Il mancato raggiungimento del quorum al referendum sul TPL romano,al di là delle varie e fantasiose interpretazioni politiche, mostra una città apatica e rassegnata. Il romano medio,sempre pronto al lamento specie sui social network, quando è stato chiamato a prendere una decisione ha ritenuto più opportuno decidere di non decidere. Indubbiamente in questo è stato aiutato da una campagna informativa abbastanza evanescente,condotta da entrambi gli schieramenti più a base di fake news che sugli effettivi argomenti del referendum, avendo come unico risultato quello di confondere le idee. E su questo dovrebbero riflettere un poco tutti: un referendum é a prescindere uno strumento di partecipazione e democrazia con il quale il cittadino è chiamato a dire la sua opinione. Non aver raggiunto il quorum ,oltre all’inevitabile spreco di soldi, rappresenta una sconfitta. Con il fallimento del referendum hanno vinto solamente le decine di dirigenti e quadri di atac che rimarranno tranquillamente al loro posto a prendere lo stipendio senza fare nulla se non burocratizzare le attività interne aziendali e a creare solo inutili costi e inefficienze,gli unici che veramente potevano correre rischi,visto e considerato che chiunque avesse vinto una gara per i servizi di tpl avrebbe avuto obbligo di assumere il personale operativo. Per il futuro,come CeSMoT, continuiamo a ritenere opportuno una messa a gara dei servizi in maniera intelligente, con lotti di linee omogenei e alcuni obblighi di partecipazione,considerando anche che le norme europee invogliano a farlo e che laddove si mette a gara il tpl vengono erogati fondi aggiunti da parte del ministero. Solo così si potrà avere un trasporto efficace ed efficiente, adeguato ad una capitale europea.
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Referendum ATAC,facciamo chiarezza
In vista del referendum di domenica,desideriamo far un minimo di chiarezza. Partiamo dal quadro normativo: il contratto di servizio tra Comune di Roma ed ATAC ,in scadenza il 3/12/2019 è stato prorogato per due anni dall’amministrazione comunale,avvalendosi di quanto disposto dall’art 5 del Regolamento UE 1370/07. L’AGCOM ha però rilevato che tale prolungamento violi il suddetto regolamento,non sussistendo i presupposti Bper una proroga. A fronte della decisione del comune di confermare proroga AGCM ha deciso di impugnare provvedimento davanti al TAR del Lazio.
Per quanto riguarda il lotto di linee gestite da Roma TPL, l’affidamento (delibera Giunta Comunale 96/10) aveva scadenza in data 31/05/2018 . Secondo quanto previsto dall’art. 3 del contratto di servizio,aamministrazione comunale ha prorogato affidamento fino al 30/09/2018. Attualmente si é in attesa di nuova gara.
Il referendum chiede perciò ai romani di esprimersi sulla richiesta di liberalizzare il servizio,ovvero di procedere prima del 2021 all’affidamento mediante gare dei servizi autobus,tram,filobus e metropolitane,attualmente gestiti da Atac,con obbligo per soggetto vincitore di garantire livelli occupazione (assorbendo di fatto il personale operativo). La liberalizzazione non influisce sul prezzo dei biglietti ed abbonamenti in quanto materia di competenza comunale. Così come non si corrono rischi di avere riduzioni di servizio ad esempio in periferia con tagli di linee “non redditizie”. Questo perché la pianificazione del servizio resta sempre di competenza del committente del servizio. Inoltre in caso di affidamento ,il committente può applicare penali al gestore in caso di mancato raggiungimento degli standard indicati nel contratto di servizio.
Restano escluse dal referendum le tre ferrovie regionali in quanto l’affidamento ad atac,avvenuto con delibera di Giunta Regionale Lazio numero 22/17 scadrà il 15/06/2019 e si procederà,come da vigenti normative,ad una gara/affidamento.