Comunicato Stampa: CeSMoT, riduzione corse Roma TPL ennesima beffa all’utenza

8877_339porrolambertenghiA partire da domani i romani avranno la sgradita sorpresa di trovare una drastica riduzione del servizio sulla rete periferica gestita dal consorzio Roma TPL. Dopo la riduzione delle corse operata sulla rete ATAC, l’impalpabile duo Meleo/Stefàno, mette a segno l’ennesima beffa ai danni dei romani. Invece di trovare una soluzione ai disagi ed ai disservizi, ancora una volta si sceglie, spacciandola per “operazione verità” la strada della riduzione del servizio, dando però la colpa, come bambini, alle giunte precedenti. Per troppe volte abbiamo sentito questo stucchevole ritornello e riteniamo che sia giunta l’ora che chi governa ed è stato eletto da quasi un anno si prenda finalmente le sue responsabilità. Il TPL romano è ormai allo sbando, e se davvero si vuole, come nei proclami, disincentivare uso dell’automobile, occorre, invece di pensare alle funivie, un piano per rilanciare seriamente il trasporto pubblico, riprendendo la razionalizzazione dei percorsi, acquistando nuove vetture anche corte e costruendo nuove linee tramviarie e filoviarie. Nel frattempo, come simbolico indennizzo per i cittadini, sarebbe opportuno offrire almeno un giorno di viaggi gratuiti

 

 

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Alla scoperta del trasporto pubblico romano

Pubblicato su Trasporti&Mobilità e su muoversiaroma, il ns contributo sulle curiosità del TPL romano:

https://muoversiaroma.it/it/focus?page=2

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Comunicato Stampa, CeSMoT: perplessi su proposta funivia Casalotti, occorre puntare su sistemi di trasporto integrati

9105_8bottegheoscureApprendiamo dalla stampa che il sindaco di Roma ha ieri presentato in pompa magna il progetto della funivia Casalotti – Boccea. Invece di pensare a potenziare la rete esistente di trasporto pubblico, prolungando ad esempio la Metro A come da progetti esistenti,  si  insiste nel voler realizzare la funivia, basandosi solo ed esclusivamente su una fantomatica proposta proveniente “dal basso” ovvero da un comitato locale. Appare elementare rilevare che non si tratta di un progetto integrato nella rete dei trasporti cittadini, e che di tale progetto non vi è alcuna traccia nei vari piani strategici sulla mobilità pubblicati da Roma Servizi per la Mobilità. Le iniziative “sparse”, per quanto possano essere intrinsecamente lodevoli in quanto dimostrano una attenzione da parte dei cittadini verso le tematiche del TPL, nascono inevitabilmente condannate in quanto manca loro quel respiro ampio che può essere garantito solo ed esclusivamente da una visione integrata. Occorre quindi puntare solo ed esclusivamente su una programmazione integrata del futuro del trasporti della capitale. Inoltre i  dati presentati ci lasciano ampiamente perplessi. Premesso che la portata dichiarata sebbene risulti superiore a qualsiasi linea autobus, si posiziona a livello di una linea tram periferica Al di là che attualmente i costruttori di sistemi a fune si contano sulle dita di una mano, con il rischio concreto, come avvenuto nelle città che hanno adottato il sistema Translohr, di essere legati alle scelte del fornitore, riteniamo che un tram o un filobus,ad esempio, ammesso e non concesso che siano effettivamente più costosi di una funivia, si integrano nella reste esistente del trasporto pubblico, oltre ad essere prodotti già collaudati ed ampiamente presenti sul mercato, con la concreta possibilità di ottenere un concreto risparmio.. In una città soffocata dal traffico e dalla spazzatura, dove la rete di trasporto fa acqua da tutte le parti, ci sembra totalmente sconsiderato investire soldi pubblici in un sistema totalmente avulso alla rete di TPL esistente.  Come CeSMoT chiediamo, con forza, l’abbandono immediato di un simile progetto, valutando il progetto esistente di RomaMetropolitane con il prolungamento della Metro A da Battistini a Torrevecchia o, in alternativa, realizzando una diramazione della linea tramviaria da Ottaviano a Cornelia, di cui è necessario iniziare quanto prima i lavori,  che punti verso la zona di Casalotti. Ma, se proprio il sindaco e il suo assessore, magari confortati dalla “fantasia” di ATAC,  decidessero nonostante tutto di andare avanti con il progetto, non ci resta che sperare in qualche forte nevicata invernale a Roma, prevedendo anche cannoni da neve qualora gli inverni fossero magri di precipitazioni e la cabinovia rischiasse di non essere incorniciata dal candido manto,  e che lo skipass per la funivia venga incluso nel sistema metrebus.

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Comunicato Stampa – Roma, CeSMoT: necessario ed urgente investire sul tram ma con progetti concreti

9105_8bottegheoscureApprendiamo dalla stampa dell’interesse dell’attuale amministrazione comunale nel potenziare la rete di tram romana, riciclano progetti sepolti nei cassetti dalle precedenti amministrazioni. Seppur soddisfatti dell’interesse dell’amministrazione, dobbiamo notare, ancora una volta, che si stanno riciclando, senza troppa convinzione e purtroppo con scarsa fantasia, progetti più volte annunciati e più volte rimasti sulla carta . Oltretutto, il primo di questi progetti, ovvero collegare Piazza Vittorio con Largo Corrado Ricci e Piazza Venezia, ci sembra totalmente privo di logica e di fondamento,in quanto insisterebbe su una direttrice con poca domanda di trasporto,  senza dimenticare i possibili veti della sovrintendenza al passaggio del tram lungo Via dei Fori Imperiali (a suo tempo ebbero da ridire sul bifilare filoviario oltre Porta Pia…figuriamoci i veti per un tram…). Da sempre sosteniamo che la priorità per il centro storico è la realizzazione dell’asse tramviario lungo Via Nazionale, portando a compimento, in alternativa al costoso ed incerto prolungamento della Metro C oltre Piazza Venezia verso Ottaviano,della famosa linea Termini – Vaticano – Aurelia, progettata sin dai tempi dell’amministrazione Rutelli e mai realizzata per oscuri motivi. Con questo progetto si porterebbe realmente a compimento la chiusura di Via Nazionale e Corso Vittorio al traffico privato, restituendo queste strade, finalmente libere dalla morsa delle automobili, agli antichi fasti, rendendole un salotto per romani e turisti.   Restiamo scettici anche sul tram Verano – Stazione Tiburtina, in pratica una riedizione in forma ridotta del vecchio 11, che per essere realizzata, richiederebbe un riassetto viario della zona e che avrebbe poco senso se non prolungato lungo la Tiburtina a servire le zone non servite dalla Metro B, mentre riteniamo assurdo che dopo tante parole ancora non si sia obbligata ATAC a riaprire la tratta Centocelle – Giardinetti arbitrariamente e pretestuosamente sospesa da oltre due anni.  Reiteriamo perciò il nostro invito all’assessore Meleo ed al Presidente Stefàno ad attivare un tavolo di confronto con le varie associazioni che su Roma studiano il TPL, al fine di arrivare a soluzioni condivise ed a lungo respiro che possano rimettere il tram al centro della mobilità cittadina, rendendoci disponibili ad un incontro per presentare i nostri progetti. Di promesse e di linee tracciate sulla carta ne abbiamo sentite fin troppe in tutti questi anni: mentre altre città, vedi Firenze e Palermo, continuano ad investire sul tram, Roma, la capitale d’Italia, resta ferma ad una impostazione di rete vecchia di oltre 30 anni. E tutto ciò, se davvero si  vuole combattere l’inquinamento e garantire una mobilità ecosostenibile, non è assolutamente ammissibile

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Comunicato Stampa – CeSMoT , Roma, bene immissione in servizio nuovi filobus, ma necessaria espansione rete filoviaria

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L’entrata in servizio a partire da ieri dei nuovi filobus BMB Avancity+S HTB sulla Linea 90 Express è senza dubbio un evento positivo per la città che permette finalmente di recuperare al 100% l’esercizio filoviario sulla linea,liberando vetture normali da impiegare su altre linee, attualmente in sofferenza. Ttuttavia, l’operazione, condotta ed annunciata forse troppo pomposamente e frettolosamente dall’amministrazione in presenza del gotha di ATAC, sempre presente alle inaugurazioni ma sempre assente quando si tratta di dialogare con l’utenza mettendoci la faccia, con una evitabile cerimonia (c’è ben poco da inaugurare, purtroppo) e fantasiosi slogan, dimenticando ed omettendo di comunicare in pieno le annose vicende di queste vetture,e senza comunicare una data certa di completamento della filovia sulla Laurentina, presenta, di fondo,  alcune anomalie e criticità che ,come CeSMoT, ci lasciano ampiamente perplessi. In primis appare poco saggia la scelta di non spostare le vetture presso la rimessa Montesacro ma di lasciarle presso la rimessa di Tor Pagnotta, rendendo necessari lunghi trasferimenti a vuoto da un capo e l’altro della città utilizzando la marcia autonoma delle vetture, con conseguente inquinamento ed usura dei componenti. Inoltre appare abbastanza inspiegabile la fretta di inserire in servizio vetture ferme da anni che, dopo  alcuni collaudi avvenuti nel 2015 si era deciso di non immettere ancora in servizio, sembra, anche in base a notizie di stampa, a causa della scarsa affidabilità delle vetture stesse e degli eccessivi consumi di carburante in marcia autonoma. Inoltre appare molto criticabile anche la scelta di immettere in servizio queste vetture anche sulla linea 60, priva di bifilare di alimentazione salvo che sulla breve tratta di Via Nomentana in comune sulla Linea 90. Desideriamo ricordare, a tal fine, che le vetture sono dotate di un motore diesel per la marcia autonoma e che, quando marciano scollegate dalla rete aerea di alimentazione, inquinano come un normalissimo autobus. Crediamo che sia opportuno e necessario non solo il completamento del bifilare da Porta Pia a Termini, opera rimandata da anni adducendo misteriosi veti della sovrintendenza,  ma anche l’urgente recupero di tutte le vetture Solaris Ganz Trollino completando la sostituzione delle batterie. Riteniamo inoltre, come CeSMoT, che sia indubbiamente ed assolutamente positiva la volontà di esercitare il 60 in modalità filoviaria, tanto più che di questo se ne parlava già nel lontano 2003, quando l’amministrazione Rutelli presentò il progetto dell’attuale 90 Express, ma che occorra estendere il bifilare se non su tutta la tratta per lo meno da Termini a Piazza Venezia, ponendo le basi per una completa pedonalizzazione di Via Nazionale che, riqualificata e riservata al solo transito di pedoni, biciclette e mezzi di trasporto rigorosamente a zero emissioni (tram e filobus) potrebbe tornare , sull’esempio di altre città europee, ai fasti del passato, diventando il salotto buono  della città, asse di collegamento per un centro storico finalmente libero dal traffico e dall’inquinamento. Auspichiamo che , passata la “smania” di inaugurare opere già avviate dalle precedenti amministrazioni (vedi anche i nuovi autobus acquistati durante la gestione commissariale) , la giunta Raggi decida di rispolverare progetti da troppo tempo colpevolmente sepolti ad ammuffire nei cassetti, ed accogliendo anche le proposte delle associazioni, senza dare ascolto ai presunti ecologisti che accampano scuse di ogni genere per boicottare il TPL in nome di una falsa difesa dell’ambiente (Pescara docet) , lavorando con solerzia per far tornare tram e filobus protagonisti della rinascita del TPL della città. Forti di una maggioranza stabile ed omogenea, avulsi alle classiche guerre di “partito” , gli amministratori comunali hanno tra le mani l’occasione irripetibile di passare alla storia e di essere ricordati come coloro che hanno rilanciato il TPL a Roma. Da sempre come CeSMoT,  Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, ci battiamo per un trasporto eco sostenibile, efficace ed efficiente, ed auspichiamo di poter presentare quanto prima, al Presidente Stefàno (finora sempre positivamente interessato, al contrario di alcuni suoi predecessori, a recepire le varie istanze) ed all’Assessore Meleo, i nostri progetti e le nostre proposte. Resta ormai poco tempo per salvare Roma da traffico ed inquinamento.

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Comunicato Stampa – Roma, CeSMoT : slittamento riapertura ferrovia Termini – Giardinetti ennesima beffa di ATAC verso i pendolari. Enti preposti prendano provvedimenti urgenti

056-421-063_depcentocelleLa notizia dello slittamento al prossimo 20 marzo della riapertura della Ferrovia Termini – Giardinetti, comunicata da ATAC con la consueta “intempestività” nel fine settimana, suona come l’ennesima beffa verso utenti e pendolari costretti, ancora per una settimana (se saranno fortunati) e per colpa delle ben note inefficienze gestionali ATAC, a dover utilizzare insufficienti ed inquinanti collegamenti su gomma per i loro spostamenti.  La motivazione ufficiale secondo la quale “Il ritardo nel completamento delle attività e il proseguimento dei lavori si è reso necessario ‎dopo avere riscontrato situazioni non prevedibili, riconducibili alla vetustà degli impianti sui quali si è lavorato e che hanno richiesto un approfondimento tecnico per la messa in sicurezza” suona fortemente pretestuosa  in quanto già nel 1986 , con lo smantellamento della diramazione per Piazza dei Mirti è stato modificato il piazzale ed anche negli anni successivi sono stati effettuati lavori di manutenzione in stazione . Né tantomeno può essere considerato obsoleto un apparato ACEI attivato negli anni ’70, all’atto della realizzazione dell’attuale stazione, se consideriamo che, in ambito RFI, troviamo stazioni di medio/grandi dimensioni dove sono in servizio apparati di controllo degli enti di stazione con più di 40 anni di servizio senza che questo generi particolari criticità. Anzi, qualsiasi attivazione di nuovi apparati in genere viene effettuata contestualmente alla dismissione di quelli vecchi, limitando a brevi periodi le eventuali interruzioni della circolazione. Inoltre appare fortemente anomalo che solo poco prima della data di fine lavori ATAC riscontri “situazioni imprevedibili” come se in tutti questi anni non si fossero mai effettuati lavori di manutenzione. Non volendo assolutamente prendere in considerazione questa ipotesi, che aprirebbe scenari inquietanti, ci chiediamo allora cosa stia realmente facendo ATAC a Centocelle e come mai l’azienda ed i suoi vertici abbiano autorizzato lavori su una infrastruttura di cui l’azienda in primis non ha ancora deciso il destino futuro e per la quale da oltre due anni, non solo non ha realizzato il tanto sbandierato nuovo capolinea davanti alla stazione Parco di Centocelle della Metro C ma anche con ostinata ed inspiegabile testardaggine neghi la riapertura della tratta Centocelle – Giardinetti,continuando a fornire assurde e pretestuose spiegazioni e millantando inesistenti sovrapposizioni con la Metro C quando la stessa azienda tiene ben due linee di bus sovrapposte alla metro stessa. Tutto ciò, unito ai disservizi sulle altre due ferrovie (mal)gestite da ATAC, rende evidente che occorra una immediata sostituzione dei responsabili del metroferro,a partire dai direttori di esercizio (che farebbero bene a rassegnare loro stessi le dimissioni) , e un rapido intervento da parte della Regione Lazio, ente proprietario finora fin troppo “dormiente”, per revocare quanto prima la concessine del servizio ad ATAC affidandola a soggetti dotati della volontà e delle capacità di rilanciare  il servizio su una infrastruttura strategica per la mobilità cittadina. Oltre a ciò chiediamo una ferrea vigilanza da parte del Comune di Roma, finalmente attento alle esigenze dell’utenza grazie anche all’ottimo lavoro della Commissione Mobilità,  atta ad impedire ulteriori slittamenti della riapertura ed una celere riattivazione della tratta Centocelle – Giardinetti, in attesa di realizzare il prolungamento verso Tor Vergata su cui anche il Comune stesso si è dimostrato interessato.

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Comunicato Stampa – Trasporti, CeSMoT: dopo deragliamento su Roma Nord necessaria sostituzione dirigenti del Metroferro ATAC

111_rignanoLo svio odierno, per fortuna senza conseguenze, di un convoglio sulla ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, è solo l’ultimo di una lunga serie di eventi che da alcuni anni a questa parte stanno funestando il settore metroferro di ATAC, costringendo i pendolari ad una autentica via crucis. Partendo proprio dalla Roma Nord, dove la cronica mancanza di treni costringe ad effettuare alcune corse con autobus distolti dal servizio urbano di Roma e dove il nuovo orario sembra studiato appositamente per scoraggiare l’utilizzo del treno, passando per la Roma Lido dove i continui guasti ai convogli, gran parte di essi con oltre 30 anni di servizio, provocano soppressioni “random di corse” fino ad arrivare alla ferrovia Roma – Giardinetti, da oltre due anni pretestuosamente limitata a Centocelle e dove, in barba a qualsiasi logica, sono in corso lavori di ammodernamento presso Centocelle senza che via sia alcun progetto da parte di ATAC su quale debba essere il futuro di una linea strategica per la mobilità del Casilino. Anche sulle metropolitane la situazione non è affatto rosea, come sulla Metro C, vanto ed orgoglio di ATAC sulla quale oltre a dover già sostituire gli assi dei convogli e tratti di armamento le frequenze,  causa mancanza di treni, sono arrivate a 12 minuti, quasi quanto una ferrovia suburbana.  Se a tutto questo aggiungiamo la non rosea situazione sulla rete di superficie, appare evidente che le scelte e le decisioni prese dai responsabili in questi mesi abbiano solo provocato danni, causando un decadimento del servizio. In una città come Roma, soffocata dall’inquinamento e con una domanda di mobilità in continua crescita, è intollerabile proseguire navigando a vista , nel classico “tirare a campare” . Proprio per questi motivi, per il bene dei cittadini, è bene che venga attuata una drastica “pulizia” in ambito ATAC, rimuovendo quanto prima tutti i dirigenti (ir)responsabili di tale scempio verso il TPL. In atetsa dei risultati della commissione d’inchiesta sull’incidente odierno,  chiediamo ed auspichiamo dal Campidoglio e dalla Regione Lazio, quest’ultima finora colpevolmente distratta,  un segnale forte , al fine di non vanificare i piccoli passi finora attuati per riavvicinare i cittadini romani al TPL. Una capitale europea merita un TPL di qualità, adeguato al ruolo che riveste.

Omar Cugini

Presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti

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Comunicato Stampa – Ferrovia Termini Giardinetti,CeSMoT: perplessi su scelte ATAC,urgente definire futuro linea

056-421-063_centocellePrendiamo atto che ATAC abbia deciso di effettuare a partire da oggi alcuni lavori di “ammodernamento” nella stazione di Centocelle della ferrovia Termini – Giardinetti,sebbene riteniamo assurda ed incomprensibile scelta di effettuarli in un periodo come questo,di normale utilizzo invece che nei mesi estivi, provocando seri disagi e disservizi per utenti e pendolari. La cosa tuttavia non ci sorprende affatto visto l’assoluto e totale disinteresse dell’azienda verso le esigenza di mobilità del quadrante Casilina, privato già da due anni del collegamento con Giardinetti a causa della assurda e pretestuosa limitazione della linea a Centocelle attuata unilateralmente da Atac con il complice silenzio della Regione Lazio. Il tutto nel patetico e risibile tentativo di aumentare utilizzo della metro C nonchè di aumentare i km percorsi dai mezzi di superficie grazie alle linee 105 e 106 che corrono parallele a ferrovia e metropolitana. In questo sconfortante quadro,con la ex Fiuggi che continua a sopravvivere senza che Atac abbia ancora dichiarato cosa intende farne,suonano speranzose e soddisfacenti le parole dell’Assessore Meleo che,oltre ad aver dichiarato l’interesse capitolino verso in rilancio della linea,ha anche dichiarato la volontà di studiare il prolungamento verso Tor Vergata,come anche noi sosteniamo da tempo. Proprio in virtù di ciò auspichiamo di poter incontrare quanto prima sia l’Assessore Meleo,sia il Presidente della Commissione Mobilità Stéfano,anche lui dimostratosi attivamente interessato alle sorti di questa strategica infrastruttura,al fine di poter illustrare nel dettaglio le nostre proposte ed iniziare un proficuo e futuro dialogo sul Purtroppo disastrato TPL romano. Nel frattempo chiediamo all’Amministrazione Capitolina una attenta vigilanza sui lavori sia per il rispetto dei tempi di riapertura sia nel verificare che ATAC non approfitti della situazione per rendere modificare il Piazzale di Centocelle rendendo impossibile il ripristino del collegamento con Giardinetti.

Omar Cugini
Presidente CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti

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Articolo su 37 anni metro A

Su Trasporti&Mobilità di oggi presente articolo scritto dal Presidente del CeSMoT con un ricordo dell’ultima corsa del tram Termini – Cinecittà

(Grazie al direttore Andrea Burli per la pubblicazione)

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Comunicato Stampa – CeSMoT,intollerabile ennesimo rinvio apertura ferrovia Valle Aurelia – Vigna Clara

IMG_20161123_130406Apprendiamo dalla stampa che il Tar del Lazio ha rimandato ad ottobre 2017 la riapertura della tratta ferroviaria valle Aurelia Vigna Clara,nominando nel frattempo un “organismo di verifica” . Riteniamo assurdo ed incomprensibile che da un lato la burocrazia,dall’altro gli oscuri interessi di quattro gatti blocchino la riapertura di un collegamento strategico per la Mobilità cittadina,adducendo,tra l’altro, sterili e pretestuose motivazioni.  La storia che le vibrazioni dei treni possano provocare danni ai palazzi é stucchevolmente vecchia e l’abbiamo già sentita ai tempi della costruzione della Linea A della metropolitana. Anche allora si spaventavano crolli e disastri (ma per fortuna non c’erano solerti giudici pronti a bloccare tutto)ma,a distanza di 37 anni,non ci risultano palazzi crollati a causa della metropolitana. La scusa é tanto più pretestuosa se pensiamo che nel 1990 nessuno si lamentó del transito dei treni,e,in questi anni non abbiamo,come CeSMoT,assistito a scene di cittadini preoccupati per gli effetti del traffico oppure indignati per i soldi spesi per un’opera abbandonata dopo 8 giorni di esercizio. Ci domandiamo perciò cosa ci sia realmente dietro questo ricorso è quali scopi abbiano questi “baldi cittadini” che stanno facendo fuoco e fiamme per non far riaprire la ferrovia:forse preferiscono che resti tutto in abbandono o magari che al posto della stazione sorgano magari palazzi o un centro commerciale. Auspichiamo e chiediamo perciò un intervento del Ministero dei Trasporti affinchè venga stabilità urgenza dell’opera al fine di arrivare,con urgenza,ad una decisione. É intollerabile che l’interesse della collettività debba soccombere davanti a sterili richieste di poche persone,e,ancora più intollerabile é lentezza della giustizia italiana nel decidere su un caso presentato,la prima volta già alcuni anni fa. Cosa dovrà mai verificare la commissione tecnica?dobbiamo forse pensare che i giudici faranno circolare dei treni vuoti fino ad ottobre per poi vedere cosa accade ai palazzi?

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