Alcuni giorni fa il sindaco di Roma, con squilli di trombe e rulli di tamburi, si è affrettata a strombazzare il grande successo dell’ottenimento di oltre 425 milioni di Euro, a seguito di convenzione con il Ministro (grillino) dei Trasporti, per l’ammodernamento delle linee A e B della metropolitana. Peccato che la verità sia differente dalla propaganda. Come informa su twitter il blogger e debunker Mercurio Viaggiatore (https://twitter.com/MercurioPsi/status/1088353585853841408) i fondi erano stati stanziati nel 2017 dal Ministro dei Trasporti Delrio, come correttamente indicato su un articolo del Corriere della Sera (https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_02/metro-b-arrivo-oltre-425-milioni-euro-roma-capitale-8d3a9708-efc9-11e7-ae90-7494db7ac3d7.shtml) . Bene ovviamente arrivo dei fondi, ma sarebbe stata più opportuna un briciolo di onestà intellettuale. Ma evidentemente per la nonsindaca è più importante la propaganda.
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Trasporti, CeSMoT: plaudiamo a parole ministro Delrio, ma ora attendiamo fatti concreti per la cura del ferro
Le dichiarazioni del Ministro Delrio, durante l’odierna commissione ambiente della Camera, ci lasciano ovviamente soddisfatti. Da sempre sosteniamo che la lotta all’inquinamento si deve fare attuando una radicale cura del ferro nelle città italiane, unico rimedio al “mal di traffico” . Tuttavia, vorremmo ricordare al Ministro che non è tutto oro quello che luccica. Infatti molte regioni, negli ultimi tempi, sono andate nettamente in controtendenza, sopprimendo, invece di potenziare, il trasporto su ferro. Desideriamo ricordare, tra tutte il Piemonte, con i suoi numerosi Km di linee soppresse, la Valle d’Aosta, che con scuse pretestuose, ha da poco chiuso la Aosta – Prè Saint Didier o la Regione Abruzzo, che ha trasformato un collegamento strategico come la Sulmona – Carpinone in una specie di plastico ferroviario in scala 1:1 dove portare solamente i turisti in gita con i treni storici, la stessa regione che ha finanziato i lavori di unificazione delle due stazioni di Castel di Sangro, entrambe poste su linee chiuse al traffico viaggiatori. Concordiamo pienamente con il Ministro quando dice che “a Roma c’è un utilizzo triplo di auto rispetto alle altre capitali europee dove si tende a ridurne l’uso” ma forse il Ministro ignora il totale disinteresse di Comune e Regione verso la cura del ferro. A Roma non solo non si realizzano nuove linee di tram, non solo si impiegano “ere geologiche” per aprire una metropolitana “monca” che non interscambia con niente, ma si è vergognosamente chiuso un collegamento strategico su ferro come la ferrovia Roma – Giardinetti, assecondando i “ditkat” dell’azienda di trasporto che millantava presunte sovrapposizioni con la nuova metropolitana, lasciando interi quartieri senza un indispensabile ed ecologico collegamento su ferro. E gli esempi, in tutta Italia, potrebbero essere, purtroppo, numerosi. Noi, come CeSMoT, chiediamo perciò al Ministro, che a queste bellissime parole a favore della cura del ferro, seguano rapidamente fatti concreti, che il Ministero si faccia promotore di una rinascita del trasporto su ferro in Italia, prendendo come esempio quelle città virtuose, come Palermo, che hanno rimesso il tram al centro del loro sistema di mobilità. . Leggiamo anche dell’impegno, insieme ad RFI, a collegare oltre che gli Aeroporti, i porti. Peccato che nel corso degli anni sia stata proprio RFI, insieme a Trenitalia, a sopprimere sistematicamente numerosi collegamenti portuali, vedi ad esempio Olbia, Venezia, Salerno, Brindisi, Ancona o Civitavecchia. Non vorremmo perciò che tutte le belle parole del Ministro restino lettera morta: l’inquinamento si combatte solo ed esclusivamente con una seria e concreta politica di rilancio del trasporto su ferro.