’associazione. “Invece di dare un netto segno di discontinuità con il passato, investendo per il ritorno di uno dei mezzi ecologici per eccellenza, si sceglie ancora una volta di lasciare il passo a traffico ed inquinamento” continua Cugini. “Il tutto con il plauso della stampa che, riciclando un triste slogan coniato a Roma negli anni ’70 da ecologisti che lo erano solo di nome, parla di ‘operazione cieli puliti’ come se fosse il bifilare filoviario ad ‘deturpare lo skyline’ mentre invece automobili camion ed autobus, con le loro emissioni no”.
“Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, desideriamo ‘umilmente’ suggerire al Sindaco Galimberti ed alla sua ‘antiecologica’ giunta un istruttivo viaggio in altre città italiane più evolute, dove si è scelto di continuare ad investire su un TPL ecosostenibile” continua Cugini. “Basti pensare ad esempio alla vicina Milano, o, in tema di filovie, a Bologna, una delle città ecologiche per eccellenza, che con un massiccio piano di investimenti sta ponendo le basi per uno sviluppo della sua rete filoviaria. Parlando con i suoi omologhi colleghi forse l’illustre primo cittadino ed i suoi collaboratori potrebbero finalmente aprire gli occhi e rendersi conto del grosso errore che stanno commettendo. E fermare l’inutile smantellamento ed il relativo spreco di soldi. Desideriamo ricordare infine che la città di Cremona e la sua azienda di trasporto si sono distinte per aver buttato, dopo neanche 10 anni di servizio due nuovissimi filobus acquistati con fondi regionali e che sebbene la filovia inattiva dal 2002, si erano mantenute in essere tutte le servitù per l’ancoraggio del bifilare filoviario e, con costi sostenuti sarebbe stato possibile riattivare il tutto. Ora, con la scellerata e assurda decisione, si mette davvero la parola fine ad una gloriosa storia ecologica iniziata nel 1940. Con buona pace dei cremonesi che ora potranno godersi il loro ‘bel’ cielo e respirare a pieni polmoni i gas di scarico”.
Comunicato Stampa: CeSMoT, Cremona città antiecologica, assurdo smantellamento filovia
Mentre altre città italiane investono seriamente su un trasporto pubblico ecosostenibile implementando tram e filobus, la città di Cremona continua ad essere purtroppo in netta controtendenza. Apprendiamo infatti dai giornali che l’attuale giunta comunale ha deciso lo smantellamento della filovia, sospesa cervelloticamente all’esercizio sin dal 2002 per dar spazio in centro ad un’isola pedonale “blindata ” a tutto ciò che non fossero pedoni. Invece di dare un netto segno di discontinuità con il passato, investendo per il ritorno di uno dei mezzi ecologici per eccellenza, si sceglie ancora una volta di lasciare il passo a traffico ed inquinamento. Il tutto con il plauso della stampa che, riciclando un triste slogan coniato a Roma negli anni ’70 da ecologisti che lo erano solo di nome, parla di “operazione cieli puliti” come se fosse il bifilare filoviario ad “deturpare” lo “skyline” mentre invece automobili camion ed autobus, con le loro emissioni no. Onestamente, nel 2015, non avremmo mai pensato di dover ancora ascoltare simili slogan anacronistici, ma evidentemente in tema di trasporto pubblico la disinformazione ed i luoghi comuni regnano sovrani. Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, desideriamo “umilmente” suggerire al Sindaco Galimberti ed alla sua “antiecologica” giunta un istruttivo viaggio in altre città italiane più evolute, dove si è scelto di continuare ad investire su un TPL ecosostenibile. Basti pensare ad esempio alla vicina Milano, o, in tema di filovie, a Bologna, una delle città ecologiche per eccellenza, che con un massiccio piano di investimenti sta ponendo le basi per uno sviluppo della sua rete filoviaria. Parlando con i suoi omologhi colleghi forse l’illustre primo cittadino ed i suoi collaboratori potrebbero finalmente aprire gli occhi e rendersi conto del grosso errore che stanno commettendo. E fermare l’inutile smantellamento ed il relativo spreco di soldi. Desideriamo ricordare infine che la città di Cremona e la sua azienda di trasporto si sono distinte per aver buttato, dopo neanche 10 anni di servizio due nuovissimi filobus acquistati con fondi regionali e che sebbene la filovia inattiva dal 2002, si erano mantenute in essere tutte le servitù per l’ancoraggio del bifilare filoviario e, con costi contenuti sarebbe stato possibile riattivare il tutto. Ora, con la scellerata e assurda decisione, si mette davvero la parola fine ad una gloriosa storia ecologica iniziata nel 1940. Con buona pace dei cremonesi che ora potranno godersi il loro “bel” cielo e respirare a pieni polmoni i gas di scarico.
CeSMoT: preoccupati per probabile fine del sistema metrebus
La recente notizia della prossima uscita di Trenitalia e CoTraL dal consorzio tariffario metrebus a partire dal 1 gennaio 2016 ci preoccupa moltissimo sia per via delle ripercussioni che potrà avere nel breve periodo sulle tasche dei pendolari sia per le ripercussioni che potrà avere sulla mobilità. Il rischio per i pendolari di dover pagare due o tre abbonamenti differenti, con conseguente aggravio finanziario è tutt’altro che remoto, senza dimenticare che il possibile aumento delle tariffe potrebbe spingere molti utenti ad abbandonare il mezzo pubblico per ripiegare su quello privato. Non discutiamo le motivazioni indicate dalle due delle due società, più che legittime, ma ci stupisce la tempistica, avvenuta alla vigilia di un importante evento come il Giubileo e in un momento in cui sia l’azienda ATAC sia la politica sembrano essere in altre faccende affaccendati e totalmente disinteressati alle problematiche dell’utenza. In questo clima di assoluta incertezza, in cui nessuno sembra sentirsi in dovere di dare risposte ai pendolari su cosa accadrà realmente dal prossimo 1 Gennaio, riteniamo indispensabile che qualora si concretizzi realmente la fine del sistema tariffario integrato, Regione Lazio e Comune di Roma debbano necessariamente rivedere al ribasso le attuali tariffe, al fine di limitare gli impatti sulle tasche dei cittadini.
Trenitalia e Cotral escono dal Metrebus (articolo)
Sul periodico online Gazzetta dei Trasporti / Il Pendolare Magazine, è stato pubblicato un articolo, a firma del presidente CeSMoT, Omar Cugini, sulla probabile ed annunciata fine dell’integrazione tariffaria nella Regione Lazio. L’articolo “Trenitalia e Cotral escono dal Metrebus, dal 2016 niente integrazione tariffaria a Roma e nel Lazio” di cui riportiamo un estratto :
“Brutte notizie in arrivo per i pendolari di Roma e del Lazio. Come se non bastassero i disservizi quotidiani che rendono gli spostamenti una vera e propria via crucis e le possibilità di arrivare in orario a scuola o al lavoro pari quasi quanto a quelle di vincere al superenalotto, l’anno che verrà porterà con se molto probabilmente la morte del sistema tariffario integrato Metrebus, sorto negli anni ’90, con conseguente termine di validità degli abbonamenti cumulativi validi sui mezzi Atac, CoTraL e Trenitalia…” .è consultabile al seguente indirizzo:
Intervista del 22/10/2015
Comunicato Stampa: CeSMoT, pedonalizzazione via dei Fori Imperiali sia premessa per il tram
In una città dove il TPL risulta purtroppo affetto da ritardi e disservizi quasi patologici, complice anche la cronica mancanza sia di seri investimenti sia di progetti a lungo termine, la recente proposta del dimissionario sindaco Marino di chiudere totalmente Via dei Fori Imperiali anche agli autobus, sebbene degna di attenzione in quanto ridarebbe respiro all’area archeologica, non può e non deve essere una semplice iniziativa di facciata. Nella situazione attuale, infatti, via dei Fori Imperiali rappresenta una importante direttrice per le linee di bus della zona, dirette verso Piazza Venezia o Via del Corso, nonché un ottimo interscambio con la metropolitana nella stazione Colosseo. Chiudere “sic et simpliciter” la strada, senza un valido progetto di riforma del TPL, rischia di privare romani e turisti di un comodo e pratico interscambio metro / gomma e di peggiorare la regolarità delle linee della zona. Piuttosto che una semplice e totale pedonalizzazione, riteniamo necessario, come CeSMoT, che si colga l’occasione per mettere in cantiere un progetto a lungo respiro, ovvero il recupero dell’area archeologica, sanando la “ferita” provocata dalla realizzazione di Via dei Fori Imperiali. In questo scenario la realizzazione di una linea tramviaria che attraverso Via dei Fori Imperiali arrivi fino a Piazza Venezia e verso Termini, rappresenterebbe la giusta alternativa ecologica in un’ottica di mobilità sostenibile e garantirebbe il necessario interscambio sia con l’attuale fermata della Metro B che con la futura fermata della Linea C della metropolitana. In questi ultimi giorni di mandato il dimissionario sindaco, per di più libero dall’ingombrante e demagogica presenza dell’ormai per fortuna ex assessore Esposito, ha la grande, unica ed irripetibile occasione, con questo progetto, di essere il promotore di una svolta storica per la città Roma.
15/10/2015