Nella Commissione Mobilità di ieri è andata in scena la condanna a morte della Ferrovia Roma Giardinetti. Dietro la scusa di accettare le assurde imposizioni del MIT,ovvero il cambio di scartamento per “integrare la linea nel resto della rete romana” ,si nasconde nei fatti la volontà di smantellare definitivamente l’infrastruttura. Oltre a cambiare totalmente armamento, dovendo installare le classiche rotaie tipo Phoenix tramviarie, occorreranno nuove sse,in quanto si riduce la tensione del 60%. Il serio rischio è che avvenga come è accaduto sulla tramvia Milano – Desio di ATM,ovvero una chiusura a tempo indeterminato in attesa di lavori che chissà se mai partiranno o,ancora peggio, che chiudano tutto,asfaltino la sede a al posto del treno faranno un corridoio della mobilità per “ecologici” autobus,stile Togliatti. Come CeSMoT riteniamo che la cosa più saggia da attuare per garantire la mobilità dei cittadini della Casilina sia quella di riclassificare la Termini Giardinetti in tramvia,mantenendo lo scartamento ridotto. Si tratterebbe semplicemente,invece di impelagarsi in costosi lavori Dalla dubbia durata,di limitarsi ad acquistare nuovi mezzi di tipo tramviario a scartamento ridotto,salvando contestualmente infrastruttura e deposito. Gli esempi di Cagliari e Sassari ,per restare in Italia, dimostrano che è tranquillamente possibile avere una infrastruttura tramviaria a scartamento ridotto. Facciamo presente a Comune e Ministero che già attualmente la linea garantisce interscambio con le altre linee tramviarie romane è che non sussiste alcuna necessità di attuare pesanti lavori di riconversione. Piuttosto torniamo a chiedere con massima urgenza la riapertura della tratta Centocelle Giardinetti,chiusa da troppi anni con pretestuose scuse da parte di atac.
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Comunicato Stampa: CeSMoT -Roma,blocco traffico misura inutile senza politiche di potenziamento TPL
Anche nella giornata odierna assistiamo alla consueta farsa del blocco delle macchine diesel per tentare di diminuire inquinamento atmosferico. Al di là della beffa per chi è possessore di una nuova automobile Euro6 diesel, è dimostrato che simili misure emergenziali hanno effetti molto limitati,un poco come se in una stanza chiusa piena di fumatori ne smettono di fumare una decina: sicuramente il fumo diminuisce ma fino a quando non si apre finestra aria non si purifica. Riteniamo che ciò che da sempre manchi a Roma è una politica orientata allo sviluppo di un TPL efficace, efficiente ed ecosostenibile. Oltre ad essere terribilmente indietro con il rinnovo del parco mezzi (Atac fa girare ancora vetture Euro3 con quasi 20 anni di servizio)a Roma manca un potenziamento di tram, metropolitane e filobus,unici mezzi veramente a zero emissioni.Anzi,nella giornata odierna ,per motivi non chiariti,assistiamo al paradosso di vedere la linea 90 esercitata solamente con inquinanti autobus,mentre i filobus sono fermi in deposito. Un vero paradosso, così come è un paradosso che si blocchi il traffico privato e non si attui nessun piano per potenziare o favorire uso del trasporto pubblico. Perché il “bravo e competente” assessore non ha pensato a chiedere ad Atac di mettere in strada più vetture? perché,come in alcune città,non si è pensato ad estendere ad esempio validità oraria dei biglietti? I provvedimenti emergenziali sono solo un palliativo: la vera lotta all’inquinamento si fa con una inversione di tendenza ed incentivando uso del tpl. A Roma non ci sembra che questo stia accadendo.
Comunicato Stampa – Roma – Giardinetti, CeSMoT: intollerabile l’ assordante silenzio delle istituzioni su futuro ferrovia
Mentre il MIT accantona il progetto di riqualificazione della Roma-Giardinetti, inserito nel PUMS, la Regione Lazio continua a glissare e Roma Capitale tarda ad acquisire l’infrastruttura, la linea affonda giorno dopo giorno. Come se non bastassero i disservizi quotidiani, complice un materiale ormai vetusto, uno svio, fortunatamente senza conseguenze, è avvenuto questa mattina presso il deposito di Centocelle, durante le consuete operazioni di manovra. Il tempo delle chiacchiere è ormai terminato e questa linea, che gioca un ruolo fondamentale nella mobilità della Casilina, deve uscire dal limbo nel quale è caduta a causa dell’intollerabile menefreghismo istituzionale. Come CeSMoT ci uniamo alle richieste delle altre associazioni del settore, tra cui TrasportiAmo, e riteniamo sia urgente ed indifferibile che Regione e Comune si affrettino a spiegare ai cittadini cosa intendono fare della linea e se nel 2020 dovranno continuare a fare i conti con l’inefficiente gestione ATAC, colpevole anche dell’assurda limitazione della linea a Centocelle. Il tempo delle chiacchiere è terminato, ora è tempo di rilanciare un’infrastruttura strategica per la mobilità della Casilina
CeSMoT 2020
In attesa di definire la programmazione delle attività per il 2020,si ritiene opportuno sospendere le attività sociali a tempo indeterminato, anche alla luce della necessità di rinnovare gli organi sociali che operano ormai in regime di proroga straordinaria. Spetterà alla futura assemblea decidere se confermare o meno il mandato del presidente e di nominare i nuovi consiglieri al fine di ripristinare la piena funzionalità del Consiglio Direttivo. L’ordinaria attività dell’associazione viene garantita, ai sensi dell’art.8 /1 e dell’art 12 dello Statuto, dall‘assemblea generale dei soci fondatori. Contestualmente, fino a nuova nomina, viene prorogato il mandato del presidente per il disbrigo degli affari correnti. Eventuali attività straordinarie verranno deliberate dall’Assemblea Generale dei Soci Fondatori.
Il Presidente f.f.
Omar Cugini
Comunicato Stampa – CeSMoT,contrariati da chiusura stazione metro Cornelia
La prossima chiusura della stazione metro di Cornelia ci lascia fortemente perplessi è contrariati. Appare a ns giudizio inspiegabile la mancanza di programmazione da parte di atac nella revisione ventennale degli impianti. Si poteva e si doveva fare diversamente, tenuto conto che si sa da vent’anni, in quanto così impone normativa, che nel 2019 andava fatta la revisione ventennale obbligatoria.Sarebbe bastata un minimo di programmazione per anticipare i tempi ,iniziando magari da quelle scale mobili già ferme da mesi. Ancora una volta invece,gli apprendisti stregoni di ATAC,totalmente disinteressati all’utenza, complice una amministrazione comunale di inetti, chiude l’ennesima stazione della metropolitana,per di più in pieno periodo di festività natalizie. Davvero pensano che basterà una navetta autobus per limitare i disagi? Forse qualcuno ha dimenticato che Cornelia è un importante nodo di scambio che vede oltre ai capolinea ATAC anche il capolinea delle linee CoTraL provenienti dalla.direttrice Aurelia. Cosa ha da dire all’utenza l’assessore facente funzioni Calabrese o l’esimio presidente della commissione mobilità Stéfano?Tra un selfie e l’altro avranno il coraggio di scusarsi con l’utenza? Abbiamo 3 stazioni chiuse ,senza contare tutte quelle con scale mobili guaste. A poco più di un anno dalle elezioni non regge più la scusa che è colpa di chi c’era prima. Ora la colpa è solamente di chi amministra comune ed Atac.
Comunicato Stampa – CeSMoT: Legambiente certifica disastrosa gestione ATAC delle ferrovie regionali
Il consueto dossier annuale di Legambiente, Pendolaria, sullo stato di salute delle ferrovie in Italia, conferma, puntuale e implacabile, il disastro delle linee Roma-Viterbo e Roma-Lido gestite da ATAC. I circa 75000 passeggeri che ogni utilizzano la linea si ritrovano con treni sovraffollati e vecchi, che viaggiano in media a 39 km/h, e che di conseguenza necessitano di una manutenzione sempre maggiore e non garantiscono la puntualità delle corse. Basta scorrere ogni giorno i social per leggere come i pendolari testimoniano il declino della linea e del servizio. La crisi della linea non è un evento recente, ma coincide con l’assunzione, nel 2010 del servizio da parte di ATAC, capace di dissipare in breve tutto il Know-how ereditato da Met.Ro. SpA, a sua volta erede della tradizione ferroviaria di STEFER. Complice i tagli al settore ed un totale disinteresse da parte della Regione Lazio, proprietaria dell’infrastruttura, i problemi si sono gradualmente amplificati fino ad arrivare al disastro attuale, accentuato dalla disposizioni di ANSF alle quali ATAC ha colpevolmente e tardivamente adempiuto (oltretutto nella maniera più restrittiva possibile, il tutto a scapito della regolarità del servizio). Così utenti e pendolari si trovano quotidianamente a fare i conti con treni soppressi e disservizi, senza dimenticare le corse sostituite da autobus e la mancata accessibilità di stazioni e mezzi per i disabili. Non meglio vanno le cose sulla Ferrovia Roma – Lido che resta ancora tra le peggiori d’Italia perché nessun cambiamento è avvenuto e nessun cambiamento è alle porte, con ancora gli stessi problemi vissuti dai pendolari ed una situazione del servizio davvero vergognosa per i ritardi e per il degrado in cui versano le stazioni. Anche qui troviamo un drastico calo del servizio, complice la diminuzione dei convogli disponibili, ritardi e soppressione di corse. Non inclusa nel rapporto, ma non per questo esente da disservizi è la ferrovia Roma – Giardinetti, da alcuni anni ormai vergognosamente e pretestuosamente limitata alla stazione di Centocelle per le ben note follie trasportistiche di ATAC, secondo la quale tra Centocelle e Giardinetti la linea sarebbe un doppione della Metro C. Anche su questa linea l’utenza deve fare i conti con stazioni prive di qualsiasi servizio e mezzi obsoleti (alcuni con oltre 90 anni di servizio) e non accessibili ai disabili. Come CeSMoT riteniamo che la situazione sia inaccettabile e restiamo fortemente perplessi nella scelta della Regione Lazio, finora complice di ATAC nel disastro delle tre ferrovie, di affidare a partire dal prossimo anno la gestione dell’infrastruttura della Roma – Lido e della Roma – Nord ad ASTRAL ed il servizio, a partire dal 2021, a CoTraL. Sebbene siano entrambe realtà consolidate nei loro settori di competenza, nonchè lodevoli esempi di efficienza gestionale,mancano, allo stato attuale, di adeguato know-how nella complessa materia del trasporto ferroviario, essendosi occupati, rispettivamente, di manutenzione stradale e trasporto su gomma. Il rischio di un travaso nei nuovi gestori di parte del personale ATAC co-responsabile dell’attuale situazione, è un’ipotesi da non sottovalutare ed accuratamente da evitare. A nostro giudizio sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio Umbro, dove la gestione ed il rinnovo dell’infrastruttura ex FCU è stata affidata ad RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Ipotesi inizialmente prevista dalla regione ma poi misteriosamente scartata. Attendiamo, in ogni caso, di conoscere concretamente, da parte del Presidente Zingaretti (sperando che il suo ruolo di segretario del PD non gli sottragga troppo tempo da dedicare alla regione di cui è presidente) e dell’assessore Alessandri (finora molto poco attento alle questioni ferroviarie) quale futuro abbia in mente la regione Lazio. per le sue tre ferrovie: finora di chiacchiere ne sono state spese tante ma di fatti se ne sono visti veramente pochi. Utenti e pendolari di queste linee non meritano e non possono più di essere considerati cittadini di serie B
Comunicato stampa: CeSMoT,preoccupati per futuro Termini Giardinetti
Lo svio odierno di un convoglio della ferrovia Termini – Giardinetti,per fortuna senza conseguenze, ci rende fortemente preoccupati per lo stato della linea e per il suo futuro, vista l’importanza che ha per il quadrante della Casilina. Da troppo tempo su questa linea si naviga a vista senza alcuna idea per il futuro della linea e senza alcun intervento di ammodernamento o potenziamento. Finora sono state spese tante parole,ma fatti concreti zero. Ci chiediamo cosa intendano fare le istituzioni, Regione Lazio in primis, per il futuro di questa linea e quando intenderanno riaprire la tratta Centocelle – Giardinetti,chiusa da anni per colpa delle folli scelte gestionali di Atac.
Comunicato Stampa, CeSMoT: perplessi su chiusura stazione metro A Baldo degli Ubaldi
L’imminente chiusura per almeno tre mesi della stazione Baldo degli Ubaldi della linea A della metropolitana di Roma, causa revisione scale mobili, ci lascia enormemente perplessi. La Revisione Generale di ascensori e scale mobili, infatti, ha delle scadenze programmate previste per legge, ovvero,dopo dieci e dopo venti anni dall’apertura al pubblico, a fronte di una vita operativa massima di 30 anni. Come CeSMoT ci sembra assurdo che Atac sia costretta a chiudere per mesi delle stazioni come se tali interventi fossero degli imprevisti di cui l’azienda non fosse a conoscenza. Tutto questo dimostra il livello di approssimatismo che regna sovrano in un’azienda ormai allo sbando dove manca una logica aziendale e si “tira a campare” nell’ovattata soluzione del concordato. Eppure le scadenze degli impianti si conoscono da sempre. Dal primo giorno che viene aperto all’esercizio. Le stazioni della tratta Valle Aurelia – Battistini hanno aperto il 1 Gennaio del 2000, quindi, calendario alla mano, era abbastanza facile prevedere che si era prossimi alla scadenza prevista per legge: perché non si è provveduto per tempo,facendo la revisione su una scala mobile alla volta?Perchè non si è approfittato della chiusura estiva per iniziare la revisione programmata? A breve ci saranno quasi 6.000 persone al giorno private della stazione di abituale ingresso, che avranno come unica alternativa o quella di recarsi a piedi a Cornelia oppure avventurarsi a prendere il bus della linea 490 per raggiungere Valle Aurelia. Il tutto senza che ATAC ci rimetta nulla perché, secondo contratto di servizio, vengono fatturati i km percorsi dalle Metropolitane. Ci chiediamo cosa accadrà a breve quando anche sugli impianti di Cornelia andrà effettuata la revisione generale prevista per legge: avremo una nuova stazione chiusa,con servizi Valle Aurelia – Battistini senza fermate intermedie?Attendiamo,con ansia, risposte da Atac e Comune.
Comunicato Stampa – CeSMoT: preoccupati per futuro mobilità romana
I recenti avvenimenti nel trasporto pubblico romano, ovvero l’assurda decisione di non proseguire lo scavo della Metro C oltre Colosseo con conseguente abbandono delle TBM, e l’incomprensibile decisione di liquidare RomaMetropolitane apre preoccupanti scenari sul futuro della mobilità romana. Arrivati a questo punto c’è da pensare che lo stesso PUMS resterà un libro delle buone intenzioni e che tutti i progetti resteranno sulla carta. Se da un lato non vedere realizzate le inutili funivie sarà un bene, la mancata realizzazione delle nuove linee tram, il mancato prolungamento della Metro B e la mancata riattivazione della Centocelle – Giardinetti danneggerebbero la mobilità cittadina. Ci chiediamo, come CeSMoT, se questa amministrazione abbia realmente intenzione di colmare il gap trasportistico che separa Roma dalle altre città italiane ed europee o se si vuole continuare il mantra del dare la colpa agli altri. In questi due anni e mezzo abbiamo sentito tante bellissime parole, ma pochissimi fatti concreti. Salvo voler credere che aver rimesso su strada alcune vetture elettriche Tecnobus Gulliver ferme da anni o aver comprato nuovi autobus (escludendo la pietosa e penosa vicenda delle vetture israeliane non immatricolabili sulla quale è sceso un imbarazzante silenzio) o aver inaugurato (a regime ridotto)la filovia sulla Via Laurentina costituiscano grandissimi risultati. Oltre ad auspicare un ripensamento immediato sulla Metro C , attivando tutte le procedure necessarie ad arrivare a Piazza Venezia, attendiamo di sapere le intenzioni del nuovo assessore alla mobilità: come consigliere comunale e come presidente della Commissione Mobilità non ha particolarmente brillato,ma saranno i fatti a giudicare. Il tempo delle chiacchiere è finito: Roma sta morendo di traffico.
Quando si deve evacuare la metropolitana
Prendiamo spunto dai fatti avvenuti lo scorso Venerdì 13 quando un convoglio della metro B si è fermato in galleria nei pressi della Stazione Cavour a causa di un guasto tecnico per dissipare dubbi e fake-news su come,quando e perchè si rende necessario evacuare un convoglio della metropolitana. Intanto è da premettere che quando un treno si ferma in linea, per guasto od altro motivo di forza maggiore anche se non si ricevono immediatamente informazione non significa che si è stati abbandonati. Potrebbe trattarsi di una breve sosta,e in tal caso si ripartirà a breve,o potrebbe essere una sosta prolungata. In questo caso il macchinista sarà già in contatto con la DCT per avere info in merito e farà quanto prima annuncio sonoro. I regolamenti prescrivono, in caso di sosta prolungata, di ripetere annuncio ogni 5 (cinque) muniti. Quindi mantenete la calma a bordo treno,non azionate il dispositivo di allarme e non azionate il comando di apertura emergenza porte. Salvo ovviamente casi di immediato e grave pericolo.
Qualora però per svariati motivi sia impossibile proseguire il servizio,il DCT autorizza il macchinista ad effettuare l’evacuazione del treno fermo in galleria.
Come avviene tutto ciò?La procedura è indicata nel Regolamento Circolazione Treni, quindi stiamo parlando di un qualcosa di standard,non improvvisato. Di seguito ciò che di norma accade.
- il macchinista,ricevuta autorizzazione dal DCT,comunica ai passeggeri tramite gli altoparlanti interni che il treno verrà evacuato
- il macchinista apre manualmente, una ad una, le porte del treno, dando indicazioni ai passeggeri sulla direzione da seguire per la stazione più vicina. A distanze regolari in galleria vi sono in ogni caso indicazioni riportanti la distanza della stazione più vicina. Questa operazione consente un deflusso ordinato. Per nessun motivo si deve scendere di propria iniziativa dal convoglio,non si deve camminare lungo i binari e non devono essere aperte le porte lato interno interbinario dove non è presente la banchina di servizio.
- i passeggeri camminano lungo la banchinetta di emergenza mantenendosi all’apposito corrimano,in fila indiana.
- Se siete sul primo treno che è partito alla ripresa del servizio e vedete che viaggia a bassa velocità é semplicemente perché il regolamento prescrive marcia a vista alla velocità massima di 15 km/h nella tratta in cui sono stati evacuati i passeggeri
- Se il macchinista incontrasse dei passeggeri sulle banchinette, dovrà fermarsi ed invitarli a salire sul treno attraverso le porte aperte manualmente dallo stesso macchinista.
- Verificandosi una eventuale permanenza d’ingombro da parte di viaggiatori, il macchinista dovrà darne immediato avviso al DCT, il quale continuerà a prescrivere ai treni seguenti la suddetta precauzione fino allo sgombero completo del tratto.
Nota finale importante: durante una evacuazione in galleria sarebbe buona norma non distrarsi e/o fermarsi facendo video o foto con lo smartphone o dirette social. Non si è testimoni di chissà quale evento dà mostrare al nido intero e non si è scampati a chissà quale disastro ferroviario. E, soprattutto, evitare di intasare i social con le teorie più assurde sui fatti accaduti…non serve. Così come non serve insultare il personale di stazione. Indubbiamente le gallerie della metropolitana non sono posti stile grand hotel a 5 stelle,ma con calma e tranquillità si supera il disagio: non ci sono grandi distanze tra una stazione e l’altra!
(Ringraziamo il profilo Twitter @conduttoremetrob per la.consulenza tecnica)